Il mondo delle quattro ruote sta vivendo un periodo di trasformazioni continue, soprattutto per via dell’elettrificazione. Questa serie di trasformazioni coinvolgono anche il mondo, sempre più esclusivo, delle hypercar e, in particolare, il segmento delle hypercar elettriche. I modelli estremi a zero emissioni potrebbero non avere futuro. La conferma arriva da Mate Rimac che, dopo aver creato veri e propri capolavori su quattro ruote (e a zero emissioni), è pronto a seguire nuove direzioni per il suo brand.
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È finito il tempo delle hypercar elettriche
Rimac, nel corso degli ultimi anni, si è distinta per la creazione di alcuni modelli esclusivi di grande successo, come la Rimac Nevera, a cui si affianca la “sorella” Pininfarina Battista, realizzata sulla stessa piattaforma. Secondo Mate Rimac, che ha espresso il suo pensiero in occasione di un evento organizzato dal Financial Times, l’era delle hypercar elettriche, iniziata relativamente da poco, è già finita. Alla base di questa rapida conclusione ci sarebbero le preferenze dei clienti: per acquistare una hypercar elettrica, infatti, è necessario mettere in conto una spesa davvero elevata.
La Nevera, ad esempio, costa circa 2 milioni di euro. Gli acquirenti di una hypercar sarebbero oggi interessati a progetti più tradizionali e “analogici”. In sostanza, chi spende cifre così elevate lo fa per mettersi alla guida di un’auto in grado di trasmettere tanto piacere di guida, con soluzioni che vanno in contrasto con lo sviluppo del settore delle quattro ruote e con le hypercar. I motori benzina (con un bel sound ad accompagnare ogni accelerazione) e il cambio manuale sono la scelta preferita dai facoltosi appassionati che, almeno sulla carta, dovrebbero essere gli acquirenti “tipo” di una hypercar elettrica come la Nevera, ben nota agli appassioanti anche per i suoi record di velocità.
Mate Rimac ha scelto di chiarire la questione con un esempio: un Apple Watch, sottolinea Rimac, fa tantissime cose in più rispetto a un orologio analogico ma, nonostante queste funzionalità, nessun acquirente dello smartwatch di Apple sarebbe disposto a spendere 200 mila dollari per l’acquisto del dispositivo. Per orologi analogici di alta gamma, invece, questa cifra viene spesso anche superata.
Bugatti fa scuola
Il pensiero di Rimac viene reso chiaro dalle scelte di Bugatti, brand parte della joint venture tra Rimac Automobili e Porsche di cui lo stesso Matte Rimac è amministratore delegato. La storica Casa di origine francese ha scelto, infatti, di abbandonare l’idea di realizzare una hypercar elettrica. Un progetto di questo tipo, infatti, non rientra nella strategia futura di Bugatti che punta a un nuovo V16 per realizzare l’erede della Chiron.
Il motore in questione sarà parte di un sistema ibrido, con tre motori elettrici a supporto per raggiungere una potenza massima di 1.800 CV. L’elettrificazione, quindi, ci sarà ed è destinata a diventare sempre più rilevante per il mondo delle hypercar. La scelta di realizzare modelli esclusivi a zero emissioni, però, va in contro-tendenza con i gusti dei potenziali clienti, secondo Rimac. Per il futuro dell’azienda, quindi, è facile ipotizzare l’arrivo di modelli elettrificiati ma non a zero emissioni.