Abbiamo parlato nel mese di settembre 2018 della volontà di Dyson di avviare il nuovo e ambizioso progetto che vedeva il passaggio dalla produzione di aspirapolveri a quella di auto elettriche.
Il primo modello avrebbe dovuto vedere la luce in una grandiosa presentazione proprio quest’anno, ma così non sarà. Si pensava già a Dyson come uno dei possibili concorrenti di Tesla, uno dei tanti marchi che (inaspettatamente) avrebbe fatto la guerra alla Casa di Palo Alto, investendo sulle auto elettriche. Elon Musk non si è mai mostrato particolarmente preoccupato.
L’eclettico Ceo di Tesla infatti sa benissimo che il futuro sono le auto elettriche (se non ne è convinto lui), ma sa anche che i suoi progetti continueranno a conservare uno stile unico e inimitabile. Visto che Tesla però ancora oggi non si può ritenere l’auto per tutti, per via dei costi, la vera sfida si svolgerà al gradino più basso, quello dell’acquirente medio, e in questa sfida avrebbe voluto tanto cimentarsi anche Dyson, su cui già dall’inizio però abbiamo dubitato un po’ tutti.
Il marchio inglese è noto al mondo per la produzione di aspirapolvere, ma voleva cambiare questa concezione generale. Era difficile prevedere una mossa del genere, ma l’azienda aveva i mezzi necessari per dare il via a una produzione di questo genere, ampliando i propri orizzonti commerciali. Già solo un anno dopo l’annuncio, e quindi nel mese di ottobre 2019, abbiamo visto James Dyson fare un passo indietro.
Il ricchissimo inventore dei super aspirapolvere ha dovuto abbandonare l’idea di produrre la tanto attesa auto elettrica con la quale intendeva fare concorrenza alla Tesla di Elon Musk. Ha dichiarato che il motivo sta nei costi di progettazione e produzione troppo alti. L’azienda ha quindi fallito nel portare a termine il suo progetto, che era stato co-finanziato da denaro pubblico.
E quello che fa Dyson oggi dovrebbe davvero servirci da lezione, dovremmo tutti seguire l’azienda come esempio. La società inglese aveva infatti deciso di debuttare per la prima volta al mondo con la sua auto elettrica ma è stato troppo difficile per una realtà che ha sempre creato solo ed esclusivamente aspirapolvere, di altissimo livello sì, ma pur sempre un altro settore rispetto alle auto.
Non dimentichiamo però che Dyson nel 2016 aveva ottenuto un finanziamento da parte del governo inglese a favore del progetto elettrico, ricevendo ben 7.8 milioni di sterline (poco più di 9 milioni di euro), nonostante questo l’azienda non è riuscita nel suo intento. Qual è il grande esempio da seguire? Dyson restituirà tutti i soldi, fino all’ultimo centesimo, allo Stato.
Un portavoce della compagnia ha dichiarato: “Il giorno in cui abbiamo deciso di chiudere il progetto abbiamo contrattato un modo per restituire i soldi”. In qualsiasi altro Paese il comportamento di Dyson non avrebbe nulla di strano eppure in Italia fa abbastanza clamore (purtroppo), non siamo di certo abituati a vedere aziende restituire i soldi allo Stato.