Auto usate: rallentano finalmente i rialzi dei prezzi

Sembrano finalmente fermarsi gli aumenti dei prezzi delle auto usate in Italia, che per tutto il 2022 hanno raggiunto livelli altissimi e proibitivi

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Laura Raso

automotive specialist

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Pubblicato: 10 Maggio 2023 16:34

Il mercato delle auto usate continua ad avere successo in Italia. La richiesta di vetture di seconda mano è aumentata nel corso del 2022 per differenti fattori, primo su tutti il rallentamento delle consegne di nuovi veicoli, causato da problemi di approvvigionamento delle materie prime e scarsità di componenti.

Anche la disponibilità economica più limitata dei cittadini e delle famiglie, dovuta al rincaro generale a cui dobbiamo far fronte – tra costi del carburante alle stelle, caro bollette e molto altro ancora – è una delle cause che ha portato il mercato dell’usato alla ribalta. La conseguenza di questa situazione è stata immediata: il prezzo delle vetture usate è salito per tutto il 2022.

Oggi sembra finalmente che la corsa agli aumenti delle quotazioni dei veicoli di seconda mano stia rallentando, tornando a livelli più accettabili per tutti.

Perché le auto usate costano tanto

I motivi dei forti rincari che hanno caratterizzato l’intero 2022 li abbiamo appena spiegati. E così, dopo aumenti medi tra il 10 e il 16%, differenti in base all’anzianità delle auto usate, oggi la situazione si appiana: nel primo trimestre del 2023 registriamo quindi aumenti limitati tra l’1,8 e il 3,8%.

È Quattroruote Professional a comunicarlo, la business unit di Editoriale Domus che aggiorna ed elabora ogni mese le quotazioni che vengono usate dalle assicurazioni e da tutti gli addetti ai lavori del settore, confrontandosi con il mercato reale, che si esprime a riguardo: “L’incremento nel 2022 era compreso tra il 10 e il 16%, con il primo valore riferito all’usato di 6 mesi e l’ultimo a quello con 10 anni di anzianità, che è il più richiesto nelle contrattazioni tra privati”.

E continua: “In termini di motorizzazioni, le quotazioni delle auto a gasolio recenti hanno fatto registrare una crescita più elevata rispetto a quelle a benzina, con picchi per le diesel plug-in di 3 anni arrivate al 18,4%. Alta anche la rivalutazione (+19,8%) delle vetture a benzina di 10 anni. Questa tendenza ha già subito una brusca frenata nel primo trimestre di quest’anno, durante il quale gli aumenti delle quotazioni si sono ridotti a valori compresi fra l’1,8 e il 3,8%, quest’ultima percentuale sempre per le auto decennali, che continuano a essere molto richieste, fino quasi ad annullarsi in aprile rispetto al mese precedente”.

Quando caleranno i prezzi delle auto usate

Finalmente i prezzi dell’usato hanno smesso di gonfiarsi, dopo un anno di continue quotazioni al rialzo e, come Quattroruote spiega: “Anche se è prematuro ipotizzare una flessione generalizzata delle quotazioni pur presente per alcune tipologie specifiche di vetture, la corsa al rialzo si è arrestata quasi bruscamente e in maniera generalizzata per tutti i segmenti e le alimentazioni”.

È stato creato un ampio servizio sul tema dell’invecchiamento del parco circolante, nell’ambito del quale si è fatta un’analisi delle quotazioni dell’usato, che in Italia – come sappiano – è parecchio datato.

Gli esperti si sono soffermati su un effetto collaterale rilevante e sempre più frequente: il costo toppo elevato delle riparazioni auto. Vista l’anzianità delle vetture che circolano nel nostro Paese infatti succede spesso che i costi della riparazione siano molto più alti rispetto a quello che è il valore residuo dell’auto, un tema affrontato di recente, e su cui la Corte di Cassazione si è appena pronunciata.

Secondo Quattroruote – e lo sappiamo anche noi – questo “costringe il proprietario alla rottamazione della vettura anche nei casi di sinistri senza colpa. Nella maggior parte delle situazioni che coinvolgono le auto più vecchie infatti il risarcimento da parte dell’assicurazione si ferma al valore del mezzo danneggiato e risulta insufficiente per coprire l’elevato costo del ripristino dell’auto”.