Si dice che il nostro destino sia scritto nel nostro DNA e forse per Horacio Pagani è stato proprio così perché fin da piccolo ha dimostrato passione e talento per la meccanica e la progettazione, esprimendo grande curiosità e creatività in tutti i passaggi della sua incredibile storia.
Horacio Pagani nasce il 10 novembre 1955 a Casilda, piccola cittadina vicino a Santa Fe, in Argentina, da una famiglia di umili origini, con il padre fornaio e il nonno di origini italiane che si trasferì nel Paese sudamericano verso la fine dell’800, aprendo un forno che lascerà poi ai figli.
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I primi passi
Horacio frequenta, fin da giovanissimo la bottega del modellista navale Tito Ispani, conciliando questa frequentazione con la passione per le auto, leggendo le riviste del settore e cercando di realizzare di primi bozzetti. Fin da giovanissimo ha costruito i primi modellini, modellini che, ancora oggi, sono conservati nel Museo dell’Azienda di via dell’industria 26, a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena.
Questa sua passione lo porta poi ad avvicinarsi al mondo delle corse, in particolare alla figura di Juan Manuel Fangio e alle sue competizioni, mentre contemporaneamente scopre il genio di Leonardo da Vinci, l’amore per lo studio e il disegno, per le creazioni in grado di unire la bellezza estetica alla funzionalità.
Ha modo poi di mettere in pratica questo suo attento studio, quando all’età di 14 anni, gli viene regalato un motore Sachs Televel che lui ricostruisce insieme all’amico d’infanzia, Gustavo Marani, chiamato “Gustavito”, la cui famiglia era proprietaria di un’officina. Il progetto da vita prima ad un piccolo go-kart e poi, dopo l’acquisto di un altro motore, alla costruzione di due minimoto con telai simili ma motori diversi.
Arriva poi l’opportunità, prima di finire la scuola superiore, di costruire una piccola auto, una Dune-Buggie, adattando un kit per una carrozzeria al telaio di un’altra auto. Horacio Pagani non perde tempo e in cinque mesi realizza una piccola auto, di uno sfavillante colore rosso, perfettamente funzionante con la quale gira per la città, facendosi notare.
Dopo la scuola superiore, Horacio Pagani si iscrive al percorso di Industrial Design presso la facoltà di Belle Arti dell’Università Nazionale di La Plata, cambiando poi in Ingegneria meccanica presso la facoltà d’Ingegneria dell’Università Nazionale di Rosario ma incontrando difficoltà nel far coesistere la formazione teorica con l’aspetto creativo e pratico da lui fortemente sviluppato, decide di tornare a Casilda e di continuare a studiare da autodidatta.
Si stabilisce allora in un garage improvvisato, chiamato “Tajer”, dove inizia subito a progettare e realizzare mobili e strutture su misura, fino ad arrivare ad un prototipo di roulotte, chiamata “L’Alpine” che sponsorizzava l’attività della ditta “Horacio Pagani Design”, durante l’Esposizione Industriale e Commerciale di Casilda. Horacio Pagani sottolinea, ancora una volta, il suo spirito imprenditoriale e la grande creatività, ricevendo subito delle richieste per personalizzazioni e customizzazioni di diversi mezzi, come ad esempio un furgoncino adattato a studio mobile per Radio Casilda.
L’arrivo in Italia
Arriva poi, nel 1979 la grande occasione con la realizzazione di una vettura per le corse, la Pagani F2 per il campionato di Formula 2, guidata dal pilota Agustin Beamonte. Questo gli darà poi la possibilità di partire per l’Italia nel 1982 con una serie di lettere di presentazione redatte da Manuel Fangio stesso e indirizzate ai grandi nomi del settore automobilistico del periodo: all’imprenditore Enzo Ferrari, all’ingegnere Giulio Alfieri di Lamborghini, all’Alfa Romeo, all’azienda specializzata in vetture da corsa Osella e alla casa automobilistica De Tomaso.
Horacio Pagani sarà, infatti, assunto dalla Lamborghini come operaio metalmeccanico, dimostrando, fin da subito, doti ingegneristiche fuori dal comune e idee da creativo visionario. Arriva quindi, con la fiducia riposta in lui dall’ingegnere Giulio Alfieri, a progettare una piccola Lamborghini, la P140, che anticiperà alcune soluzioni che verranno utilizzate in altri modelli. Viene così notato e inserito nel team di design, partecipando ai progetti per la costruzione della Lamborghini Countach e della Lamborghini Diablo, realizzando poi direttamente la Countach Evoluzione, nel 1985.
La nascita della Pagani Automobili
Intanto, Pagani stava sviluppando l’idea personale di realizzare una supercar in autonomia, la Fangio 1, che costituirà poi la base della futura Pagani Zonda. Nel frattempo, Pagani amplia le sue competenze specializzandosi nei materiali compositi, come carbonio e kevlar, e fondando una propria società nel 1988, la Horacio Pagani Composite Research.
Successivamente, inseguendo il sogno di una vettura a nome Pagani, fonda la Modena Design S.p.A nel 1993 a San Cesario sul Panaro, dove inizia a lavorare al suo nuovo progetto che si concluderà con il lancio della prima vettura nel 1998 e la sua presentazione al Salone di Ginevra nel 1999: si tratta della Pagani Zonda C12, dal nome di un vento torrido che soffia sulle Ande argentine, realizzata in carbonio a vista e con un motore Mercedes V12. La Zonda rappresentò una rivoluzione nel mondo delle supercar grazie alla sua costruzione leggera, l’uso estensivo della fibra di carbonio e le prestazioni eccezionali.
Da lì sarà poi un crescendo di successi e modelli iconici, come la Huayra nel 2011, ispirata al dio del vento della mitologia sudamericana Huayra-tata, e la Utopia del 2022. Spesso di tratta di pezzi unici, super personalizzati, o in edizione limitata. Inoltre, proprio l’anno scorso, nel 2023, la casa automobilistica ha festeggiato i primi 25 anni di storia.
Un percorso unico, una storia avvincente del fondatore di una delle case automobilistiche più ammirate al mondo per le sue supercar iconiche: ogni modello è una combinazione unica di estro creativo, cura artigianale e scienza motoristica. La perfetta ed esclusiva espressione della visione appassionata e innovatrice di Horacio Pagani.