Posto di blocco, cosa controllano e come comportarsi

La sicurezza degli automobilisti e quella degli altri utenti della strada dipende anche dalla responsabilità e dal rispetto delle regole sui posti di blocco

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Fabio Lepre

Giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Ignorare un posto di blocco può avere conseguenze severe, sia in termini di sanzioni economiche sia di implicazioni penali. Quando un automobilista sceglie di non fermarsi, nonostante la richiesta delle forze dell’ordine, si espone non solo a multe salate, ma anche a rischi legali.

Durante un posto di blocco, i carabinieri e altre autorità verificano una serie di aspetti per la sicurezza stradale. Questi controlli possono comprendere la verifica di documenti come patente di guida e libretto di circolazione, il controllo dell’assenza di sostanze alcoliche o stupefacenti al volante e l’adeguatezza tecnica del veicolo in termini di norme ambientali e di sicurezza.

Fermarsi a un posto di blocco è un dovere civico che contribuisce alla sicurezza di tutti. Le autorità effettuano questi controlli per prevenire il crimine e garantire che le norme di sicurezza stradale siano rispettate. La collaborazione con le forze dell’ordine aiuta a mantenere le strade sicure per tutti gli utenti.

Perché non è mai una buona idea non fermarsi a un posto di blocco

Quando si parla di sicurezza stradale è innanzitutto fondamentale comprendere la differenza tra un posto di controllo e un posto di blocco poiché le sanzioni applicabili sono differenti.

Ignorare un posto di controllo può comportare una multa che varia da 87 a 344 euro, secondo l’articolo 192 del Codice della Strada, oltre alla sanzione accessoria della decurtazione di tre punti dalla patente di guida. La situazione si aggrava quando si ignora un posto di blocco. In questo caso, la sanzione pecuniaria è più elevata e oscilla tra 1.362 e 5.456 euro, accompagnata dalla perdita di 10 punti sulla patente.

Se l’automobilista, nel tentativo di evitare il blocco, compromette l’incolumità degli agenti o la sicurezza pubblica, potrebbe essere accusato di resistenza a un pubblico ufficiale, così come previsto dall’articolo 337 del Codice penale. Questo reato è passibile di reclusione da sei mesi a cinque anni. Le autorità sono particolarmente vigili nei confronti degli automobilisti che tentano di forzare o hanno già forzato un posto di blocco, poiché questo comportamento può indicare una pericolosità estrema.

In queste circostanze, le conseguenze possono peggiorare rapidamente fino ad arrivare all’applicazione di misure di sicurezza aggiuntive da parte delle forze dell’ordine.

Cosa viene controllato a un posto di blocco

Nell’ambito della sicurezza stradale bisogna distinguere tra posto di controllo e posto di blocco, due strategie operative che rispondono a necessità e obiettivi diversi. Un posto di controllo è in genere gestito da una pattuglia di due o tre agenti e ha come scopo principale la prevenzione. Gli agenti possono effettuare verifiche sui documenti di guida, sulle condizioni della vettura e sullo stato psicofisico del conducente. Un posto di controllo si concentra invece su un solo senso di marcia e le vetture vengono selezionate a discrezione degli agenti per i controlli.

Al contrario, un posto di blocco è una misura adottata in circostanze eccezionali e comporta il blocco di entrambi i sensi di circolazione su una determinata strada. Questo tipo di intervento può prevedere l’uso di corsie di canalizzazione, bande chiodate antifuga e altri strumenti per assicurare il rallentamento e la fermata di tutti i veicoli. A differenza dei posti di controllo, i posti di blocco obbligano alla verifica di ogni veicolo che transita.

Mentre i posti di controllo sono prevalentemente focalizzati su controlli di routine per scopi di prevenzione, i posti di blocco sono strumenti più invasivi, utilizzati per bloccare specifiche minacce o intercettare guidatori ben precisi.

Quali documenti può chiedere la polizia

Nei posti di blocco, le forze dell’ordine possono richiedere diversi documenti a seconda delle circostanze del fermo. Bisogna allora distinguere tra i controlli effettuati sui pedoni e quelli rivolti agli automobilisti.

Quando una persona viene fermato dalla polizia mentre cammina, secondo la legge italiana, non è obbligato a mostrare documenti di identità come la carta o la patente. L’unico requisito è fornire le proprie generalità, quali nome, cognome, e residenza, che consentono l’identificazione personale. Interessante è una sentenza della Corte di cassazione (la numero 2021 del 2020) che stabilisce che un pedone fermato non commette reato rifiutandosi di mostrare un documento d’identità alle forze dell’ordine, anche se decide di allontanarsi dal posto di blocco.

Per gli automobilisti la situazione cambia notevolmente. Al volante è obbligatorio esibire non solo la carta d’identità ma anche la patente di guida e la documentazione del veicolo quando richiesto in un posto di blocco. Questi controlli mirano a verificare la regolarità della guida e la conformità del veicolo alle normative vigenti.

La collaborazione con le forze dell’ordine in queste situazioni è essenziale per la sicurezza pubblica e per evitare complicazioni legali. Comprendere i propri diritti e doveri quando si viene fermati può aiutare a gestire l’interazione in modo più informato e sereno.

Tra ispezioni e verbale

Nel corso di un posto di blocco, le forze dell’ordine possono estendere i loro controlli al di là della semplice verifica dei documenti. Possono cioè effettuare ispezioni approfondite come quelle del bagagliaio, del vano motore e dell’abitacolo del veicolo. Queste verifiche permettono di accertare l’assenza di oggetti o sostanze illecite, migliorando così il livello della sicurezza pubblica.

Se gli agenti identificano motivazioni valide che suggeriscono la possibile presenza di armi o stupefacenti, possono procedere a una perquisizione personale del conducente o dei passeggeri. Questo tipo di controllo viene effettuato solo sotto condizioni di urgenza, richiedendo ai soggetti coinvolti di scendere dal veicolo per garantire una verifica accurata.

Un aspetto fondamentale dei controlli è la garanzia della trasparenza e del rispetto dei diritti individuali. Dopo ogni perquisizione, gli agenti sono tenuti a redigere un verbale dettagliato che illustri le ragioni dell’intervento. Una copia di questo documento deve essere fornita a ciascun soggetto perquisito, consolidando così la procedura come equa e giustificata.

Come comportarsi a un posto di blocco

Un posto di blocco è adeguatamente segnalato con il cartello Alt Polizia, posizionato a una distanza che permette al conducente di avvistarlo in tempo utile. In questo modo si consente la riduzione della velocità e una fermata sicura, senza compromettere la fluidità del traffico. Per garantire la visibilità, il segnale è ripetuto all’altezza del punto di arresto.

Ai posti di blocco è fondamentale che tutti i conducenti, indipendentemente dalla loro situazione, seguano le istruzioni delle forze dell’ordine. Chi non ha nulla da nascondere è invitato a collaborare attivamente, facilitando così il lavoro degli agenti e contribuendo alla sicurezza stradale.

Anche chi potrebbe avere commesso una trasgressione, come una patente dimenticata o aver bevuto un bicchiere di troppo, dovrebbe adottare un atteggiamento cooperativo. È sempre preferibile mostrarsi collaborativi piuttosto che rischiare di aggravare la propria posizione.