A pensarci bene, sembra essere così: molti tifosi della rossa indossano occhiali grigi per vedere il mondo sportivo nel quale il Cavallino Rampante galoppa. Un trotto a volte sostenuto, ma molte altre (troppe) decisamente azzoppato. Ed è proprio qui che la mente si deprime. Si abitua a sopportare un contesto nel quale le poche soddisfazioni sembrano quasi successi intramontabili. Vincere 2, 3 o forse 4 gare in una stagione composta da 24 round non è, e non può essere, un vanto. Specie se ti chiami Ferrari di nome. Si passa quindi da una gioia infinita per un trionfo di tappa, alla tristezza più assoluta quando le cose non vanno come dovrebbero. Tutto questo si chiama passione, sentimento che ti sbatte da una parte all’altra senza chiederti il permesso.
Un po’ quello che è successo a Singapore, dove il team di Maranello poteva fare tanto ma alla fine dei conti non ci è riuscito. Sarebbe bello poter dire che le motivazioni sono diverse ma, in questo caso, purtroppo, tutte le ipotesi portano la ragione verso un’unica colpa: la qualifica. Ne abbiamo già discusso ampiamente. Una sessione classificatoria tragica, sportivamente parlando, nella sua terza parte. Proprio sul più bello tutto è andato a ramengo. Le speranze collettive di una squadra sono colate a picco. Lo hanno fatto nella gara sbagliata, quella di Marina Bay, dove il sabato conta di più della domenica per raggiungere il risultato. Questa, in estrema sintesi, l’analisi preliminare del weekend trascorso sull’isola, città stato di Singapore.
Ferrari scivola sul tema gomme ancora una volta
La qualifica, dicevamo. Una Q3 dove Sainz ha preso a sberle il muro di curva diciannove con il culo della sua monoposto. Mentre il suo compagno Leclerc, sebbene un giro in realtà l’abbia fatto, alla fina non è valso a nulla. Cancellato dalla direzione gara perché in curva uno il front-end della SF-24 n°16 è andato oltre la riga che delimita la piega. In ambedue i casi le radici sono le stesse e identiche: le gomme, questo perfetto sconosciuto. Di recente abbiamo incensato la capacità della rossa nel trattare bene gli pneumatici. Sia sul giro secco che con tanto carburante a bordo. Oggi, lunedì 23 settembre 2024, il giorno dopo la gara, possiamo dire che gli uomini in rosso deputati alla gestione delle coperture hanno fatto una figura barbina sabato, all’ora di pranzo.
Una delle teorie sul ciclo di isteresi messe in pratica era la seguente: non esagerare con la temperatura immessa sulla carcassa dello pneumatico. Così facendo si poteva evitare l’overheating tra secondo e terzo settore. Un fenomeno che surriscalda la gomma, limita il grip e di conseguenza peggiora il riscontro cronometrico. Per supportare l’ipotesi, impostare le termocoperte per scendere in pista con gomme leggermente più fredde pareva la soluzione adatta. Soluzione che al contrario ha trafitto le speranze della Ferrari. Sostare in pitlane più del dovuto, inoltre, di certo non ha aiutato. Risultato? Scendi in pista e alla prima curva presa in maniera seria il retrotreno ti parte. Questo era Sainz. Ti rendi conto che le gomme sono al di sotto della temperatura ideale, spingi con un forsennato nell’outlap ma in curva 1 arrivi lungo e superi i track limits. Questo era Leclerc.
Per il monegasco c’è pure l’aggravante: un cavo della termocoperta che fa i capricci. Quello dell’anteriore sinistra per essere precisi. I meccanici si adoperano per correggere il grattacapo che però somma difficoltà al quadro di per se già critico. Fattaccio che dà vita a una asincronia di temperature sull’anteriore. Le immagini sono chiare, le abbiamo viste tutti. Stesso discorso per l’arrabbiatura di Charles via radio quando commenta il fatto sul quale il muretto non riesce a dare (in realtà non vuole) un spiegazione. Vasseur nega questo problema. Glissa parlando d’altro. E, forse per non fare brutta figura, sposta l’attenzione su altri fattori. Chissà… probabilmente era un errore umano e quindi era meglio sorvolare? Non lo sapremo mai. Un po’ come la faccenda dell’anti-stall in Austria, sempre in Q3, che ha negato il giro a Leclerc. Amen.
Ferrari aveva le potenzialità per contende la vittoria alla McLaren
In gara le rosse vengono stoppate dal traffico. Per gran parte del primo stint sono ingabbiate da chi andava più piano, ma in qualifica è stato bravo a non sbagliare. Ferrari decide così di sdoppiare la strategia: Sainz anticipa la sosta, Leclerc la ritarda. Mossa azzeccata per entrambi. Lo spagnolo recupera diverse posizioni, anche quelle perse in partenza, all’interno di un fine settimana dove non ha mai raggiunto il feeling necessario per spingere al massimo la sua SF-24. L’ex Alfa Romeo idem come sopra. Nel suo caso c’è anche qualcosa di più interessante da dire. Disamina che ci porta ad una conclusione: sia sulle gomme Medium, ma soprattutto con le gomme Hard nel secondo stint, la SF-24 ha mostrato un passo davvero competitivo.
Prendendo in esame i dati telemetrici, infatti, possiamo asserire che nel secondo settore di Marina Bay Charles volava. Andava addirittura più forte di Norris, in media, con velocità di percorrenza super. Parliamo dell’unico pilota che, facendo il computo totale delle tornate mentre girava in “free air”, ha mostrato il passo di chi ha vinto. Un ritmo degno di lottare per la vittoria. Meglio delle Mercedes e soprattuto di Verstappen che ha tagliato il traguardo al secondo posto. Senza dubbio un riscontro positivo, poiché la rossa in versione Singapore era una vettura davvero tosta. L’unica che poteva mettere in difficoltà l’iperuranica McLaren. Una soddisfazione che tuttavia fa imbestialire Leclerc, conscio di aver perso una grande occasione, al pari di quella azera (Baku), per vincere una gara.
Team radio finale, canale della numero 16: Bryan Bozzi si complimenta con il suo pilota, reo della condotta perfetta del ferrarista. Charles ascolta e mentre tira fumo dalle orecchie preferisce non rispondere. Silenzio che valle più di 1000 parole. Questo il resoconto di un fine settimana di passione. Uno dei tanti che il Cavallino Rampante ha “voluto” dedicare ai propri supporter. La seconda lunga pausa nel calendario inizia oggi. Tre settimane senza azione in pista per poi viaggiare in America, Texas. Round numero 19 della F1, dove Ferrari porterà un ulteriore pacchetto di aggiornamenti con l’intento di migliorare ancora il rendimento della SF-24. Ci vediamo là, ad Austin, sperando che questa volta la concentrazione faccia presenza pure al sabato.