Fiat Toro (2016), il pick-up che ha fatto la storia in Brasile

Il Fiat Toro (2016), pick-up indirizzato ai mercati dell'America Latina, incarnava un DNA fuoristrada fatto e finito, in grado di affrontare ogni sentiero

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 11 Settembre 2024 20:59

Il 2016 è stato senz’altro l’anno del Toro per Fiat, almeno in Brasile. Cosa c’entra il segno zodiacale con il marchio italiano? Niente, esatto. Ciò a cui ci riferiamo è il pick-up allora presentato. Sebbene non abbia mai fatto incursione nelle concessionarie italiane, ha rappresentato un pilastro del Costruttore tricolore, ciò che si dice una gallina dalle uova d’oro. La semplicità delle linee, votate alla funzionalità, e la solidità trasmessa le sono valse il favore di una larga fetta di pubblico.

Pick-up evoluto

In apertura dell’anno, la Casa del Lingotto, che gettava delle importanti fondamenta nel Paese sudamericano, svelava il pratico mezzo. Segni particolari, una praticità fuori dal comune. L’attesa dei fan carioca era palpabile, confermata dalla reazione entusiasta avuta in seguito.

Stuzzicata la fantasia dei fan in anticipo, il brand oggi parte del gruppo Stellantis, ma all’epoca parte di FCA, fornì ogni risposta del caso sulla vettura. Il Fiat Toro rappresentava un pick-up evoluto, pensato dalla squadra di progettisti con l’obiettivo di conquistare una nutrita clientela. Grazie a un accurato studio dei dettagli, seppe renderlo all’avanguardia, in linea con i canoni estetici e funzionali.

Frutto della collaborazione tessuta assieme a Jeep, aveva la stessa piattaforma, meccanica e qualità costruttiva della Renegade. Dovendo ottimizzare le spese, i piani alti preferirono sfruttare quanto già di buono condividevano le cugine. L’ottima nomea guadagnata dall’esemplare americano giocava a favore. Ecco perché la première del Fiat Toro riscosse pure l’interesse dei media europei, soprattutti italiano. Sebbene non avrebbe mai invaso le concessionarie del Vecchio Continente, le caratteristiche conferite solleticavano il palato.

La favorevole impressione iniziale destata dipendeva, anzitutto, dal design, evoluto a sufficienza. Rispetto a una berlina o una station wagon appariva meno appariscente, e mica costituiva una debolezza. Agli utenti erano stato promesse determinate caratteristiche, perciò il centro stile avrebbe rischiato di deluderli qualora avesse virato in un’altra direzione.

Le forme accattivanti, unite a capacità off-road da fuoristrada “duro e puro”, lo rendevano un mezzo alquanto versatile. Improntato a soddisfare le esigenze di una platea eterogenea, faceva del comfort, tipico da SUV, una prerogativa. Riprendere tratti da Sport Utility, in riferimento all’abitacolo, affondava su solide fondamenta. Come ben sappiamo, il comparto gode tuttora di un seguito eccezionale a livello planetario. Addirittura, potremmo definirne il peso specifico da monopolio sostanziale. Degli esercizi saltuari i Costruttori li offrono, ma è questo segmento a dominare la scena.

Sistemi di sicurezza e listino prezzi

Oltre al fascino del look, il Fiat Toro vantava tecnologie e dispositivi di sicurezza sofisticati. Nel pacchetto di serie comprendeva ben 7 airbag, a garanzia della massima protezione per gli occupanti. In caso di tamponamenti e urti, gli occupanti trovavano un’efficace protezione nei componenti installati a bordo.

Sotto il cofano, il pick-up poteva, invece, montare due diverse motorizzazioni: benzina 1.8 16V o turbodiesel 2.0 da 170 CV, entrambi abbinabili a trasmissione manuale o automatica a nove rapporti. Soprattutto la seconda dispensava delle performance brillanti, a fronte di consumi contenuti. Le ruote motrici erano due o quattro. In merito al prezzo, il listino partiva da 76.500 reals, equivalenti a 17.150 euro.