Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, le supercar dei Carabinieri da 300 km/h

Nella perenne caccia ai malviventi, quelli più veloci, l'Alfa Romeo consegnò all'Arma dei Carabinieri due potenti Giulia Quadrifoglio: raggiungevano i 300 km/h

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 30 Luglio 2024 10:12

Il 5 maggio 2016 un vento di novità soffiava all’interno del parco del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri a Roma. Due creature dal fiuto felino, vestite di un blu istituzionale con striature gialle e rosse, erano pronte a svelare la loro grinta al mondo: erano le Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio.

307 km/h di velocità massima

Non si trattava di semplici auto di pattuglia, bensì di saette al servizio delle Forze dell’Ordine. Equipaggiate con defibrillatori, unità refrigeranti, sistemi radio all’avanguardia e dispositivi di emergenza, erano pronte a sfrecciare lungo le strade di Roma e Milano, in prima fila per salvare vite e garantire la sicurezza. Da 0 a 100 km/h scattavano in 3,9 secondi, mentre la velocità massima era di 307/km. Delle belve indomite, utilissime nelle situazioni di stretta emergenza.

Comunque, il loro fascino non poteva essere solo ascritto nelle prestazioni da brivido. Il retaggio storico era altrettanto rilevante. Costituivano, infatti, l’erede delle celeberrime “Gazzelle” del dopoguerra, il simbolo di un legame storico tra l’Arma e il Biscione. Connubio di eccellenza, affidabilità e passione italiane, le vetture erano concepite al fine di garantire il pieno svolgimento delle mansioni. In risposta ai ladri, spesso provvisti di bolidi, occorrevano dei veicoli all’altezza, capaci di reggerne il passo durante gli inseguimenti.

Delle pretese elevate, ma soddisfatte dai progettisti, grazie a un know-how tecnico eccellente. Chi operava tra le fila della compagnia aveva un bagaglio di esperienze e competenze tale da andare incontro alle esigenze. Benché nel corso dei decenni, l’industria delle quattro ruote abbia cambiato fisionomia, dei punti fermi rimangono. La dedizione completa del personale, in cerca di performance sublimi, è valso un posto da protagonista nel mercato europeo e mondiale.

Un simbolo di eccellenza italiana al servizio

Sotto la gestione dell’attuale CEO, Jean-Philippe Imparato, l’azienda meneghina mira a competere sullo stesso piano dei principali produttori premium. Da BMW ad Audi, fino a Mercedes, la Germania è il target da sfidare e battere. La 33 Stradale, capostipite delle fuoriserie, apre a una nuova, elettrizzante era, da scrivere ex-novo.

In occasione di varie interviste concesse alla stampa, l’amministratore delegato ha espresso la ferrea volontà di ricondurre il brand ai lidi che gli competono. La fiducia di Carlos Tavares, leader di Stellantis, guadagnata sul campo al comando di Peugeot, e le importanti risorse disponibili lasciano immaginare un futuro roseo.

L’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio del 2016 riservata ai Carabinieri ci fa capire che la compagnia di Arese ha sempre mantenuto un certo piglio su strada. Senza avere gli stessi mezzi di oggi, sapeva stupire. Per domarne l’esuberanza, i Carabinieri erano attesi a un corso di guida, dove imparare a domare la potenza e il carattere degli esemplari.

Il frutto delle ore di preparazione non era solo una macchina, rappresentava un messaggio: l’Arma dei Carabinieri era pronta ad affrontare il domani con grinta e innovazione, senza dimenticare i valori originali. Ad anni di distanza, il ricordo resiste. Un’epoca in cui i Carabinieri viaggiavano a velocità straordinarie e la Quadrifoglio non assolveva a un mero scopo funzionale, era un simbolo di eccellenza italiana al servizio del Paese.