All’inizio dell’anno, nonostante la situazione di crisi che purtroppo vive il settore auto da ormai due anni (dallo scoppio della pandemia di Coronavirus), tra la furia di associazioni di settore e consumatori, si era parlato di uno stop definitivo agli Ecobonus, annullati per l’intero 2022.
Era prevista, secondo quanto dichiarato dal Governo, l’assenza totale di aiuti e sostegni al settore, oltre che ai clienti che continuano ad avere la necessità di comprare una macchina nuova, in un momento tutt’altro che facile. Anche per questo motivo, il mercato dell’usato aveva subito un’impennata considerevole, e i prezzi delle vetture di seconda mano si erano alzati. Dal mese scorso però siamo positivi, e possiamo invece riparlare di aiuti destinati all'automotive per il 2022.
La somma destinata ai bonus auto
Il cosiddetto Decreto Energia, nel suo testo definitivo, approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, dall’iniziale somma prevista di 800 milioni di euro, dopo l’esaminazione della bozza da parte del Consigli dei Ministro lo scorso 18 febbraio, prevede oggi 700 milioni. Per il periodo che va dal 2023 al 2030, invece, è stato confermato un aiuto pari a un miliardo di euro all’anno.
Le auto che rientrano nell’incentivo
L’Unrae ha richiesto di intervenire per modificare il tetto massimo del prezzo delle vetture che beneficerebbero deli incentivi, “così è troppo basso”. Eppure in queste ore, come già avevamo ipotizzato il mese scorso, pare confermata l’ipotesi della diminuzione di circa il 30% sulla soglia massima del prezzo di listino per le vetture che potrebbero beneficiare dei nuovi Ecobonus.
Cosa significa
Con un taglio di questo tipo, resterebbero fuori dagli incentivi moltissime vetture elettriche che fino allo scorso anno erano invece comprese. Una scelta che secondo l’Unione Nazionale Rappresentanti Auto Estere (Unrae) è assolutamente controproducente. E infatti il presidente Michele Crisci ha dichiarato di essere estremamente preoccupato per il taglio del price cap (tetto massimo) ipotizzato ad oggi. E sottolinea: “Sarebbe da considerarsi estremamente controproducente: per la concorrenza, perché escluderebbe un gran numero di player dagli incentivi, ma anche per i consumatori, che avrebbero una minore scelta di prodotto, e anche per lo Stato, che a parità di incentivi avrebbe minori incassi dall’IVA”.
Non dimentichiamo inoltre le conseguenze sull’ambiente, visto che le auto elettriche vendute, invece che aumentare e seguire la scia della transizione energetica, sarebbero meno. E Crisci aggiunge: “Il taglio, oltre a presentare profili di dubbia legittimità, potrebbe avere impatti molto negativi sullo sviluppo della mobilità a zero emissioni, e che non porterebbe alcun vantaggio ai consumatori, ma solamente ad alcuni produttori”. Per questo motivo muove la richiesta al Governo di “mantenere la preesistente soglia dei prezzi di listino per la fascia 0-20 g/km CO2”.
Ma facciamo il punto della situazione: con gli incentivi dello scorso anno, il bonus statale era concesso a tutti coloro che compravano un’auto elettrica con prezzo di listino sotto i 50.000 euro + IVA (62.000 euro). Con il taglio proposto oggi invece il tetto massimo arriva a 35.000 euro + IVA (quindi 42.700 euro).
Le auto che potrebbero beneficiare del bonus 2022
Tra le vetture comprese in questa nuova ipotesi di incentivi ci sarebbero: Citroen e-C4, Cupra Born, Dacia Spring, DS3 Crossback e-tense (non tutti gli allestimenti, in base al prezzo di listino), Evo 3 Electric, Fiat Nuova 500, Honda e, modello base di Hyundai Ioniq (solo modello base), Hyundai Kona Electrice e Kia e-Soul (solo modelli base), Mazda MX-30, MG ZS EV, MG Marvel R (modello base), Mini Full Electric, Nissan Leaf, Opel Corsa-e, Opel Mokka-e, Peugeot e-208, Peugeot e-2008, Renault Twingo Electric, Renault Zoe, Smart EQ fortwo , Smart EQ forfour e infine il modello base della Volkswagen ID.3.