Infiniti: lusso giapponese su quattro ruote

Infiniti è il marchio delle auto di lusso del produttore automobilistico giapponese Nissan. Scopriamo qualcosa in più su Infiniti

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Redazione

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Nissan, nel 1989, creò un nuovo marchio, per distinguere i veicoli di gamma superiore: la Infiniti.
Ma scopriamo qualcosa di più su questo marchio.

La prima apparizione dei modelli Infiniti avviene sul mercato nordamericano, nel 1989, con la Q45.
L’obbiettivo era quello di fronteggiare il dominio delle case tedesche Mercedes-Benz e BMW e delle statunitensi Cadillac e Lincoln. Nel 2014 Infiniti ha addirittura coinvolto la NASA sullo sviluppo di alcune tecnologie e delle poltrone del modello Q50.
Le attività del marchio Infiniti sono diffuse in tutto il mondo: Nord America, Messico, Medio Oriente, Corea del Sud,Taiwan, Russia, Cina e Ucraina.
I modelli prodotti dal marchio nipponico sono coupée, berline e SUV. Sono caratterizzate da una cura particolare e maniacale degli interni, particolarmente rifiniti e lussuosi e da una potenza non indifferente.

Come abbiamo già detto in precedenza, Infiniti è un marchio Nissan, che a sua volta fa parte del gruppo francese Renault. Nel 2013 Infiniti diventa sponsor principale del team di Formula 1 Red Bull. Nel 2014 questo sodalizio ha portato addirittura al cambio di nome della scuderia in Infiniti Red Bull Racing.
Infiniti negli ultimi anni ha puntato sempre più a differenziarsi dalla casa madre Nissan. Tale politica ha dato frutti evidenti, guadagnando molto rapidamente quote significative di mercato a suon di record di vendite.

Pare però che Nissan avesse pensato seriamente alla chiusura di Infiniti negli anni scorsi. Questa notizia venne rilasciata nel 2013 dal Vicepresidente Nissan, Andy Palmer. Tra le principali motivazioni che portarono a questo pensiero, poi fortunatamente mai realizzato, fu il non raggiungimento dei risultati di vendita previsti. Tuttavia, il marchio si è salvato grazie alla volontà dello stesso Palmer, il quale spinse per tenere vivo il marchio, concedendogli anche una maggiore autonomia (e qui ci ricolleghiamo al discorso fatto prima). I sostenitori della chiusura sostenevano che Nissan non aveva necessariamente bisogno di Infiniti e potevano far bene anche tagliando il marchio di lusso. La strategia di Palmer fu di creare un legame impostato sul tenere le giuste distanze, senza che la natura popolare di Nissan penalizzi l’immagine di lusso che appartiene ad Infiniti, così da rendere Infiniti vincente e non farlo diventare un peso per Nissan.

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