Mazda avrà una nuova succosa sportiva: l’erede della RX-8

Mazda riaccende il mito RX: il rotativo torna, ma da generatore elettrico. La Iconic SP anticipa la RX-9, coupé 2+2 con potenza tra i 350 e i 400 cavalli

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 30 Giugno 2025 13:25

A Hiroshima le radici restano vive. Nel silenzio delle linee di produzione e nei corridoi del centro ricerca, il cuore rotativo pulsa ancora. La RX-8, uscita dai listini nel 2012, prepara il ritorno, una reincarnazione capace di fondere memoria e futuro. Si chiama Mazda Iconic SP ed è più di una concept car: un manifesto tecnico che punta dritto al cuore degli appassionati. Lo ha confermato Ryuichi Umeshita, direttore tecnico della Casa nipponica, in un’intervista a MotorTrend: “Stiamo lavorando su un’erede vera. Sarà basata sulla Iconic SP presentata al Japan Mobility Show 2023”. Tra quelle linee taglienti e i fari sottili si intravede l’ossessione di non tradire la filosofia RX: leggerezza, motore Wankel e un DNA che fa del rischio un valore.

Un motore rotativo che non muove le ruote

I romanticismi lasciano il tempo che trovano: la RX-9 (questo il nome papabile) farà a meno del rotativo come cuore pulsante tradizionale. Invece di spingere direttamente le ruote, il motore Wankel funzionerà da generatore per alimentare le batterie. Un concetto già testato da Mazda con la MX-30 e il suo range extender, stavolta, però, la scala cambia. Potenza stimata: tra i 350 e i 400 CV. Zero emissioni allo scarico, almeno sulla carta, ma col sound unico del pistone rotante a far da firma sonora.

L’architettura ibrida, combinata a un assetto 2+2 compatto, punta a ritagliarsi uno spazio che nessun altro costruttore osa più esplorare. Il rotativo resta un terreno quasi deserto. La MX-30 lo adotta nella forma di range extender per guadagnare chilometri, il modello di serie in procinto di nascere mira invece a scolpire piacere e prestazioni nella mobilità elettrica.

Numeri piccoli, anima grande

Le indiscrezioni parlano di una produzione limitata, probabilmente entro il 2027, quando Mazda presenterà anche la versione aggiornata del rotativo per rispettare normative sempre più strette. Un suicidio commerciale? Forse. Oppure no: per l’azienda il rotativo non è mai stato una scelta sensata dal punto di vista contabile. È stato un marchio di fabbrica, un simbolo di ostinazione tecnica altrove abbandonato da decenni.

Per capirlo basta guardare indietro. RX-7, RX-8: auto di nicchia, con numeri di vendita mai paragonabili a coupé europee o sportive giapponesi turbo. Eppure, diventate culto. Oggi, con l’elettrico che anestetizza il sound e uniforma le sensazioni, quell’anima può tornare a fare la differenza.

MX-5: il futuro elettrico può aspettare

Nella stessa intervista, Umeshita ha confermato un altro segreto che a Hiroshima custodiscono gelosamente: la MX-5 non diventerà elettrica. O almeno non subito. La quinta generazione arriverà dopo la RX-9, con lo stesso mantra: peso piuma, motore termico, cambio manuale e piacere meccanico. Probabilmente userà il nuovo Skyactive Z, previsto per il 2027 anche per altri modelli Mazda.

Una presa di posizione in tempi di piattaforme elettriche universali. La MX-5 esiste dal 1989 ed è rimasta fedele a sé stessa: due posti, trazione posteriore e sensazione di essere dentro la strada. Agli acquirenti non interessa “giocare” con un tablet da 20 pollici o assistenti vocali. Vogliono sentire l’asfalto, un’amica a quattro ruote con cui litigare e fare pace a ogni curva.