Mercato auto usate, ad aprile 2024 torna a crescere: i dati

Il mercato delle auto usate riprende la crescita nel mese di aprile, con i modelli diesel a fare la parte del leone. Anche il consuntivo si rivela positivo

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 27 Giugno 2024 12:15

Ad aprile 2024 il mercato delle auto usate in Italia ha riportato una crescita del 17% sullo stesso mese del 2023. Lo riferisce UNRAE nel rapporto diffuso poche ore fa, che indica un totale di 435.319 cambi di proprietà, contro i 372.099 di allora. Bene il consuntivo, passato da 1.654.074 a 1.829.874, per un +10,6%. Nelle posizioni di testa è una lotta a due tra diesel e benzina, rispettivamente con il 45,4 e il 38,7% dei trasferimenti netti. Sul gradino inferiore del podio, a debita distanza da coloro che le precedono, troviamo le ibride con il 7,2%. Poi vengono GPL (4,8%) e metano (2,3%).

Per quanto riguarda i contraenti, la situazione rimane stabile: gli scambi tra privati e aziende continuano a rappresentare la maggioranza con il 55,9%, mentre crescono leggermente quelli da operatore a cliente finale (39,7%). Se la formula km 0 (3,6%) sale, il noleggio (0,7%) scende. La prevalenza delle operazioni si è concentrata, al solito, in Lombardia (15,7%), davanti a Lazio (9,6%) e Campania (9,5%).

Scelte più consapevoli

Nella lotta al cambiamento climatico, anche nel mercato delle auto usate si cerca di assumere scelte più consapevoli, meno impattanti sul Pianeta. Sebbene il comparto abbia guadagnato punti percentuali, diminuiscono al 48,6% le quote delle vetture con oltre dieci anni di anzianità. Al contrario, quelle tra i sei e i dieci anni sono aumentate al 16,9% e le più recenti (massimo 12 mesi) costituiscono il 6,7%.

I privati e le società (58,6%) rimangono i principali punti di riferimento nelle minivolture, ma i ritiri (27,0%) sono aumentati. Allo stesso modo registrano segno più il km 0 (2,1%), il noleggio a lungo (9,4%) e breve termine (2,8%). In merito alle alimentazioni, il gasolio rimane in testa (49,2%), ma cede terreno al benzina (31,9%). In flessione il metano (2,1%), in opposizione al GPL (5,4%). Le ibride guadagnano terreno anche tra le minivolture, raggiungendo l’8,7%. Le plug-in e le elettriche si attestano rispettivamente all’1,4% e all’1,1%.

Perché le diesel piacciono ancora

In generale, il mercato dell’usato nella nostra penisola fornisce dei segnali interessanti dopo il calo di marzo, con una crescita in ciascun segmento. I mezzi a gasolio rimangono in cima alle preferenze, il che spiega la riluttanza dei Costruttori nel dire loro addio, malgrado raccolgano scarse simpatie tra la classe politica europea.

Uno dei punti di forza, forse il più importante, è la grande efficienza. Dunque, a parità di percorrenza, consumano meno carburante delle controparti, con un derivante risparmio economico. Inoltre, godono la fama di essere affidabili e duraturi. La manutenzione tende a essere poco frequente, il che è fondamentale, a maggior ragione nel caso delle famiglie con una disponibilità di spesa limitata. In virtù della coppia elevata ai bassi regimi delle unità a benzina, si registra una migliore accelerazione e una sensazione di maggiore percorrenza. Infine, in certi territori, Italia compresa, il costo di un pieno è inferiore d’uno di benzina.

Di conseguenza, persino le Case produttrici ormai apparse convinte a ritirarle, in vista del bando delle endotermiche nel 2035 in Europa, hanno cambiato idea. In seguito alle numerose voci circolate, BMW ha, ad esempio, presentato tre nuovi propulsori con questa tipologia di alimentazione. E le stesse orme potrebbero seguirli altri nomi di spicco nel comparto dei motori.