Un secolo dopo il suo trionfo alla Targa Florio, la mitica Mercedes da 2 litri del 1924 torna a sfrecciare su strada. Restaurata con cura meticolosa dai professionisti della divisione Classic, la vettura racchiude lo spirito competitivo della Stella di Stoccarda, mantenuto inalterato nel corso della sua lunghissima storia.
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Dalle macerie della Prima Guerra Mondiale alla gloria
Oltre a innovare, il colosso tedesco ha riservato dalla notte dei tempi un posto privilegiato all’innovazione. I padri fondatori, Karl Benz e Gottlieb Daimler, ebbero un ruolo decisivo nello sviluppo del motore a scoppio.
Oggi quando si parla di motorsport il pensiero corre subito alla Formula 1, la competizione regina, dove le frecce d’argento hanno lasciato un’impronta indelebile, soprattutto nell’era ibrida, con la conquista a ripetizione di titoli piloti e costruttori.
Le gesta di driver come Lewis Hamilton, Nico Rosberg e Valtteri Bottas hanno valorizzato l’eccezionale lavoro della scuderia capitanata da Toto Wolff. Se riavvolgiamo il nastro a cento anni fa, scopriremo che la F1 non era ancora nata. In compenso, esistevano delle manifestazioni di enorme fascino, quali, ad esempio, la Targa Florio, tra le gare principali disputate nel Vecchio Continente.
Si trattava di un’occasione da cogliere al volo per le Case tedesche, ancora escluse da importanti eventi dopo la Prima Guerra Mondiale. Già salita sul secondo gradino del podio tre anni prima e vincitrice con un privato nel 1922, Mercedes si presentò allora forte di un bolide da corsa sviluppato sulla base dei progetti di Paul Daimler e perfezionato da Ferdinand Porsche, all’epoca direttore tecnico della Daimler-Motoren-Gesellschaft.
Accolto da alte aspettative, l’equipaggio diede prova di saper reggere le pressioni. In totale, quattro esemplari dell’auto si iscrissero all’appuntamento, spinti da un propulsore sovralimentato realizzato all’interno. Per confondersi tra le rivali italiane e prevenire eventuali “interferenze” da parte dei tifosi locali, l’azienda adottò un’insolita livrea rossa, anziché il caratteristico bianco.
Al volante della macchina numero 10 (poi andata distrutta), trionfò Christian Werner, capace di completare i quattro giri del tortuoso circuito siciliano, per un totale di 432 km, in 6 ore, 32 minuti e 37 secondi. Fu la prima vittoria di un alfiere non italiano alla Targa Florio, che regalò al marchio una tripletta di classe nelle auto fino a 2 litri.
La progettazione
In memoria dei gloriosi fasti, Mercedes-Benz Classic ha deciso di dare nuova vita a una delle vetture che parteciparono all’emozionante duello sul tracciato, nello specifico quella guidata da Christian Lautenschlager, in grado di chiudere all’undicesimo posto complessivo.
Per il restauro ci si è rifatti ai disegni tecnici, alle fotografie e ai resti della verniciatura originali come punti di riferimento. Lo zelo dello staff occupatosi della “operazione revival” è stato suggellato da un veicolo perfettamente funzionante e fedele al cimelio storico, un gioiello del patrimonio di Mercedes-Benz.
“Nel 1924, con questa straordinaria racing car, Mercedes ha fatto la storia del motorsport – ha dichiarato Marcus Breitschwerdt, Responsabile del Patrimonio Mercedes-Benz -. Un secolo dopo, il veicolo può essere rivisto in azione nelle sue condizioni originali, il che significa che Mercedes-Benz Classic sta facendo la storia.
Perché una cosa del genere è possibile solo grazie all’unione delle competenze del Mercedes-Benz Classic Centre, dell’Archivio Mercedes-Benz Classic e di una solida rete di esperti. Questo affascinante progetto rende tangibile la forza innovativa della nostra azienda, dalle sue origini nel 1886 fino al futuro“.