Citroën prosegue a passo spedito nella progressiva elettrificazione della propria gamma, e se per il Suv C5 Aircross (vedi qui la prova di Virgilio Motori) ha scelto di affiancare alle versioni tradizionali una ibrida plug-in, per la nuova C4, crossover compatta che va ad occupare il segmento di mezzo fra la best seller C3 e la citata C5, c’è una versione totalmente elettrica con 350 km dichiarati di autonomia.
La Citroen C4 nasce sulla piattaforma modulare CMP, già adottata dalle più recenti auto compatte del gruppo PSA. Alla ë-C4 full electric (35.150 euro prezzo di partenza, cui vanno tolti gli ecoincentivi) si affiancano le versioni a benzina (1.2 turbo a tre cilindri con 131 CV, da 22.900 euro) e diesel (1.5, sempre con 131 CV e cambio automatico, da 26.400 euro). Sarà nei concessionari il prossimo weekend, 16 e 17 gennaio.
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La prova su strada
Il test si è svolto dopo la presentazione presso la storica Pista di Arese, cuore pulsante di Pirelli e Alfa Romeo in epoche lontane, e si è dipanato sulle strade fra Arese, i comuni limitrofi e la zona Fiera/Portello di Milano. Un mix di tratti tortuosi, urbani, extraurbani e autostrada. Abbiamo provato la versione benzina 1.2 a tre cilindri da 131 cavalli e poi l’elettrica, che sviluppa 136 cavalli e 260 Nm di coppia.
Il comfort non delude
Intanto il dato comune alle due macchine, tratto caratteristico della casa francese: il comfort estremo. Anche sulla C4 si gode del lavoro delle sospensioni con smorzatori idraulici, che regalano quel senso di ovattato classico delle Citroën e permettono di guidare in totale relax su ogni tipo di asfalto.
L’assorbimento delle sconnessioni è impeccabile, il comfort interno anche, gli ingombri esterni sono quelli di qualunque altra segmento C. A chiudere il cerchio della comodità i sedili ‘Advanced comfort’ di Citroën, oggettivamente premium. Il tutto, naturalmente, si paga in sportività e con un po’ di inevitabile rollio, sebbene intervenga a dovere il controllo di stabilità negli strappi più bruschi. Si tratta del resto di un’autovettura con un’altezza di quasi 16cm da terra, come ormai richiedono una larga fetta del mercato e delle martoriate strade italiane.
Design audace e personalizzabile
Il progetto non manca di audacia, con tratti decisi e qualche richiamo storico alla vecchia GS, a metà tra una crossover e una coupè. Col tetto leggermente ad arco, il gruppo ottico frontale su diversi piani, la linea filante e al contempo muscolosa, non passa inosservata. C’è chi la ama e chi no, l’impressione è che lasci poco spazio per le vie di mezzo. Di certo c’è, come sempre nella storia recente di Citroën, l’ampia gamma di possibili personalizzazioni stilistiche sui colori e sugli interni.
Interni e dotazione
Spazio ottimo per quattro persone e buono per cinque, mentre aumenta decisamente l’offerta tecnologica. Gli schermi sono tre: l’head-up display, particolarmente utile e poco ingombrante, il cruscotto centrale e quello touch da 10″ del sistema multimediale. Piace la presenza dei buoni vecchi comandi fisici per il clima, e piacerà al secondo passeggero il supporto estraibile per tablet.
Niente male anche il bagagliaio, da 380/1250 litri sia per le versioni termiche che per l’elettrica, in cui un intelligente studio dello sfruttamento degli spazi per il cablaggio ha permesso di avere la medesima disponibilità delle ‘sorelle’. La versione base Feel ha già il clima bizona, i fari full led, il display da 10”, il mantenimento in corsia, la frenata automatica di emergenza e i sensori di parcheggio posteriori. Questi ultimi consigliabili (in alternativa alla retrocamera delle versioni più dotate), vista la visibilità posteriore non ottimale per le dimensioni ridotte del lunotto.
Come va la 1.2 benzina
Detto del comfort e della relativa dinamica di guida, il 1.2 benzina a tre cilindri da 130 CV risponde al paradigma imperante del downsizing. Gira bene, ha il giusto brio già sotto i 1.500 giri per svincolarsi nel traffico e consuma davvero poco se ben gestito. E’ però pur sempre un motore piccolo su una segmento C da 1.300 Kg, e se gli si chiede qualcosa di più, in ripresa come in allungo, un po’ di rumore e qualche vibrazione entrano inevitabilmente nella ‘bolla’ che è solitamente l’abitacolo Citroën. Buona la trasmissione manuale a sei marce, morbida la frizione, prevedibile la modulazione della frenata.
Come va la ë-C4
Stabilito che l’autonomia è fra i 300 e i 350 chilometri – e qui ognuno fa le proprie valutazioni a seconda delle proprie esigenze – al volante della versione elettrica il divertimento aumenta. Perché la spinta della coppia subito disponibile nell’unità a batteria offre uno spunto decisamente superiore, e in qualunque condizione di marcia la reattività della macchina è tangibile.
E’ possibile graduare le condizioni di guida in tre diverse modalità – eco, normal e sport – che cambiano la risposta dell’acceleratore. Peraltro, nonostante il maggior peso rispetto alla versione termica, anche la dinamica di guida risulta più fluida, in virtù del peso delle batterie a terra che abbassano il baricentro e riequilibrano i movimenti laterali dati dall’estrema morbidezza delle sospensioni. Nell’utilizzo urbano è decisamente godibile, detto che le dimensioni e la maneggevolezza non sono ovviamente quelle di una citycar.
Disponibili diverse soluzioni di ricarica:
– Colonnine pubbliche “Fast Charge” 100kW: ricarica all’80% in soli 30 min;
– Wallbox 11 kW: ricarica completa in 5h00;
– Wallbox 7,4 kW: ricarica completa in 7h30;
– Presa domestica rinforzata tipo Green’up: 4h30 per ricaricare 100km o 9h con una presa domestica standard.