Tata Motors ha siglato un accordo per lo sviluppo del motore diesel Multijet Fiat

Il colosso Tata Motors ha deciso di appropriarsi della tecnologia Fiat sui noti motori diesel Multijet. Faranno faville anche sul mercato indiano?

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Davide Russo

Giornalista automotive

Napoletano di nascita, laureato in giurisprudenza, è giornalista pubblicista con la passione per il motorsport e l'automotive con un occhio alle innovazioni e alla storia della F1. Il suo motto: ''I believe that everyone has a calling, Motorsport is my true passion!''.

Pubblicato: 24 Giugno 2025 10:21

Tata Motors ha scelto di non lasciarsi scappare la possibilità di avere in dotazione il 2.0 Multijet di Fiat, investendo su motori diesel per il mercato indiano. Se in Europa, con eccessiva fretta, il diesel è stato demonizzato a causa dello scandalo della Volkswagen, ad altre latitudini si considera una soluzione ottima. Tata Motors e Fiat hanno già unito le forze in passato.

Tata ha iniziato a distribuire svariati modelli Fiat, insieme agli ex dealers Fiat Premier, a partire dal 2006. La joint-venture aveva generato anche un nuovo stabilimento della FCA India Automobiles, operativo a Ranjangaon nello stato indiano di Maharashtra. Alcuni modelli molto noti in Italia, come ad esempio la Fiat Grande Punto, vennero commercializzati in India. Alcuni elementi meccanici come il motore diesel Fiat 1.3 Multijet, i motori benzina 1.2 e 1.4 Fire vennero prodotti direttamente in India. La factory di Ranjangaon, a pieno regime, è arrivata a fabbricare 100.000 automobili e 200.000 motori e trasmissioni ogni anno. I modelli Tata Motors prodotti nello stabilimento Fiat sono stati la Indica Vista e la Indigo Manza.

Torna in auge il Multijet della Fiat

Tata Motors ha deciso di prolungare il sodalizio con il marchio torinese, rientrante nel Gruppo Stellantis, comprando le licenze del mitico 2.0 Multijet, il motore turbodiesel creato da Fiat Powertrain Technologies. Una scelta che ha fatto storcere il naso ai progressisti in una fase in cui l’elettrificazione rappresenta un target mondiale. Una decisione che nasce dall’esigenze degli indiani di avere motori affidabili e a buon mercato.

Il motore 2.0 Multijet, lanciato sul mercato nel 2008 dalla Fiat, è un quattro cilindri turbodiesel che ha dato dimostrazione della sua funzionalità su diverse tipologie di vetture. Jeep, Opel e Fiat hanno goduto di una buona potenza, tra 110 e 190 cavalli, senza dimenticare l’efficienza. Il Gruppo indiano potrà anche modificare internamente questo motore per una maggiore indipendenza tecnologica. Si tratta dell’ennesimo messaggio lanciato alla concorrenza. I motori Multijet sono tra i migliori del nuovo millennio e potrebbero spopolare sul mercato automobilistico indiano.

Una sinergia produttiva proficua

Il gruppo indiano è entrato in una nuova fase, acquisendo il controllo completo sullo sviluppo del motore Multijet. Da una parte Tata si vuole trovare in una posizione di forza sulla tecnologia di domani, vedasi le scelte fatte con i marchi Land Rover e Jaguar, ma senza rinnegare un passato termico. Il popolo indiano ha bisogno di motori validi a un prezzo concorrenziale. La possibilità di investire su un usato sicuro non è un passo indietro, ma un venire incontro alle esigenze dei cittadini.

Nei principali centri urbani vi sono poche colonnine di ricarica per le EV. I costi elevati delle auto di nuova generazione hanno spinto tanti a tenersi strette le care vecchie auto termiche. Il diesel rappresenta una scelta funzionale e alla portata di tutti. Tata Motors ha programmato una serie di aggiornamenti per il 2.0 Multijet, con l’obiettivo di ridurne l’impatto ambientale. Dovrebbero essere adottati dei catalizzatori più efficienti, sistemi EGR perfezionati con l’integrazione di tecnologie mild hybrid a 48V. La strategia ideata dal major indiano potrebbe essere replicata anche da altri costruttori stranieri che stanno vivendo una fase di difficoltà. In tutto il mondo, in attesa di valutare l’impatto delle EV su larga scala, permangono molti dubbi sulla fattibilità delle nuove tecnologie.