A volte ritornano. Se avete qualche annetto in più sulle spalle e avete sin da piccoli la passione delle due ruote, potreste ricordarvi della Ultima GTR, un modello dalla natura spiccatamente sportiva. Estrema nelle soluzioni adottate, costituiva il non plus ultra del bolide estremo all’epoca. Nel 2019, sulle orme della progenitrice, venne tirato su il velo alla Ultima RS, un veicolo che incarnava tutti gli elementi caratteristici della Casa.
Quando ormai mancavano soltanto pochi giorni all’estate, l’azienda mandò in tilt il web attraverso le prime immagini della vettura (eccezionale) sulla pagina Facebook ufficiale. Una nuova creatura che mostrava le forme inconfondibili dell’azienda: un sogno in procinto di realizzarsi. Gli storici delle quattro ruote hanno ben presente le linee tipiche dell’antenate, e sull’onda della nostalgia gli scatti pubblicati sulla celebre piattaforma social era possibile conoscere i numeri dell’erede.
Era chiaro da dove avessero tratto spunto i designer, giacché le due vetture sono rimaste pressoché uguali. Si tratta, infatti, di un look riportato alla luce, definito “senza tempo” sotto forma di una macchina inedita, piena di personalità. Forme aggressive e muscolose davano la chiara impressione di una dichiarazione d’intenti. La carrozzeria era in fibra di carbonio e ogni elemento era stato studiato al fine alleggerire il modello e garantire il massimo delle prestazioni e dell’efficacia delle stesse.
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L’elettrico poteva aspettare
Non era stata prevista nessuna motorizzazione elettrica. Il propulsore inserito sotto il cofano era un V8 Chevrolet LT1 da 490 CV e si poteva decidere anche optare in favore di una potenza intermedia di 660 CV con l’LT4 oppure di ricorrere al top di gamma, l’LT5 da 810 Cv. In abbinamento, uambio manuale a sei rapporti, mentre sul peso ufficiale la compagnia evitava di rilasciare specifiche ufficiali, a differenza della velocità massima, dichiarata di 400 km/h nel caso dell’interpretazione di punta, e dello scatto da 0 a 100 km/h, completabile in 2,3 secondi.
Inoltre, i progettisti avevano sviluppato dei nuovi freni AP Racing, in grado di tenere in sicurezza la supercar Ultima RS, pinze da sei pistoncini e un sistema capace di far registrare dati di frenata mozzafiato: da 160 a 0 km/h passava in soli 3,3 secondi. Ultima definitiva la sua creatura come una “bestia”, che però riesce a controllarsi grazie a qualche forma di comfort e di “adattamento alla vita civile”.
Ciò che una vera sportiva brama
Il boss Richard Marlow aveva anche chiarito: “I costruttori sembrano concentrati sull’installazione di molti aiuti elettronici, a discapito del feedback che una vera sportiva brama. Per noi è un sacrilegio, perché meno input ha il pilota e meno può godere del brivido della guida. Non è il nostro credo e il risultato parla da solo: ciò che abbiamo ottenuto con il design della Ultima RS è il meglio di 35 anni di storia. C’è un forte desiderio di automobili analogiche fra gli appassionati e non esiste momento migliore per lanciare questa vettura”.
Non erano disponibili prezzi fissi di riferimento relativi all’Ultima RS, la kit car mozzafiato. Secondo quanto lasciava, però, intendere l’azienda, assemblare ciascun singolo pezzo avrebbe potuto costare non più di una BMW M3 fiammante.