Lo scorso anno il mercato italiano dell’automobile ha mostrato segnali incoraggianti di ripresa, registrando un aumento significativo del 19%. Una boccata d’ossigeno per il settore, ben lontano dai livelli pre-pandemici con una diminuzione di 300.000 vetture rispetto al 2019, ancora in cerca di un nuovo equilibrio. Un dato incoraggiante è rappresentato dall’aumento delle vetture ibride, che ora rappresentano il 42% del mercato. Questo aumento, tuttavia, non è sufficiente a risolvere il problema delle emissioni di CO2, che rimane un tema critico nell’attuale panorama automobilistico. Il declino delle vendite di vetture diesel, accompagnato da un aumento delle emissioni totali, solleva ulteriori interrogativi sulle strategie di transizione del settore. Questa tendenza può essere spiegata sia con le minori rottamazioni delle vetture obsolete, sia con le preferenze per veicoli a benzina o mild hybrid.
Indice
Piccole elettriche per la città? Non proprio
Le città italiane mostrano una netta preferenza per le ibride rispetto alle elettriche pure.
La trasformazione del panorama automobilistico italiano appare evidente anche analizzando le preferenze dei consumatori nelle diverse dimensioni delle città, con una chiara tendenza dal diesel alla benzina, anche nelle metropoli più grandi. Solo 1 compatta su 50 è BEV, mentre tra le vetture medio-grandi avanza il plug-in hybrid. Guardando all’Europa, ormai le curve di crescita del BEV si sono appiattite ovunque, soprattutto in Germania, anche a causa del blocco degli incentivi. Il declino delle vendite di vetture diesel e il contemporaneo aumento delle emissioni totali sollevano interrogativi importanti sulle strategie di transizione del settore. È evidente che il mercato sta mostrando una preferenza crescente per veicoli a benzina o mild hybrid, ma è altrettanto chiaro che occorre un’impostazione più decisa verso la sostenibilità.
Il centro Italia batte il nord sulle elettriche. Continua a “vincere” il noleggio
Il noleggio cresce, mentre il Centro Italia supera il Nord nella diffusione delle elettriche.
Il ritardo nell’implementazione degli incentivi del Governo ha impattato sulle vendite di veicoli elettrificati nel primo trimestre 2024, con una concentrazione maggiore nel Centro Italia (che supera il Sud sia sulle elettriche, che sulle ibride plug-in) rispetto al Nord. Come già confermato negli anni scorsi, le vetture elettrificate (BEV+PHEV) fanno ancora fatica nel canale Privati, dove superano di poco il 4%. La quota inferiore nel canale privati dimostra il ruolo chiave delle flotte e dei noleggi nella diffusione delle alimentazioni più sostenibili anche per il pubblico di massa. In questo clima di incertezza, infatti, chi vince è il canale del noleggio, che tocca un nuovo record storico, con una penetrazione lo scorso anno del 29% sul totale immatricolazioni.
Tornano a crescere le Km0, sintomo di un mercato in affanno?
Le vendite di vetture “Km0” suggeriscono una domanda inferiore all’offerta.
La ripresa, seppur limitata, delle vendite di vetture “Km0” suggerisce che il mercato automobilistico sta ancora affrontando sfide significative. La quota di immatricolato “Km0” a fine 2023 ha superato il 10%. Con il 2023 si è infatti invertito l’ordine dei fattori: ora la domanda è tornata ad essere potenzialmente inferiore all’offerta, con conseguenze pericolose per gli operatori. L’inversione del trend sta portando già in alcuni casi ad una riduzione dei prezzi e l’Europa sta già sperimentando una stabilizzazione nella crescita delle vendite di veicoli elettrici, soprattutto a causa della diminuzione degli incentivi.
La nuova fase della geopolitica dell’auto
L’ingresso dei marchi cinesi modifica gli equilibri del mercato globale.
L’attuale situazione in Europa è solo una piccola parte di un quadro più ampio: stiamo entrando in una nuova era della geopolitica dell’auto. Nel 2019, il 42% delle auto vendute in Cina apparteneva a marchi europei, mentre solo il 27% era di brand locali. Tuttavia, nel 2023, la situazione è cambiata radicalmente: solo il 32% delle auto vendute in Cina apparteneva a marchi europei, mentre ben il 43% proveniva da marchi locali. La Cina si è ripresa il proprio mercato. Questo segna un importante spostamento di equilibri, stiamo assistendo all’ingresso di nuovi attori sul mercato globale dell’automobile. In particolare, l’arrivo dei marchi cinesi sul mercato europeo potrebbe avviare una nuova fase. Si prevede che entro il 2030 essi acquisiranno una quota di mercato di almeno il 7%, con un impatto significativo su Paesi come l’Italia, il Regno Unito e la Francia, che si trovano tra i principali importatori di veicoli.
“In questo contesto, l’emergere di nuovi attori nel mercato automobilistico globale invita all’attenzione l’Europa, Italia compresa, ma presenta anche opportunità di collaborazione e innovazione. Tuttavia, le normative sempre più rigorose, specialmente sulle emissioni, richiedono un’adeguata preparazione e investimenti da parte delle case automobilistiche europee. È importante tenere conto seriamente delle preferenze dei consumatori e adattarsi ai cambiamenti nelle loro abitudini di acquisto per tutelare la competitività nel mercato globale, mantenendo l’attenzione sulla sostenibilità ambientale del settore, ma anche su quella economica”, conclude Gianluca Di Loreto, Partner e responsabile automotive Italia di Bain & Company.