Dopo il lancio alla fine dello scorso anno Suzuki amplia la gamma del SUV compatto proponendo un nuovo motore, un nuovo sistema ibrido e un nuovo cambio.
Suzuki S-Cross, infatti, monta un parco ed efficiente millecinque benzina aspirato a doppia iniezione ora coadiuvato da un’unità elettrica a 140 Volt, coordinati da un nuovo cambio automatico robotizzato.
Queste le novità rispetto al modello di lancio del dicembre 2021 con l’ibrido a 48 Volt che resta in gamma, ma con qualche cambiamento negli allestimenti.
Indice
Ma andiamo con ordine e cominciamo a guardare il SUV S-Cross con un po’ d’orgoglio
Sì, perché questa giapponese in realtà parla anche italiano: il design della nuova S-Cross nasce dal Centro Stile Suzuki di Robassomero alle porte di Torino, nella sede di Suzuki Italia. È l’unico europeo dei quattro design center di Suzuki, gli altri sono: due in Giappone e uno a Nuova Delhi. La proposta creata dai designer italiani ha vinto la gara interna e dettato così i nuovi stilemi di questa seconda serie.
L’aspetto, rispetto all’S-Cross prima serie, è ora molto più imponente e grintoso, come si conviene a un autentico SUV. A partire dal muso verticale, caratterizzato dalla calandra “piano-black” nobilitata da un’ampia barra cromata che sostiene al centro il logo e si raccorda allo scalino centrale che divide in due piani i gruppi ottici dotati di fari full LED, che si protendono dinamicamente lungo i parafanghi.
Il design si differenzia anche nel cofano alto e piatto, che distende le nervature per creare un richiamo alle gloriose Vitara del Secolo scorso, con la caratteristica conformazione a conchiglia che ricopre anche la parte superiore dei parafanghi.
Il parabrezza è l’elemento più sportivo, merito di una buona inclinazione, mentre la rastremazione nella zona terminale della coda è appena accennata, per consentire tanto un’ottima abitabilità posteriore quanto una buona capacità di carico.
La linea di cintura è alta e dall’aspetto massiccio acutizzato dai parafanghi squadrati. Innovativa anche la parte posteriore, caratterizzata dai proiettori full LED collocati in alto che disegnano una curvatura che dai parafanghi si stringe nello scalino del portellone.
I dettagli argentati degli skid-plate, l’accenno di protezioni nella parte inferiore dei paraurti davanti e dietro, rafforzano l’identità da autentico SUV che, complessivamente, appare molto più grande dei reali 4,3 metri di lunghezza.
Saliamo a bordo
Caratteristico della versione StarView è il tetto panoramico apribile che, unito alle ampie superfici vetrate, rende particolarmente luminoso tutto l’abitacolo.
L’assemblaggio è ben curato, così come i sedili e l’ergonomia complessiva di tutti i comandi, facili da individuare e istintivi da utilizzare. Lo spazio è notevole, soprattutto se rapportato alla lunghezza.
Oltre agli ottimi sedili anteriori, anche il divano posteriore ospita realmente tre passeggeri senza che il tunnel centrale sacrifichi lo spazio per le gambe. La versatilità dello schienale posteriore, frazionato 1/3 2/3 e inclinabile su due posizioni, consente di scegliere quando favorire il comfort o aumentare il volume del bagagliaio. L’ampio baule offre ancora una buona capacità, con il pavimento perfettamente in piano con l’apertura del portellone. La batteria da 140 Volt occupa solamente lo scomparto sotto al piano di carico, ancora presente nella versione a 48 Volt.
Il motore DualJet a oltre alla doppia iniezione utilizza il ciclo Atkinson, evoluzione del ciclo Otto, in grado di offrire una maggior efficienza: 75 kilo-Watt (102 Cavalli) e 138 Newton-metro. È coadiuvato da un motore elettrico posizionato a valle del cambio automatico: l’unità eroga 24,6 Kilo-Watt. Ad alimentarlo è un compatto ed efficiente pacco batterie al litio-titaniato, formula che consente cicli di carica più rapidi e repentini con minore impatto sulla perdita di capacità nel tempo.
Tutto il sistema ibrido: batterie, centralina di controllo, modulo ad alta tensione con inverter è accorpato in un unico elemento raffreddato ad aria.
Non è l’unica batteria perché oltre alla convenzionale a 12 Volt nel cofano motore per tutti i servizi convenzionali di un’auto, c’è una seconda batteria al lito, sempre da 12 Volt, sotto il sedile del passeggero, che alimenta tutti sistemi di bordo durante le fasi di arresto o di guida in modalità elettrica, oltre a fornire corrente all’ISG. Questo starter/generatore, che prende il posto del convenzionale motorino d’avviamento, provvede anche a caricare tutte le batterie.
La potenza complessiva tra termico ed elettrico raggiunge 84 kilo-Watt, equivalenti a 115 Cavalli con consumo medio di 5,8 litri di benzina per 100 chilometri, emettendo 132 grammi di CO2 a chilometro: dati misurati col sistema WLTP.
Innovativo anche il cambio automatico robotizzato a cinque marce. Più del cambio in sé è innovativo il sistema di controllo elettronico che armonizza la gestione delle due unità motrici. Come altre ibride la Suzuki S-Cross Hybrid 140 Volt utilizza l’unità elettrica alle basse velocità e in nelle fasi di manovra, ma a differenza delle altre, invece, l’unità elettrica interviene a ogni cambio marcia, sia richiesta in modalità manuale con le paddle, sia nella modalità automatica. La spinta dell’elettrico compensa il calo di potenza del termico permettendo l’inserimento della marcia senza perdere progressione. Il risultato finale è un grande comfort di marcia anche in accelerazione, con una fluidità comparabile a quella di un cambio a variazione continua ma senza lo sgradevole effetto acustico da “scooterone”.
Tutte le Suzuki S-Cross Hybrid, sia a 48 sia a 140 Volt, sono disponibili anche in versione a quattro ruote motrici 4WD (Four Weel Drive) vero marchio della Casa giapponese. Il sistema 4×4 All Grip Select ha le convenzionali quattro modalità: Auto, Sport, Snow e Lock. Oltre a consentire di affrontare percorsi in fuoristrada, la trazione integrale migliora la tenuta di strada e la sicurezza in tutte le condizioni di scarsa aderenza: fango e neve e ghiaccio ma anche semplicemente su asfalto bagnato.
Se siete riusciti a seguirmi fin qua, provo a illustrarvi gli ADAS, i sistemi di aiuto alla guida che equipaggiano le Suzuki S-Cross Hybrid. In questo caso posso dire che è proprio la Casa giapponese a venirmi in aiuto per spiegarli. Tutti i sistemi hanno nomi semplici, in italiano e simpaticamente auto-esplicativi: Attentofrena; Failafila; Guidadritto; Restasveglio; Occhioallimite; Guardaspalle; Vaipure e Partifacile.
Facile è soprattutto il loro impiego perché in realtà ci pensa lei, la Suzuki S-Corss Hybrid a ridurre il più possibile rischi e pericoli della guida di tutti i giorni.
La gamma resta fedele ai due allestimenti Top plus e StarView declinati nei due sistemi di trazione: a due o a quattro ruote motrici. Le Top plus hanno, seguendo lo stile classico di Suzuki, praticamente una dotazione più che completa: le StarView, in aggiunta, hanno: il tetto apribile panoramico, il cambio automatico e l’ADAS Failafila.
Con l’inserimento della nuova motorizzazione le Top plus, con cambio manuale sei marce, montano il millequattro con l’ibrido a 48 Volt: 29.090 euro la due ruote motrici e 31.790 euro la 4WD. Mentre il millecinque ibrido a 140 Volt con cambio automatico è solo nell’allestimento StarView a 32.890 euro la 2WD e 35.590 con la trazione integrale.