Volkswagen: l’affascinante storia dell’auto del popolo fino all’elettrico

Dai modelli che hanno portato al successo il marchio tedesco fino ad arrivare allo scandalo del Dieselgate, vediamo la storia della Casa VW

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Barbara Crimaudo

Giornalista e automotive specialist

Laureata in editoria e giornalismo, ha trasformato la sua passione per le due e quattro ruote in lavoro, diventando tester editor e collaborando con importanti realtà editoriali italiane

È uno dei marchi più emblematici nel mondo tra i costruttori di automotive, soprattutto la storia di Volkswagen s’intreccia con le numerose vicissitudini del Novecento. Il marchio tedesco è nato sotto il regime nazista e in quasi 90 anni è stato in grado di mettere alla guida dei suoi modelli iconici milioni di automobilisti, che ogni giorno affollano le strade e le autostrade di tutto il mondo.

La fondazione sotto il dominio nazista

Nel libro della storia l’anno di nascita della casa è il 1934, quando l’Associazione dell’Industria del Reich commissionava a Ferdinand Porsche la produzione dell’ “Auto del Popolo Tedesco”. L’ingegnere e il suo team svilupparono l’iconico Maggiolino che entrò in produzione nel 1938 e gettava le basi del successo del futuro Gruppo Volkswagen. Mentre nel maggio del 1937 la città di Berlino era nel pieno del nazionalsocialismo, veniva fondata la “Gesellschaft zur Vorbereitung des Deutschen Volkswagen mbH”, che tradotto sta per Società per la riparazione dell’Auto del Popolo Tedesco.

Allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale, la produzione veniva convertita in veicoli ad uso militare e, come la stessa azienda testimonia, il marchio fondato da Adolf Hitler costrinse in schiavitù più di 15 mila persone, per lo più detenuti dei campi di concentramento.

Il successo nel dopo guerra: gli anni d’oro della Golf e della Polo

Le aziende appartenute al governo fascista, una volta terminato il conflitto, furono assorbite sotto l’ala delle nazioni vincitrici. In un primo momento la Gran Bretagna e gli Stati Uniti avevano di lasciare Volkswagen con ridotta produttività nelle mani dei tedeschi; e in una Germania divisa tra le grandi superpotenze mondiali, l’azienda con la sua produzione da simbolo del potere nazista, presto diventò l’emblema della rinascita economica del Paese.

Le vetture che hanno contribuito al successo e sono state prodotte fino alla fine degli anni ’60, sono il Maggiolino e il Transporter. Tra il 1974 e il 1975, la casa automobilistica ha lanciato sul mercato dei nuovi modelli, cui design è stato curato anche da Giorgetto Giugiaro e sono: la Polo, la Golf e la Scirocco, destinati a rimanere per decenni nelle classifiche delle auto più vendute nel mondo.

Negli anni ’80-’90, a questi modelli si sono aggiunti i veicoli: Jetta, Passat berlina e familiare, il pick-up Caddy e le varie versioni della Golf e della Polo. A cavallo tra il 1990 e il 2000, sotto la dirigenza di Ferdinand Piech, il marchio ha iniziato un upgrade e ha acquisito Skoda. Nello stesso periodo ha rispolverato e messo in produzione il Beetle, destinata a diventare una vettura alla moda e dal design ricercato.

Gli ultimi anni: in famiglia arrivano Tiguan e T-Roc e gli scandali internazionali

La produzione degli ultimi non ha accennato a rallentare, anzi, Volkswagen ha allargato l’orizzonte espandendosi anche nel segmento dei SUV. Nel 2002 è stata lanciata sul mercato la Tuareg, l’anno seguente è arrivata la Turan e, nel 2007, la Tiguan; quest’ultima è destinata a rimanere in vetta alle classifiche di vendita del brand. In anni più recenti, oltre che le ultime versioni dei modelli dei primi anni ’00, la Volkswagen ha lanciato sul mercato la T-Roc perfezionando ulteriormente il proprio segmento SUV.

A cavallo tra il 2010 e il 2019, la casa di Wolfsburg fha iniziato a sperimentare l’ibrido diesel e l’elettrico con la XL1 e ha fatto il suo ingresso nel WRC con la Polo R, cui si aggiudicata dal 2013 al 2016 i titoli di costruttori e di piloti. Sul mercato hanno debuttano anche la piccola UP!, la coupé Arteon e l’Atlas. L’entusiasmo è stato smorzato dal caso Dieselgate che ha investito l’azienda nel 2015 e riguarda le centraline irregolari dei motori TDI, ma questo non ha impedito al costruttore di arrivare a toccare le più alte cime del mercato in fatto di vendite. Ultimamente Volkswagen ha presentato un ambizioso piano basato sulla mobilità elettrica. Alcuni modelli di questo nuovo filone stanno già scrivendo nuove pagine di storia del marchio