Un mucchio di Alfa Romeo classiche lasciate in discarica, pronte per essere rottamate. Non avremmo mai voluto assistere a immagini del genere, ma è quanto accaduto nel Michigan (Stati Uniti). Le vetture in questione, provenienti da un negozio di ricambi per veicoli, sono al centro di una battaglia legale tra il proprietario, Dean Russell, e l’amministrazione di Detroit.
“Nonostante la loro reputazione di inaffidabilità, le Alfa Romeo classiche non sono le auto che ti aspetti di trovare nelle discariche americane – scrive The Drive -. La lunga assenza del brand italiano dal nostro mercato fa sì che le Alfa con problemi tecnici spesso finiscono come base per trovare pezzi di ricambio che finiscono a chi ne possiede ancora una. Ma in questo momento, una discarica vicino al cuore dell’industria automobilistica americana ne è piena e non si capisce il perché”.
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Nomi di spicco
Il triste addio (?) deriva da una disputa legale, trascinatasi a lungo tra le parti. Russell gestisce un negozio specializzato nei modelli di Arese, chiamato Trail Auto, ospitante gli esemplari in questione. Le macchine in discarica sono all’incirca una ventina e consistono nel meglio del meglio prodotto in passato: tra Spider (la Duetto, oggetto di culto negli States), 164 e Alfetta, ve n’è di ogni. E di uno spessore ben superiore rispetto alle migliaia di auto elettriche cinesi abbandonate.
L’attività, operativa da 35 anni, costituisce un punto di riferimento per Detroit e tutto il circondario con ricambi usati e aftermarket di qualità. Nel corso dei decenni ha maturato una fanbase parecchio consolidata, data peraltro la lunga assenza del brand oltreoceano. Poi, però, un ordine del giudice ha imposto la rimozione, in quanto infrangerebbe la legislazione locale.
La causa non è ancora giunta al termine
Seppur sia stato costretto a eseguire gli ordini, Russell intende portare avanti la causa. Interpellato sulle ragioni del provvedimento di Detroit, il titolare della factory è rimasto sul vago, attribuendolo a criticità di carattere urbanistico. Alle domande precise porte dalla redazione del magazine, ha preferito evitare di rispondere, in quanto viene già spesso tampinato. “Ha rifiutato di approfondire il tema, dicendo che stava già ricevendo troppe chiamate riguardo alle auto”, si apprende.
Nel frattempo, buona parte della popolazione sembra dargli ragione. Non paiono, infatti, esserci state delle violazioni né alle normative urbanistiche né ragioni di carattere fiscale. Tanti fan del Biscione si sono offerti di dargli una mano, il che rende la diatriba ancora in pieno corso di svolgimento. È improbabile che la Casa realizza tanti altri di questi pezzi di ricambio; perciò, la loro rottamazione significherebbe infliggere un duro colpo ai fan. Russell auspica di poter vendere le auto intere o, quantomeno, i singoli componenti.
“In un modo o nell’altro, però, si sta trasformando in uno scontro su uno dei più grandi tesori di ricambi Alfa Romeo del Paese – conclude The Drive -. Non importa chi ne prende possesso, la cosa fondamentale è che i pezzi arrivino alle persone che ne hanno bisogno. Dio sa che l’Alfa Romeo non riprodurrà molte di queste parti in tempi brevi”. Qualora il contenzioso arrivi di nuovo in aula, spetterebbe all’autorità competente il compito di esprimersi sulla vicenda.