L’auto preferita da Elvis Presley era un “gioiello dell’arte italiana”

La Perla Bianca Italiana fu una delle numero uno per il padre indiscusso del rock’n’roll, la preferita nella lunga lista delle sue numerose auto da collezione

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 25 Ottobre 2018 08:30Aggiornato: 6 Luglio 2024 18:56

Non possiamo far altro che ricordare lo sguardo ammiccante e il ciuffo intrigante di quella figura dell’America degli anni ’50. Si, proprio lui, Elvis Presley, il padre del rock’n’roll, il mito della generazione giovane di quei tempi, i cui effetti si colgono fino ai giorni nostri. Prima dell’elettrizzante arrivo del cantante e attore la musica evitava di seminare scompiglio tra le persone, di risvegliarle dal torpore. Infrangere i tabù dell’epoca fu la sua ragion di vita, a costo di attirarsi qualche critica. Perché mettere d’accordo chiunque è utopia, dunque tanto vale fare dare libero a come si è davvero.

I requisiti ideali

Sull’iconico artistica sono stati scritti, girati film e realizzati documentari. Eppure, non è così noto alla massa una delle sue più grandi passioni: le automobili. Stabilire quante se ne sia accaparrate è un’impresa fuori portata persino degli storici, di certo una lista lunghissima. Stando ai racconti, Elvis guardava in particolare all’estetica, alla linea, ai colori e agli accessori. Ciascuno degli aspetti veniva analizzato a fondo da Memphis Flash e lo dovevano colpire, al di là della nomea dee marchio.

Sapeva mantenere una lucidità encomiabile, attento alla vera natura dei modelli. Ogni volta ne trovava una di gradimento la comprava all’istante e chiamava qualcuno pronto a recuperare quella con cui era arrivato al concessionario. Capitava anche che chiamasse il proprietario nel cuore della notte, buttandolo giù dal letto per farsi aprire e prendere il gioiello visto in vetrina e voleva assolutamente fosse suo. Ma veniamo alla preferita; sebbene adorasse i brand luxury del calibro di Cadillac, Rolls-Royce o Mercedes-Benz, non disdegnava gli esemplari economici e pure usate.

Ciò di cui possiamo andare prediletti è l’origine della prediletta, una italiana: la Perla Bianca gli faceva battere il cuore. Si tratta della Stutz Blackhawk Pearl White, un’autentica meraviglia. L’auto fu prodotta nelle Carrozzerie Padane di Modena fino al 1972 e poi passò a Cuneo, nella Carrozzeria Saturn di Cavallermaggiore. La qualità progettuale, frutto delle vaste competenze della squadra di designer e tecnici, la resero immortale.

Lunghezza sterminata e un equipaggiamento da re

La vettura vantava dimensioni da transatlantico, lunga ben 6 metri, e presentava un abitacolo a quattro posti, servosterzo, servofreno, aria condizionata, alzacristalli elettrici, chiusura centralizzata, cambio automatico, freni a disco, sedili regolabili elettricamente, interni in pelle e finiture super lusso, un equipaggiamento di certo non alla portata della massa, soprattutto in rapporto all’epoca. Ma Elvis mica era uno qualunque! Le immense fortune accumulate in carriera gli consentivano di sostenere uno stile pomposo, degno di un re.

L’auto fu realizzata completamente a mano da ben 35 operai altamente specializzati addetti a eseguire un lavoro perfetto e curato nei minimi dettagli in quasi 900 ore. Dal 1971 al 1995 lasciarono la catena di montaggio appena 617 unità con un prezzo compreso nel range da un minimo di 115.000 ai a uno massimo 285.000 dollari. Elvis Presley la richiese con gli interni in cincillà e, pertanto, dovette aspettare qualche mese prima di potersi godere la “bambina”, definita negli Stati Uniti venne definito un gioiello dell’arte italiana, una delle numero uno per il king del rock’n’roll.