In un’operazione insolita, la Polizia di Stato di Palermo ha recuperato cinque auto rubate mediante il segnale GPS di un paio di cuffie Bluetooth. L’avventura inizia quando una coppia di turisti subisce il furto della loro Fiat 500 all’Arenella, nel Palermitano, dopo una serata trascorsa in zona. All’interno del mezzo, le cuffie, passate inosservate, si sono rivelate provvidenziali, con gli agenti che ne hanno saputo fare tesoro. Messi all’inseguimento dei malfattori, sono stati condotti fino a un garage in via Cimbali.
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La scoperta impensabile
Qui, il colpo di scena, degno di un film d’azione: oltre alla Cinquina denunciata, venivano custodite altre quattro vetture rubate, di cui due 500, una Fiat Punto e una Lancia Ypsilon. L’operazione è stata resa possibile dalla tecnologia e da un pizzico di fortuna, sempre un ingrediente gradito. I delinquenti erano ben organizzati, tuttavia un piccolo passo falso è costato caro.
Le indagini proseguono allo scopo di identificare i responsabili del crimine e di stabilire come la refurtiva sia finita nel garage condominiale. Dal di fuori, aveva un aspetto ordinario, perciò nessuno poteva immaginare cosa ospitasse. Dietro a un aspetto ordinario si celava un vero e proprio covo della malavita. Le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianze della zona potrebbero fornire ulteriori indizi utili alla risoluzione del caso.
Come funziona il GPS
Il Global Positioning System (GPS) consiste in un sistema di navigazione satellitare, che permette di determinare la posizione di un oggetto sulla Terra con estrema precisione. Funziona mediante una rete di segali artificiali in orbita terrestre preposti a trasmettere segnali radio senza soluzione di continuità. Il dispositivo riceve i dati da almeno quattro satelliti GPS e, in base al tempo impiegato per raggiungere, è possibile calcolare la distanza da ciascuno.
Attraverso la combinazione di quattro o più satelliti, il device è in grado di triangolare la posizione sulla Terra in modo molto preciso. Nessuna soluzione è, ovviamente, infallibile. Infatti, una serie di fattori può influenzare l’accuratezza del segnale, tipo eventi atmosferici o errori di orologio. Tuttavia, l’utilità è innegabile e sfruttarne appieno il potenziale contribuisce alla sicurezza delle strade.
Le prossime ore saranno cruciali nel mettersi sulle tracce dei criminali e ogni elemento raccolto è cruciale. Da questa caccia emergono due fatti inconfutabili. Il primo consiste nell’importanza di montare un dispositivo antifurto. Sul mercato ce ne sono di tipi e prezzi differenti, così da soddisfare esigenze specifiche.
I meno costosi, ma anche più rudimentali nei meccanismi, sono quelli manuali, quali il bloccapedali, il bloccavolante, il bloccacambio, i lucchetti per cerchioni. Un gradino sopra si collocano gli elettronici, tipo le sirene, i sensori di movimento e perimetrali, gli immobilizzatori o gli antifurto satellitare. Infine, esistono gli ibridi, che prevedono componenti meccanici ed elettronici.
La seconda grande verità (altresì una conferma) è da individuarsi nel forte ascendente dei modelli popolari sui “furbetti”. Spesso vengono smontati, per poi vendere i singoli componenti sul mercato nero. La loro difficile tracciabilità favorisce le operazioni losche, ma stavolta i Carabinieri sono intervenuti in modo provvidenziale, grazie alle cuffie Bluetooth GPS, gli eroi della situazione.