Brutta sorpresa a Trieste per un 30enne di origini asiatiche. Mentre sfrecciava su un monopattino elettrico “customizzato”, è stato fermato dalla Polizia Locale. Il motivo? Modifiche non consentite. Motore potenziato e sedile installato hanno trasformato il curioso esemplare in un vero e proprio ciclomotore. Dura la sanzione: quasi 6.000 euro e il sequestro del veicolo, non più rientrante nella categoria dei mezzi leggeri. Per guidarlo serviva la patente e il casco.
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Sanzione perentoria
A causa dei drastici interventi apportati, l’importo della contravvenzione è cresciuto in maniera esponenziale. Il caso costituisce un monito a qualsiasi appassionato di monopattini elettrici. Attuare determinate operazioni può costare davvero caro, in quanto ritenute ree di porre a repentaglio l’incolumità degli utenti.
L’assessora alla Sicurezza cittadina del Comune di Trieste, Caterina de Gavardo, ha sottolineato l’importanza del servizio svolto dal personale del reparto motorizzato municipale. Composta in totale da una cinquantina di addetti, la squadra ha il dovere di tutelare la sicurezza su strada e il rispetto delle regole in città. Benché il pugno duro usato nei confronti del ragazzo possa sembrare severo, le autorità rivendicano di aver soltanto applicato la normativa in vigore.
La legge italiana sui monopattini
Il testo italiano fissa dei precisi paletti da osservare nel caso dei monopattini. In particolare, sussistono dei limiti massimi di dimensione, pari a 3,5 m di lunghezza, 1,30 m di larghezza e 2,2 m di altezza. Trasgredire le regole comporta una potenziale minaccia a sé stessi e agli altri.
Sulla base delle stesse ragioni, la potenza massima continua nominale del motore elettrico è pari a 500 W. Ed è obbligatoria la marcatura CE, attestante la conformità del prodotto alla legislazione europea. Trattasi di una garanzia di qualità, indicante l’adozione da parte del produttore di sistemi di gestione della qualità e il superamento a verifiche periodiche. Dunque, è stato sottoposto a test per accertare la stabilità, la resistenza, la frenata e ulteriori aspetti cruciali.
Il testo vigente in Italia ammette la circolazione dei monopattini a una velocità massima di 6 km/h nelle aree pedonali e di 20 km/h nelle aree urbane. Inoltre, rimane vietato percorrere strade dove il limite eccede i 50 km/h, mentre lungo i tratti extraurbani è autorizzato il passaggio solo su piste ciclabili e itinerari ciclo-pedonali.
Al fine di recepire la direttiva europea UE 2021/2118, il Codice della Strada prevede l’adozione di segnalatore acustico, l’uso del casco, nonché di una luce frontale bianca o gialla e di una luce rossa posteriore, entrambe in riferimento alle ore notturne. Dal 1° gennaio 2024 sono altresì imposti gli indicatori di direzione e le luci del freno (stop), pena una multa compresa tra i 200 e gli 800 euro.
Sulla questione il Governo in carica ha dimostrato in plurime circostanze di serbare qualche dubbio circa la sicurezza. Attraverso una politica rigorosa e ferrea, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, pensa avrà da guadagnarci l’intera collettività. L’impiego da parte di certi utenti, ritenuto sconsiderato, ha sollevato parecchie polemiche, che non vengono mai meno: l’episodio di Trieste contribuisce ad accendere gli animi. Morale della favola? Prima di eseguire delle modifiche, meglio informarsi a dovere sulla loro liceità.