Via libera all’uso della corsia d’emergenza per le moto in Spagna

Importante svolta in Spagna per quanto riguarda la circolazione stradale: da gennaio 2025 anche le moto potranno percorrere, infatti, le corsie d'emergenza

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 1 Luglio 2024 09:49

Da gennaio 2025, i motociclisti spagnoli potranno utilizzare la corsia d’emergenza in caso di congestione del traffico. È la novità, una prima assoluta, che accende il dibattito in tutta Europa, Italia compresa. La misura, promossa dalla Direzione Generale del Traffico spagnola (DGT), perseguente l’obiettivo di fluidificare il traffico, soprattutto per i piloti più vulnerabili in caso di code, prevede il rispetto di due condizioni: velocità massima di 30 km/h e precedenza ai mezzi di soccorso.

In Italia, l’utilizzo della corsa di emergenza delle due ruote è severamente vietato, con multe comprese tra 430 e 1.731 euro, decurtazione di 10 punti dalla patente e possibile sospensione della stessa. Tuttavia, benché illegale, la pratica è già diffusa, il che alimenta il dibattito sulla regolamentazione. Comunque, un’introduzione a stretto giro è da escludersi, non essendo stata inserita nella proposta di riforma presentata dall’attuale Governo.

In Italia non se ne parla

Nel disegno di legge il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, il focus verte su altre questioni, tipo gli autovelox. I rilevatori di velocità vengono ritenuti troppi nella nostra penisola e, in effetti, occupiamo il secondo posto a livello mondiale. Dietro solo al Brasile, superiamo addirittura gli Stati Uniti, in terza posizione nonostante siano 32,5 più grandi.

Un secondo aspetto ritenuto cruciale è la stretta sul consumo di sostanze alcoliche e stupefacenti prima di mettersi al volante. Sebbene sia una condotta davvero pericolosa, in molti infrangono le disposizioni e, mediante un inasprimento delle pene, le autorità confidano di dissuadere i conducenti allergici alle regole (e al buonsenso). Aggiungiamoci poi la netta presa di posizione contro l’utilizzo degli smartphone alla guida e capiremo quanto bolla parecchio in pentola nella riforma del Codice della Strada. Il testo è attualmente bloccato in Senato, per le opportune discussioni, e il provvedimento adottato dai cugini iberici sembra non rientrare nei programmi.

Il riscontro della associazioni

I sostenitori della corsia d’emergenza riservate pure alle moto ne evidenziano i benefici per la sicurezza e il flusso veicolare. Sulla sponda opposta, i detrattori temono un aumento del caos e dei rischi. Facendo un salto in rete emerge in maniera evidente il sentimento contrastante, ma anche agli scettici toccherà accettare il provvedimento. Che, lo ricordiamo, verrà applicato a partire dal nuovo anno. Nei prossimi mesi le istituzioni cercheranno di porre al corrente l’intera popolazione, affinché risulti preparata in vista dell’entrata in vigore.

La svolta attuata in Spagna ha acceso altresì dei confronti in Italia. Certe associazioni motociclistiche si sono espresse a favore di una sperimentazione simile, mentre altre preferiscono soluzioni alternative come il potenziamento delle motovedette. Ambo le parti mettono sul tavolo delle valide argomentazioni, perciò la palla passa ora nella metà degli organi preposti a legiferare sulla mobilità. È al momento prematuro dire se il Belpaese seguirà o meno l’esempio spagnolo. Di certo, il dibattito è destinato a proseguire, con l’obiettivo di raggiungere un punto di equilibrio tra sicurezza, fluidità del traffico e rispetto delle normative. Sebbene il compito si prospetti complicato, occorrerà definire una soluzione congeniale a ciascuno degli attori coinvolti, con priorità al benessere della collettività intera.