Il caos manifestato nella sua forma più bieca. Una delle app per il parcheggio di autovetture più utilizzato in Europa è stato violato. Il fortino della privacy ha ceduto sotto il colpo degli hacker, lanciando i rete i dati sensibili di ignari clienti. EasyPark, questo è il nome della arcinota azienda, ha denunciato alle autorità di regolamentazione dell’informazione nell’Ue e nel Regno Unito che gli hacker hanno fatto man basse delle info dei clienti.
Ne dà notizia anche il Guardian specificando che EasyPark Group, proprietario di marchi tra cui RingGo e ParkMobile, ha affermato che nomi dei clienti, numeri di telefono, indirizzi, indirizzi e-mail e parti di numeri di carte di credito sono stati presi, ma che i dati di parcheggio non sono stati compromessi nell’attacco informatico. La società non ha dichiarato quanti dei suoi utenti siano stati stati colpiti, anche se – osservando le prime reazioni – sono stati coinvolti 950 utenti RingGo nel Regno Unito.
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Le dichiarazioni di Easy Park
Appena trapelata la notizia, EasyPark Group ha rilasciato questa dichiarazione: “La sicurezza dei nostri clienti è per noi una priorità e desideriamo che tu sia pienamente informato relativamente a questo incidente. Ecco cosa abbiamo fatto. Abbiamo adottato misure per assicurarci la protezione dei tuoi dati; abbiamo rapidamente preso le misure necessarie per fermare l’attacco informatico. Ci siamo assicurati che i nostri servizi continuassero a funzionare normalmente. Abbiamo informato le autorità competenti. EasyPark Group, proprietario di marchi tra cui RingGo e ParkMobile, afferma che nomi dei clienti, numeri di telefono, indirizzi, indirizzi e-mail e parti di numeri di carte di credito sono stati presi, ma che i dati di parcheggio non sono stati compromessi nell’attacco informatico“.
Come è cambiamento il mondo dei parcheggi
Un portavoce ha dichiarato che “la maggior parte degli utenti interessati sono utenti europei del marchio EasyPark”, questo suggerisce che i dati di migliaia di clienti siano stati compromessi. Questo atto di hackeraggio sottolinea la sempre più frequente centralizzazione dei servizi di parcheggio in tutto il globo. Sempre più numerose app, siti Web e linee telefoniche automatizzate si stanno sostituendo ai contatori fisici e agli addetti in persona ai parcheggi. Anche a Milano il mondo della sosta è cambiato.
Le macchine operatrici, tra l’altro, saranno sì molto più costose ma non hanno bisogno di dati personali per effettuare pagamenti e possono essere sfruttate da persone che fanno affidamento sui contanti, come molti automobilisti anziani. La raccolta centralizzata dei dati sulla posizione è particolarmente sensibile perché potrebbe essere utilizzata per tracciare fisicamente le persone. EasyPark – scrive ancora il Guardian – ha affermato che è la più grande app di parcheggio in Europa (Italia compresa) in termini di copertura.
L’avanzata delle app per parcheggiare
Aziende rivali come PayByPhone e JustPark, di proprietà della Volkswagen in Europa, e ParkWhiz e SpotHero degli Stati Uniti, stanno facendo a gara per coprire più territorio possibile, andando incontro a forti perdite mentre si accaparrano i concorrenti. EasyPark è di proprietà degli investitori di private equity Vitruvian Partners e Verdane, che l’hanno acquistata da BMW e Daimler nel 2021, e fa parte di un gruppo che conta anche su ParkMobile, RingGo e Park-line che operano in più di 4.000 città in 23 paesi, tra cui Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e la maggior parte degli stati dell’Europa occidentale come Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito.
La società ha affermato che il suo marchio ParkMobile, che conta 50 milioni di utenti negli Stati Uniti, non è stato interessato dall’hackeraggio. Gli utenti di RingGo sono stati colpiti perché alcuni dei suoi servizi erano integrati con la tecnologia EasyPark, ma la piattaforma RingGo non è stata violata. Tempi duri per il parcheggio telematico.