L’industria automobilistica di lusso ha da sempre guardato con interesse al futuro, e Ferrari non fa di certo eccezione. Anzi, la Casa di Maranello ha spesso indicato la via alle rivali sul percorso da intraprendere per rimanere all’avanguardia. Senza mai fare il passo più lungo della gamba, il mito italiano ha cementato il ruolo di assoluta leader. La costante attenzione riposta nelle ultime tecnologie faceva già sorgere qualche domanda sul quando sarebbe stato possibile comprare i gioielli della gamma tramite le criptovalute. Ebbene, quel giorno è arrivato e tutto lascia presagire che sia appena l’inizio.
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Criptovalute, fenomeno in ascesa
Le monete virtuali o cryptocurrency hanno guadagnato ampio spazio nelle transazioni, per via dell’anonimato garantito ai fruitori. Benché nessun sistema sia al 100% privato, la formula sviluppata vi si avvicina in modo considerevole. Soltanto un super esperto di sicurezza informatica saprebbe, infatti, ricostruire uno storico delle movimentazioni di denaro. Non è semplice come le carte di credito (o di debito) o il conto corrente bancario, dove, in sostanza, basta conoscere la password.
Alla base opera la cosiddetta “blockchain”, un libro mastro digitale, condiviso e immutabile, nel quale vengono registrate le transazioni in maniera sicura e trasparente. La decisione di Ferrari di abbracciare le criptovalute permette di andare incontro agli utenti appassionati delle nuove tecnologie, abbastanza facoltosi da concedersi un gioiello da lei realizzato.
Da un lato, vi è un marchio che incarna l’eccellenza e l’artigianalità italiane, dall’altro un’innovazione sorta in piena epoca digitale e contraddistinta da una marcata volatilità. Il processo di acquisto di un’ auto Ferrari con le criptovalute è tuttora in fase di definizione. Di certo, si affiderà a partner specializzati per gestire le operazioni e assicurare la protezione.
Programma già attivo negli USA
Negli Stati Uniti, dove il programma è già attivo, sono accettate principalmente Bitcoin ed Ethereum. Il valore, come sappiamo, è soggetto a forti oscillazioni, dunque il prezzo può variare in modo significativo da un momento all’altro. Siccome l’andamento delle crypto è in larga parte da ascrivere a una componente psicologica, la mossa del Costruttore può costituire un azzardo. Tuttavia, una serie di pro la giustifica.
Innanzitutto, consente di attrarre una nuova clientela. I possessori di criptovalute sono, infatti, spesso giovani e ricchi, un target di notevole richiamo per i brand di lusso. In secondo luogo, l’iniziativa ha generato enorme clamore mediatico, il che contribuisce a mantenersi sulla cresta dell’onda. Il mondo dei pagamenti si sta evolvendo in fretta e Ferrari intende conservare l’immagine di realtà evoluta.
Sul fronte opposto, come abbiamo già detto in precedenza, sussistono dei rischi, tra cui la volatilità. Il valore delle criptovalute può subire dei decisi scossoni, il che rende difficile stimare il costo finale di un acquisto. Il quadro normativo resta in via di definizione, e ciò potrebbe suscitare delle incertezze tra i consumatori. Solo la prova del nove fornirà delle risposte inconfutabili. Da eccellenza del Made in Italy, toccherà poi scoprire se la svolta intrapresa da Ferrari interesserà lo Stivale o meno: nel corso delle prossime settimane arriveranno forse delle delucidazioni.