Le controversie fanno soldi? A detta di molti sì e sembra anche secondo Cheetah Motors Company. Emergente nel panorama locale, l’azienda iraniana ha presentato una replica della Ferrari LaFerrari Aperta, causa di un dibattito acceso a livello internazionale. È lecito andare fieri di essere una copia spudorata? Ad avviso del Costruttore sì, tanto da appuntarsi una “medaglia al petto”.
In un post sui social media, ha definito la sua fatica come “la prima riprogettazione di successo della LaFerrari Aperta al mondo”. Che poi fatica è una parola grossa, dato quanto assomiglia all’originale. A giudicarla dalle immagini pare una copia ‘carta carbone’. Nel messaggio condiviso in rete la vettura viene definita “la corrispondenza più vicina all’originale. Per questa operazione – ribadisce l’azienda – sono state progettate e prodotte più di mille parti inizialmente come campioni di test e infine come elementi finali”.
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I ‘dettagli’ fanno la differenza
La notizia arriva in un periodo di grande fermento per il settore automotive del Paese asiatico. Il gigante Ikco ha da poco siglato un accordo da 70 milioni di euro riservato alla produzione di una nuova berlina, a testimonianza di una crescita del settore del 48%. Fondata nel 2018, Cheetah Motors ha espresso l’ambizione di elevare il livello del “made in Iran”. Attraverso le repliche di modelli iconici intende dimostrare le capacità dell’industria automobilistica nazionale e farsi un nome sulla scena mondiale. Frutto della sinergia stabilita assieme a Javad Moradi Tuning Iran, un occhio attento può notare un telaio e una meccanica distanti dall’originale.
Ciò solleva alcuni dubbi sulla qualità e sull’autenticità del lavoro. In un verso o in un altro bisognava andare al risparmio, specie se hai l’obiettivo di tenere bassi i prezzi di listino. Benché debbano tuttora essere diffusi, appare evidente la volontà di creare una gemella low-cost. L’episodio riporta alla mente un vecchio accordo, stipulato nel 2017 tra l’Iran Khodro Company (Ikro) e Pininfarina. Con la partnership, del valore di 70 milioni di euro, è nata la H600.
Approdo in Europa improbabile
Vedremo pure in Italia o, comunque, nel Vecchio Continente la Ferrari “fake”? Ipotesi remota. La Casa di Maranello detiene, infatti, i diritti di proprietà intellettuale sul design del veicolo. Una replica non autorizzata rischia di violarli, da qui le eventuali ripercussioni del Cavallino Rampante. Da Maranello non sono arrivate delle risposte in merito alla trovata di Cheetah Motors: piuttosto di fare pubblicità gratis, pare abbiano preferito il silenzio assoluto. L’imitazione – si dice – è la più alta forma di ammirazione, insegnano i saggi, e la provocazione sarà stata presa senza ansie: in fondo, è ben lontana dal definirsi concorrenza.
L’avvento del clone della LaFerrari Aperta in Europa costituisce un’ipotesi parecchio azzardata, pure dal punto di vista della sicurezza, ritenuta una priorità assoluta dalla classe politica. Difatti, una macchina realizzata con standard inferiori viene bloccata sul nascere. A tal proposito, dal mese di luglio l’UE ha obbligato l’integrazione di ulteriori tecnologie di sicurezza alla guida. Con il limitatore automatico di velocità, l’ente sovranazionale confida di ridurre il numero di incidenti su strada. Il fine ultimo è di azzerare il conteggio delle vittime entro il 2050.