Con le strade di provincia, i vicoli stretti e i centri storici sullo sfondo, una Fiat 124 in primo piano sarebbe la perfetta cartolina degli anni Sessanta, come quella appartenuta al mai dimenticato Alberto Sordi. In virtù delle forme compatte, la vettura si addiceva alle esigenze della classe media, abituata a muoversi tra le vie delle grandi città.
Sebbene in tono minore rispetto ai giorni nostri, all’epoca il traffico era un problema concreto, ma l’esemplare del Lingotto risolveva ogni disagio.Le linee caratteristiche favorivano i viaggi, in un incrocio tra modernità e tradizione, valso le simpatie di tanti, compreso Sordi, che, a dispetto delle fortune accumulate in carriera, sapeva ancora apprezzare la semplicità. Ripercorrere i fasti significa esplorare il boom economico, dopo le due guerre mondiali.
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Democratica per “vocazione”
Lanciata nel 1966, la Fiat 124 doveva essere un veicolo affidabile, low-cost e democratico. Posizionato nella fascia delle familiari, tenne fede alle aspettative dei conducenti, e, sotto certi versi, le superava. Vantava, infatti, una serie di caratteristiche moderne allora, come il motore a quattro cilindri in linea, una struttura leggera e un design sobrio ma funzionale.
Pur mantenendo un’efficienza nei consumi, il propulsore in linea da 1.2 litri erogava 60 CV, tradotti in una velocità massima di circa 145 km/h. Inoltre, la testata in alluminio, una soluzione avanzata a quei tempi, contribuiva a migliorare il raffreddamento e a ridurre il peso complessivo. Successivamente arrivarono versioni con opzioni più potenti, tipo la Special, che sprigionava 70 CV.
L’impatto commerciale fu straordinario, sia nella nostra penisola sia all’estero, grazie all’equilibrio tra prestazioni, praticità e costo contenuto. Addirittura, fu esportata e prodotta su licenza in altri Paesi, ad esempio in Unione Sovietica, che “invase” sotto il nome di VAZ-2101, con il marchio Lada. Le idee vagliate dal centro stile rispondeva ai canoni estetici dell’epoca, e al suo fascino non passò inosservato neppure Alberto Sordi, capace di stregare intere generazioni per l’abilità di rappresentare vizi e virtù dell’italiano medio su grande schermo.
Nelle varie maschere indossate ha lasciato ogni volta una parte di sé. E l’autenticità arrivava dritta nel cuore dei spettatori, consacrandolo patrimonio nazionale. Lontano dalla macchina da presa preferiva, però, tenere un profilo basso, da qui l’affetto nutrito per la Fiat 124 color turchese, un modo di rimanere umile, restando lo stesso ragazzo degli inizi di carriera.
L’esposizione alla villa di Caracalla
Nonostante la “bambina” venisse guidata dall’autista personale, addetto ad accompagnarlo in qualsiasi trasferta, di lavoro o piacere, è diventata un tutt’uno con Sordi. Pragmatica, senza pretese di lusso o di esibizionismo, ne rifletteva l’essenza alla perfezione. Il simbolo di un uomo aspirante alla discrezione.
L’attore romano, icona della comicità, non nutriva dunque solo una predilezione per i bolidi ad alta cilindrata, quali BMW e Mercedes-Benz. A celebrarne il legame, oggi è esposta nel museo a lui dedicato in quel di Roma presso la sua storica villa di Caracalla. La presenza contribuisce a riportare alla memoria collettiva anche il contesto culturale degli anni Sessanta. Sebbene sia andata fuori produzione nel 1974, nessuno toglierà mai alla 124 un posto nel gotha dei modelli italiani.