Fiat 750 Vignale 1963, rarissima coupé da collezionisti

Una Fiat 750 Vignale del 1963 è stata battuta all'asta, risvegliando i collezionisti dal torpore: si tratta di una vera rarità della storia automobilistica

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 7 Ottobre 2024 19:26

Gli anni Sessanta hanno rappresentato il periodo della rinascita per l’Italia e gli italiani. Reduce dalla pesante sconfitta nella guerra mondiale, la nostra penisola seppe rimettersi in piedi. Grazie alla conclamata capacità di arrangiarsi in ogni situazione, il tessuto economico nazionale tornò a ruggire proprio nel decennio. Tanto si è detto e scritto sulle grandi imprese allora compiute. In alcune storie i motori hanno un ruolo da protagonista: oltre all’attività delle case canoniche, pure eccellenti carrozzerie offrivano soluzioni sorprendenti. La Fiat 750 Vignale del 1963 è stata uno dei picchi più alti mai toccati.

Telaio unibody della Fiat 600D

Come base poggiava sul telaio della Fiat 600 D, un esemplare iconico del Lingotto. Un grande potere, ma anche un fardello importante da reggere sulle spalle. Tirare un ballo un’instant classic comporta degli inevitabili rischi. E se il lavoro avesse tradito le attese? Quante proteste sarebbero affiorate? Fortunatamente, non lo sapremo mai. Perché l’opera compiuta da Vignale fu di pregio, studiata nei minimi particolari. I progettisti ne definirono al meglio i tratti, ripagati dall’interesse riscosso tra gli appassionati.

Invece di limitarsi al 6 politico, Vignale pensò di intervenire in maniera radicale. Il pezzo da collezione aveva documenti di registrazione italiani e, stando alle ricostruzioni, è sempre rimasta nella nazione di appartenenza. Meglio così, perché nessuno riesce a capirne l’importanza più degli italiani.

La vettura avrebbe avuto in precedenza due proprietari, prima di passare nelle mani di un terzo, che la mise in vendita nel 2017. Il modello ha subito pure una riverniciatura nel suo tradizionale colore blu chiaro, raffinatezza espressa, a sua volta, dall’abitacolo. Gli interni in pelle rossa offrivano un fantastico colpo d’occhio, mentre gli specchietti, i vetri, le maniglie e ogni altra parte erano rimasti originali, solo riparati secondo le necessità. Anche il tachimetro presente sul cruscotto era lo stesso, a conferma del magnifico stato di conservazione. Al momento della messa sul mercato, il contachilometri della Fiat 750 Vignale segnava circa 75.000 km.

Motore a 4 cilindri con cambio a 4 rapporti

In merito al propulsore, sotto il cofano pulsava un’unità a 4 cilindri raffreddata ad acqua con un transaxle manuale a quattro rapporti. Sottoposta all’analisi dell’Automotoclub Storico Italiano, presentava la documentazione cartacea originale e la registrazione italiana. Oltre ad avere lo stesso telaio unibody e il motore della 600D, ci sono anche degli altri aspetti degni di essere messi in rilievo.

Ad esempio, la verniciatura di bianco delle ruote da 12 pollici con copriruota montate con pneumatici Kleber V12 erano una delizia. Le sospensioni indipendenti venivano riprese dall’antenata da cui la macchina è nata. Con un singolo stabilizzatore a molla a balestra trasversale, ammortizzatori anteriori a gas e posteriori a bobina, la Fiat 750 Vignale 1963 si fregiava di un comparto tecnico d’eccellenza.

Acquistata da un pilota italiano, che ne aveva percorso 500 km prima di dirle addio, la 750 Vignale del 1963 ha fatto perdere le sue tracce. Ma su una cosa c’è da stare certi: chiunque se la sia accaparrata deve ritenersi una persona davvero fortunata. Ce la vedremmo benissimo in rassegne dedicati a Fiat, come la mostra organizzata dal Mauto in occasione dei 125 anni del brand.