L’Avvocato Gianni Agnelli era un uomo dai modi garbati, che facevano parte del suo fascino. Imprenditore dai mille gusti e sfaccettature, possedeva un conclamato debole nei confronti del suo giocattolo “preferito” di tutti (assieme alla Juventus): Fiat. Nonostante le disponibilità economiche gli permettessero di assicurarsi qualsiasi tipo di veicolo, comprese le Ferrari (un’altra conclamata passione), tra lui e il Lingotto rimase un forte legame. Nel corso della sua vita, è stato proprietario di ben undici esemplari della Fiat Panda 4×4, un fuoristrada piccolo, ma caparbio. Stando alla ricostruzione degli storici, se ne serviva spesso e volentieri durante gli spostamenti in montagna, nella residenza privata di St. Moritz.
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Simbolo della classe operaia
Non vedeva nelle vetture come dei semplici di trasporto. Al contrario, li riteneva dei fulgidi esempi di praticità e discrezione. Malgrado il garage personale ospitasse bolidi di ogni tipo, Gianni Agnelli nutriva, in modo analogo alla Fiat 131 S, una sorta di affetto per la macchina. Un simbolo dell’Italia e degli italiani, della disponibilità a rimboccarsi le maniche se le circostanze lo imponevano. Grazie alla trazione integrale dell’impresa austriaca Steyr-Punch (già partner di Mercedes) e alle sospensioni robuste, era in grado di affrontare qualsiasi tipo di terreno e di condizione atmosferica.
A dispetto delle facili impressioni, l’arrembante utilitaria aveva tempra da vendere. In termini di rapporto qualità-prezzo era un affare e da businessman le riconosceva pure questo pregio. La Fiat Panda 4×4 compì il proprio debutto nel 1983, tre anni più tardi rispetto al modello base, disegnato da Giorgetto Giugiaro. Essenziale nelle linee alla pari della sorella minore, la 4×4 vantava una maggiore altezza da terra e, di conseguenza, riusciva ad assorbire meglio le asperità.
Al lancio, era disponibile con il motore benzina quattro cilindri Fire da 965 cc e 48 CV. Successivamente, la gamma crebbe con propulsori più performanti, tra cui il 1.1 MPI da 55 CV e il diesel 1.3 Multijet da 70, abbinati il cambio manuale a 5 marce. Il ritiro giunse alla conclusione nel 2003, quando scoccò l’ora della Panda standard di seconda generazione.
Il restauro di Garage Italia Customs
Una delle Fiat Panda 4×4 di Gianni Agnelli, datata 1990, è stata restaurata da Garage Italia Customs, la celeberrima officina fondata e diretta da John Elkann, la stessa “mano” dietro alle restaurate Alfa Romeo Spider Duetto Hybrid e 00Panda – For Your Eyes Only.
Battuta all’asta per 37.000 euro, cela sotto il cofano un motore benzina Fire da 1.1 litri da 54 CV e conserva la trazione integrale dell’epoca. La carrozzeria ha mantenuto l’aspetto originario, in tonalità grigia con strisce blu e nere, nonché il logo dell’atelier, impresso pure sui sedili anteriori, sopra la maniglia del ribaltamento.
Il grosso del lavoro ha interessato l’abitacolo, definito insieme alla Vitale Barberis Canonico. L’Avvocato amava, infatti, personalizzare i suoi vestiti tramite i tessuti pregiati dello storico lanificio biellese. Nella fattispecie, il rivestimento è soprattutto blu e nero, le colorazioni predilette da Agnelli, che ha trasmesso la predilezione per il bello al nipote Lapo. Per quanto riguarda l’esperienza sonora, il sistema ad hoc creato, costituito da quattro autoparlanti e un subwoofer nel vano posteriore offrono un sonoro immersivo.