Ancora una volta, la tecnologia si rivela un prezioso alleato nella lotta agli atti criminali o vandalici. Un sessantenne di Ferentino è finito nei guai dopo aver preso di mira la Tesla di un suo vicino, venendo colto in flagrante dalla modalità Sentinella della vettura elettrica.
Ignaro della dotazione, il responsabile dell’accaduto contava di passarla liscia, lontano da occhi indiscreti. Effettivamente, nel momento di “sporcarsi le mani” nessuno passava nelle vicinanze, tuttavia ha comunque fatto male i conti. E adesso rischia di andare incontro a una sanzione esemplare, tra i danni economici e non solo.
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Tecnologia amica
La vicenda salita alle cronache sottolinea l’efficacia del sistema di sorveglianza integrato nelle Tesla. Uno dei punti fermi dell’azienda risiede nei sistemi hi-tech integrati, tra i migliori su piazza, valsi il successo internazionale della gamma, trainata da proposte di valore come la Model Y e la Model 3.
Fin dalla sua costituzione, il leader Elon Musk ha profuso dei massicci investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, con funzionalità sofisticate quali l’Autopilot o il Full-Self Driving (FSD) e ancora oggi porta avanti incessante le operazioni, capitalizzando le vaste conoscenze dagli ingegneri informatici. Oltre al rispetto dell’ambiente con le zero emissioni di anidride carbonica (CO2) rilasciate durante la circolazione, i veicoli nascondono altri assi nella manica.
Al signore toscano avrebbe fatto comodo saperlo in anticipo. Nella fattispecie, lo hanno “fregato” le telecamere a 360 gradi e i sensori, in grado di monitorare costantemente l’area circostante e registrare qualsiasi movimento sospetto. Se accade qualcosa di insolito, allora il “cervello elettronico” entra in azione. Raccolte le immagini, risalire all’identità del colpevole è stato un gioco da ragazzi. Facile come bere un bicchier d’acqua.
Alla base dell’episodio sembra esserci una banale questione di parcheggio. Il proprietario della Tesla, 35 anni, era solito lasciare il suo mezzo in prossimità del garage del vicino, da qui l’insorgere di parecchie tensioni. La frustrazione accumulata nel tempo ha, infine, spinto il sessantenne a compiere un gesto impulsivo.
Il danno stimato ammonta a circa 1.000 euro: una cifra non indifferente, da aggiungere al disagio dettato dal vandalismo. E oltre all’aspetto economico bisogna considerare l’impatto psicologico. Assistere a una scena del genere, soprattutto tenuto conto di quanto il bene sia di valore, può generare un forte senso di frustrazione e rabbia.
Le questioni aperte
Se da un lato la modalità Sentinella si rivela uno strumento prezioso nella lotta agli atti vandalici, sussistono dei temi da analizzare, oggetto di confronto tra i promotori e i detrattori di soluzioni aventi certe caratteristiche.
Il punto primo, piuttosto intuitivo, consiste nella privacy: l’idea di una società sorvegliata da un “Grande Fratello” ipotizzata da celebri racconti distopici appare meno lontano che mai. In secondo luogo, andrebbero compiute delle riflessioni sul consumo energetico. Difatti, a dispetto degli aggiornamenti software capaci di ridurre in maniera considerevole il cosiddetto “Vampire Drain”, la questione rimane attuale. Denunciato dalla parte lesa, il sessantenne avrà tempo e modo di raffreddare i “bollenti spiriti”. Non si tratta di un caso isolato: di recente qualcosa di analogo è accaduto sempre in Italia, ma a Milano.