Di auto belle (o bellissime, che dir si voglia) ne si trovano a vagonate, ancora oggi. Il settore del lusso conserva un forte richiamo e delle nuove Case sorgono in continuazione, attratte dalla possibilità di fare ottimo affari. Ma non è da tutti aver contribuito da protagonista a una delle scene cult più esilaranti del cinema comico italiano, come la Maserati Ghibli.
In Fantozzi il famosissimo (e sempre bersagliato dalla sfortuna) ragioniere scappava recitando: “Si chiamava Ivan il Terribile XXXII, discendente diretto di Ivan il Terribile I, appartenuto allo Zar Nicola, leggendario campione di caccia al mugiko nella steppa, e fucilato come nemico del popolo durante la Rivoluzione di Ottobre sulla Piazza Rossa”.
Visto che: “Era caduto proprio fra le braccia di Ivan il Terribile, che trascinatolo nell’angolo più nascosto del parco cominciò a scavare una preoccupante fossa di 1.3 m x 2 m”. Nel giardino dei conti Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, il personaggio creato da Paolo Villaggio rubò uno splendido esemplare, di cui gli appassionati sicuramente si ricorderanno molto bene. In quella scena, l’intrepido protagonista corse velocemente per non farsi sorprendere dal cane e rubò una delle vetture più belle e interessanti dell’epoca: la Maserati Ghibli, appunto.
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Scirocco libico
Nata sotto la supervisione dell’Ingegnere Alfieri e scaturita dalla fantasia di Giorgetto Giugiaro, la °Ghibli prendeva il nome di scirocco libico. Il propulsore sul quale poteva contare era caratterizzato da 4,7 litri di cilindrata e da una potenza massima di 330 cavalli alimentati da quattro carburatori. Il V8 raggiungeva da fermo i 100 km/h in 6,8 secondi e la sua velocità massima si attestava intorno ai 270 km/h, una vera supercar delineata da una straordinaria bellezza.
Nel marzo del 1967 vennero prodotte le prime unità. Esistevano due tipologie di cambio disponibile: automatico a tre marce oppure manuale a cinque rapporti. Il serbatoio di 100 litri era diviso a metà e l’autista aveva modo di decidere da quale di essi alimentare il motore. Il pacchetto delle dotazioni vantava fari a scomparsa, sedili in pelle sportivi (tanto amati dal ragioniere) e cerchi in lega, assai meno comuni allora.
Ovviamente per Fantozzi, sempre seguito dalla sua personale nuvola, fu tutto inutile. Perché – come ogni suo appassionato sa – nonostante gli oltre 240 km/h raggiunti senza difficoltà in autostrada dal modello italiano, quei fari non lo lasciavano. “Non erano i fari di una macchina che chiedeva strada…”, ma erano gli occhi di Ivan il terribile che lo: “serrò d’assedio una settimana che gli fu ovviamente conteggiata come ferie già godute“.
Un’utilitaria di lusso
Oltre alla Maserati, l’auto più nota e legata alla carriera dell’artista e attore genovese Paolo Villaggio è la Bianchina, concepita come un’utilitaria di lusso, posizionata un gradino in alto rispetto alla Fiat 500. Padre della Fiat Topolino (l’originale mica la minicar lanciata da poco), della sportiva 8V, della 500 e della 600, Dante Giocosa fu il direttore del progetto, mentre Luigi Fabio Rapi si occupò dello stile. Nel settembre 1957 a Milano, fu presentata al Museo della Scienza e della Tecnica. Che sia una Maserati o una Bianchina poco importa, sicuramente il mitico ragioniere avrà incontrato per strada la sua fida nuvoletta.