Suzuki Jimny, il compatto 4×4 che traina 30 volte il suo peso

Durante un evento a Marina di Carrara, un Suzuki Jimny è riuscito a trascinare 30 volte il suo peso: ormai sono finiti gli aggettivi per descrivere il 4x4

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 3 Luglio 2024 16:59

Compatto ma grintoso: il nuovo Suzuki Jimny Arì s’è reso protagonista nel 2014 di un’impresa da “Guinness dei primati” alla 14ma edizione del 4×4 Fest a Marina di Carrara, trainando un peso 30 volte superiore al suo. Arì, che in giapponese significa “formica”, è la limited edition della linea Jimny, il SUV 4×4 di “taglia small” del Costruttore nipponico approdato in Europa in una veste rinnovata.

Bestiolina dagli occhi a mandorla

Le qualità mostrate dal veicolo di partenza vengono valorizzate, fino a raggiungere delle soglie inimmaginabili. Per via delle dimensioni contenute verrebbe da credere abbia poca forza e, invece, i fatti dicono altro. In fede alla rinomata tradizione di mezzi prestanti e pronti ad affrontare qualsiasi evenienza e avversità, la “bestiolina dagli occhi a mandorla” è un uragano travolgente di “energia maschia”.  Figlio della tradizione a trazione integrale della Suzuki – basti pensare al Vitara – , il Jimny si propone in Europa come il classico Sport Utility compatto utile negli spostamenti cittadini nonché in quelli extraurbani fino all’offroad.

Non esiste nessuno scenario fuori portata. Invece di lasciarsi condizionare dal colpo d’occhio, ogni giudizio sulla vettura andrebbe emanato solo una volta testata in una “missione” reale, ad esempio inerpicarsi su una montagna o su una collina. Allora emergerà l’autentica essenza di una delle proposte di punta dell’intera gamma Suzuki, che lungo la nostra penisola ha trovato alla stregua di una “seconda casa”.

Scheda tecnica e prezzi

Esteticamente il Jimny è caratterizzato da una linea solida, sulla quale emergono la grintosa presa d’aria centrale sul cofano, il paraurti anteriore e la griglia con caratteristici elementi verticali. Gli interni, pur essenziali, sono confortevoli e spicca il nuovo quadro strumenti con sistemi di sicurezza e assistenza alla guida come il TMPE e GSI, deputato a fornire dei dati sulla pressione dei pneumatici e sulla marcia inseriti.

Il punto di forza del Jimny è comunque il motore con trazione integrale 4×4, anche se è possibile “scendere” alle due ruoti motrici: si tratta un M13A, quattro cilindri, sedici valvole da 1.328 cc (versioni MT e AT) benzina con distribuzione twincam a fasatura variabile. La potenza massima è di 62,4 kW (85 CV) a 6.000 giri/min con valore di coppia pari a 110 Nm a 4.100 giri/min, consumi da 7,1 l/100 km nel ciclo combinato ed emissioni di CO2 pari a 162 g/km. La scelta del cambio è invece tra il manuale a cinque marce e l’automatico a quattro rapporti. Grazie al rapporto peso/potenza che rientra nel limite dei 55 kW per tonnellata, il Jimny può essere guidato anche da neopatentati.

Tre le declinazioni in commercio figurano la Evolution, la Evolution+ (con aggiunte come i cerchi in lega leggera o  le finiture cromate degli interni) e la sopracitata Limited Edition Arì in 100 esemplari, con il disegno Kanji “Arì” sul copriruota rigido con bordo cromato in tinta carrozzeria e sui B-pillar, spunto cromatico  riproposto all’interno dell’abitacolo sul cruscotto e sulle bocchette di areazione del climatizzatore. I prezzi vanno dai 17.600 euro dell’Evolution fino ai 18.910 euro dell’Arì, inferiori a quelli di accreditate rivali di segmento tipo la Panda Cross. Un’altra sfida è pronta per la “formica”.