Sette accessori delle auto che oggi non ci sono più

Le auto moderne super accessoriate non hanno più alcuni accessori che per molti sono indimenticabili

Foto di Stefano Bettetini

Stefano Bettetini

giornalista e automotive specialst

Giornalista pubblicista, è attivo nel mondo digital dal 2005, spinto prima dalla passione nel raccontare gli eventi sportivi poi da quella per l'automotive e dalle sue evoluzioni verso un futuro sempre più sostenibile.

Pubblicato: 24 Ottobre 2019 14:33

Oggi imparare a guidare è quasi una passeggiata anche se le strade non sono mai state così trafficate. Ma ad essere sinceri sulle auto moderne ormai è quasi tutto elettronico, automatizzato, connesso o comunque affidabile, e questo rende la vita degli automobilisti molto più semplice. Per dimostrarlo, CarGurus – uno dei principali marketplace di auto a livello globale ha voluto ricordare sette caratteristiche che rendevano le auto di una volta molto più complicate dal punto di vista del design, della progettazione… o anche solo quando si voleva ascoltare un po’ di musica.

Servosterzo, questo sconosciuto

Di questi tempi, privare un’auto del servosterzo è una dichiarazione d’intenti, il segno che si vuole costruire un capolavoro duro e puro. Ma senza andare troppo indietro nel tempo, negli anni Novanta non avere il servosterzo significava aver comprato il modello più economico della gamma.

Aria manuale

Anche se in fin dei conti era una seccatura, c’era un innegabile senso di soddisfazione nel maneggiare la levetta dello starter per far girare il motore senza strappi (o farlo partire del tutto) in una mattinata fredda e umida. Forse perché nell’era pre-iniezione gli automobilisti non erano solo i piloti dell’auto, ma anche parte integrante della sua meccanica. All’inizio l’avviamento dava del filo da torcere, è vero, ma prima o poi tutti sviluppavano una sorta di sesto senso per dosare il rapporto aria-benzina.

Autoradio

Nel mondo iperconnesso in cui viviamo, persino un cambia CD è considerato preistoria a bordo di un’auto. Ma in tanti ricordano quando era necessario frugare tra le cassette, saltare manualmente le canzoni che non si sopportavano e, alla fine del primo lato, estrarre la cassetta, girarla, e ricominciare da capo. Interagire con Siri non è niente in confronto.

Fari a scomparsa

I passi da gigante compiuti nelle tecnologie di illuminazione e le normative più rigide per la sicurezza dei pedoni hanno decretato la fine dei fari a scomparsa, baluardo di un’epoca in cui erano considerati la soluzione più semplice per migliorare le prestazioni aerodinamiche. A meno di non essere il costruttore italiano Ares Design, che non troppo tempo fa ha svelato al mondo una reinterpretazione della DeTomaso Pantera completa di motore V10 Lamborghini, carrozzeria personalizzata e, indovinate… fari a scomparsa!

Niente servofreno

Per chi è abituato ai moderni sistemi di frenata, far rallentare l’auto senza l’aiuto del servofreno è un’esperienza terrificante. Altro che la rassicurante “presa” degli pneumatici sull’asfalto non appena si sfiora il pedale centrale: anni fa, l’unica soluzione era premere a fondo e sperare che l’auto, con flemma e riluttanza, accettasse di arrestarsi prima di urtare il malcapitato fermo davanti. Se si aggiunge all’equazione l’assenza del servosterzo, persino guidare una mini-berlina come la Mk2 Volkswagen Polo era meglio che andare in palestra.

Tettuccio apribile manualmente

Con l’avvento del condizionatore, l’umile tettuccio è diventato una specie in via di estinzione e, anche quando c’è, in genere è alimentato da un motore elettrico. Ai bei vecchi tempi non era così: per arieggiare l’abitacolo, servivano chiavistelli, maniglie, pistoni e perni. In alcuni casi, il tettuccio si poteva non solo inclinare, ma anche togliere del tutto – chiaramente, una volta rimontato, le perdite erano assicurate.

Tettuccio semi-rimovibile

Sempre a proposito di tettuccio, come dimenticare quel capolavoro di aerazione che era il cosiddetto T-bar (o T-top), il precursore della successiva carrozzeria Targa ma con una barra al centro. L’idea era quella di combinare il meglio delle coupé (sicurezza, eleganza e via discorrendo) con il brivido del vento tra i capelli di una cabrio. I T-bar sono generalmente associati alle auto americane (la Chevrolet Corvette su tutte), ma si ritrovano anche su modelli meno pretenziosi come la Suzuki -90.