Ogni occasione è valida per i “furbetti”. Che colgono la minima opportunità per farsi beffe degli ignari automobilisti. Negli ultimi tempi sono diventati sempre più comuni i casi di truffa dell’adesivo, riguardante gli utenti in cerca di parcheggio. La strategia, ormai rodata, trae fondamento dalle stesse dinamiche, perfezionate a discapito dei poveri conducenti. In buona sostanza, essa prevede di applicare un finto verbale di divieto di sosta sul parabrezza di una vettura parcheggiata.
Il messaggio, solitamente studiato a fondo e con toni minacciosi, induce il malcapitato di turno a credere di avere violato una qualche norma su un terreno privato. Approfittando della scarsa conoscenza in materia, un truffatore si presenta nello stretto immediato. Sotto le mentite spoglie di un proprietario o di un addetto autorizzato, porge la richiesta, un aut aut in piena regola: o viene pagata una sanzione o scatta il verbale, di importo maggiore.
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Come riconoscere la fregatura
La convinzione manifestata dagli autori tende a cogliere in inganno. Talmente il sistema è ben oliato da indurre a cadere nel tranello, salvo poi rendersi conto dell’abbaglio subito, quando ormai sarà troppo tardi. Purtroppo, non tutti sono mossi dai migliori principi ed è essenziale informarsi sulla truffa dell’adesivo, onde evitare di finire dritto dritto nella lista delle vittime. Una serie di dettagli aiuta a “stanare” i malviventi. Innanzitutto, prestate attenzione ai verbali di divieto di sosta. Nello specifico, alla presenza o meno di loghi, ingombri e numerazioni identificative dell’ente o dell’autorità emittente. Sono assenti? Puzza di bruciato… Infatti, le etichette dei responsabili sono di solito privi di elementi di riconoscibilità.
Se nell’area dove è stato lasciato il veicolo mancano cartelli o segnaletica a impedire la sosta, è quasi certa la “sola”. Occhio aperti, quindi. Vale lo stesso laddove sia richiesto il pagamento in contanti. Ciò poiché le multe per divieto in divieto di sosta vengono abitualmente notifica in forma scritta e prevedono metodi di transazione tracciabili, quali il bonifico bancario o il bollettino postale. Invece, chi ha secondi fini tende a chiedere un pagamento in contatti, in maniera da eludere i controlli.
Le strategie di difesa
In definitiva, di indizi ve ne sono molteplici, e li puoi facilmente individuare a questo punto. Episodi simili hanno preso ampio diffusione, sulla base delle poche nozioni a riguardo, unita a un naturale senso di allerta. Gli artefici delle fregature sanno assumere un’immagine rispettabile, degna di ascolto e di fiducia. Purtroppo, li spingono delle cattive intenzioni, alla pari dei fautori della nuova grande truffa sulle auto storiche in Italia. Prendere nota delle indicazioni appena date eviterà delle spiacevoli scoperte in un secondo frangente.
Se trovate un adesivo sul parabrezza, mi raccomando, lasciate perdere un pagamento immediato. Non consegnate denaro a nessuno, nemmeno se la persona si spaccia come un vigile o un proprietario terriero. La notifica fasulla è, manco a dirlo, priva di valore legale e non comporta alcuna multa. Toglierla è sufficiente. Da vittime o testimoni del raggiro, provvedete a denunciare l’accaduto alle Forze dell’Ordine, le quali provvederanno a mettersi sulle tracce dei colpevoli.