Jean Samuel Rostan lo conoscete già tutti, è il giovane ragazzo che abbiamo intervistato mesi fa, che aveva preparato la sua mitica Fiat Panda “vintage”, trasformandola in un vero e proprio camper in cui trascorrere vacanze fuori porta, all’insegna dell’avventura. Oggi ancora lui, insieme al suo amico Andrea Allasia, è partito per una missione che ha quasi dell’incredibile.
Sembra proprio che la mitica Fiat Panda anni 80-90 sia la sua passione. Jean Samuel infatti ne ha comprata un’altra insieme al suo socio e l’ha trasformata nell’auto da rally con cui i due parteciperanno nei prossimi giorni al Panda Raid 2022, una corsa nel deserto che attraversa il Marocco. Un’esperienza incredibile, tra dune e immense distese di sabbia, a cui i due ragazzi hanno deciso di iscriversi con entusiasmo. Sono partiti proprio poche ore fa alla volta di Almeria, in Spagna, che raggiugeranno tra un paio di giorni, dove si terranno i controlli di tutte le auto che parteciperanno al Raid. Un’avventura senza eguali, di cui parleremo nella prossima ‘puntata’ dedicata; oggi ci concentriamo su tutte le modifiche meccaniche ed estetiche realizzate per trasformare la Fiat Panda nel mezzo ideale per questo rally incredibile.
Come è nata l’idea di iscriversi al Panda Raid?
Tutto nasce da una chiacchierata fatta con un’amica della mia ragazza, che lavora con la sua famiglia di meccanici. È stata lei a parlarci di quest’iniziativa, sapendo che sono appassionato di motori e di avventure in generale. Mi ha fatto vedere i video delle passate edizioni, dicendomi che le sarebbe piaciuto preparare una Panda per questa gara così speciale.
Ne ho parlato a un mio amico (Andrea Allasia) che ha i miei stessi interessi. Inizialmente pensavo fosse una di quelle idee che restano astratte, di cui chiacchieri ma poi non se ne fa nulla. Ma il fatto che fosse un’avventura a basso costo, accessibile a tutti, ha scaturito in noi molta curiosità.
L’unica cosa da fare era davvero riuscire a trovare una vecchia Panda 4×4 (la seconda, visto che la prima è diventata un camper). E così, dopo svariate ricerche sui siti di annunci, anche se non è stato facile, ne abbiamo trovata una del 1993 a soli 1.300 euro. Occasione più unica che rara, perché in media erano vendute tutte dai 3.000 ai 5.000 euro. Abbiamo captato un’offerta davvero speciale, e abbiam pensato che dividendoci le spese sarebbe stato perfetto. Contando infatti l’iscrizione al Panda Raid, che ammonta a 2.550 euro, spenderne altri 1.300 euro più qualcosa per le modifiche era una cifra che potevamo permetterci.
Dove avete trovato la vostra Panda?
In realtà non molto lontano da casa, ma il problema principale è stato il Covid; ai tempi eravamo ancora in zona rossa, un paio d’anni fa, e quindi non ci potevamo spostare per vedere la Panda. Il proprietario ci aveva avvisato che c’erano già altre persone interessate, visto il prezzo più che abbordabile, e quindi – a scatola chiusa – abbiamo fermato l’auto mandando una caparra di 200 euro, senza nemmeno sapere come sarebbe stata la macchina realmente, dal vivo. Era già una fortuna averla trovata, essendo in zona rossa nessuno poteva andare a prenderla e quindi forse è stato quello il vantaggio. Appena hanno riaperto tutto, siamo andati a vedere l’auto, l’abbiamo comprata e siamo tornati a casa.
Sembrava una scena “fantozziana”: la vecchia Panda apparteneva a un signore anziano di circa 80 anni, che abitava anche abbastanza vicino a casa mia, a circa 60 chilometri, nei pressi di Alba, nelle Langhe. La vettura era sempre stata usata in campagna, come un mezzo agricolo praticamente: l’uomo ci caricava frutta e verdura, ma anche le galline e gli attrezzi. Quando l’abbiamo ritirata era piena di terra e in condizioni davvero pessime. L’ha guidata il nostro amico meccanico al ritorno verso casa, una comica: sembrava di entrare in una stalla. Era di certo uno dei motivi per cui costava così poco.
Quali modifiche avete fatto?
La macchina era perfettamente funzionante, ce ne siamo resi conto subito; esteticamente davvero molto sporca ma la carrozzeria era comunque in buono stato. Ovviamente la prima cosa da fare era pulirla: devo dire che ci è voluto tantissimo tempo, uno o due giorni interi. Abbiamo tolto i sedili, l’abbiamo lavata e aspirata. Li abbiamo sostituiti con altri nuovi, tra l’altro quello del guidatore era praticamente distrutto, quindi sarebbe stato comunque da cambiare.
Una volta pulita, ci siamo resi conto che la Panda era effettivamente in condizioni perfette, qualche graffio e ammaccatura, ma niente di più. Avevamo già deciso di sostituire i sedili – a prescindere dalle loro condizioni – infatti la Panda non è famosa per il suo comfort; per un viaggio del genere ci servivano sicuramente delle sedute più comode.
Sono state apportate modifiche importanti con il nostro meccanico di fiducia (Garage Bouchard): siamo partiti valutando gli elementi che si potevano salvare e quelli “da buttare”. Il motore è stato smontato completamente e pulito, abbiamo valutato lo stato di ogni singola componente. Si trattava di un motore con più di 180.000 chilometri, un 1.0 litri Fire Monoiniettore che abbiamo deciso di sostituire con uno uguale, ma con meno chilometri di percorrenza, a cui è stata effettuata una rettifica completa, in modo da portarlo praticamente a nuovo.
Andare a rettificare un motore da 180.000 chilometri con 30 anni di età non sarebbe stata un’ottima idea, allora ne abbiamo trovato uno con 60.000 chilometri identico e abbiamo usato quello. Il motore originale sprigionava 45 cavalli di potenza, oggi invece la nostra Panda ne eroga in tutto 65.
La frizione è stata sostituita con una in rame da corsa, più resistente sui tratti in cui la nostra macchina potrebbe bloccarsi nella sabbia. Un elemento che, nelle situazioni di difficoltà, ci consentirà di continuare a sfrizionare per uscire da un eventuale impantanamento – o per non entrarci: questa nuova frizione più resistente eviterà che l’elemento stesso si bruci con facilità.
Altro elemento che abbiamo modificato è il cambio; lo abbiamo rimosso, aperto, lavato e abbiamo sostituito gli ingranaggi con altri rinforzati, in modo da resistere a sollecitazioni maggiori. Ricordiamo che guideremo l’auto per un utilizzo che tutto è fuorché consueto per questo modello.
A livello di estetica invece cosa avete cambiato?
Ci siamo resi conto che l’estetica non era male, per questo abbiamo deciso di non riverniciare l’auto. Magari l’occhio non pagherà molto a livello di lucidatura, la macchina ha i suoi anni, la sua “esperienza”, le sue ammaccature. Ma noi abbiamo preferito concentrarci sull’affidabilità della vecchia Fiat Panda e sulla meccanica.
C’è da dire che questa scelta ha anche un aspetto vincente: si mantiene infatti l’aspetto originale di una Fiat Panda che ha quasi 30 anni e che verrà usata per una missione non proprio ordinaria. Abbiamo voluto mantenerla più fedele possibile all’originale, sia per una questione economica, non lo neghiamo, sia per il fatto che ci piaceva il senso di ritrovare la vera Fiat Panda nel deserto, quasi come è nata.
Che pneumatici usate?
Abbiamo adottato gomme con battistrada maggiorato, sempre a misura, non possono infatti eccedere dal raggio 13; il battistrada tassellato permette all’auto di alzarsi un pelo da terra. Poi abbiamo allargato la carreggiata, usando distanziali davanti e dietro di 2 cm, in modo da avere una maggiore stabilità. Abbiamo aggiunto i paraspruzzi al posteriore, che coprono il battistrada, perché le ruote escono appena dalla sagoma dell’auto: a livello di estetica si notano tutti questi piccoli ma importanti accorgimenti.
Lo scarico originale è stato sostituito, e questo dona un tocco accattivante al look, proprio come lo volevamo. Quello che montava la Fiat Panda aveva un diametro di 30 millimetri, noi lo abbiamo cambiato con uno scarico diretto artigianale in inox da 50 mm. I motivi di questa scelta sono essenzialmente due: prima di tutto funzionale, ci serviva infatti uno scarico libero, che ci permette di guadagnare anche solo qualche cavallo in più di potenza. In secondo luogo pagano anche il sound e l’estetica, sicuramente migliorati. A noi piacciono le auto sportive, diciamo che ora la macchina emette un bel suono, soddisfacente, pur rimanendo discreta.
Altri aspetti interessanti di cui ci vuoi parlare?
Sul tetto abbiamo installato una bagagliera, dove inseriremo due ruote di scorta (obbligatorie da regolamento), una cassetta degli attrezzi, le piastre da sabbia (anch’esse obbligatorie), due taniche di benzina da 10 litri l’una. Porteremo anche due estintori, uno fissato sotto il sedile del passeggero e uno nella bagagliera. Altra cosa che serve d’obbligo è la corda statica per l’eventuale traino dell’auto in panne.
Per quanto riguarda le modifiche, dobbiamo citare anche quelle effettuate al paracoppa/paramotore, che ripara tutte le componenti. Abbiamo lavorato anche al filtro dell’aria: oggi il sistema di aspirazione è differente, in modo che la sabbia nel deserto non ci dia problemi, non entri in grandi quantità nel motore, rischiando di danneggiarlo in modo irreversibile. Il nuovo filtro funziona in modo ciclonico e quindi evita questa problematica. Abbiamo anche isolato meglio l’airbox: era già chiuso, è vero, ma considerando che tutte le componenti hanno ormai 30 anni, abbiamo apportato delle migliorie.
Insomma, un lavoro eccezionale. Buon fortuna Jean e Andrea, che al Panda Raid sono iscritti come Team Duchessa (qui il profilo Instagram dove potete seguirli)! Poi vi sveleremo anche il segreto del nome…
Seguiteci perché nei prossimi giorni vi racconteremo tutto sul Panda Raid 2022, i segreti svelati da Jean Samuel su questa missione eccezionale. Complimenti a Garage Bouchard per i lavori effettuati, e a Prismafilms per alcune foto e video.