Code in autostrada, perché si formano? Mistero svelato

Uno dei "grandi misteri" per un automobilista sono le code in autostrada: perché si formano quando non sembra esserci alcun ostacolo? Lo rivelano gli studiosi

Pubblicato: 30 Luglio 2024 22:54

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Quanto volte ci è capitato di viaggiare in autostrada e trovarci nel bel mezzo di code senza motivo apparente (incidenti o lavori stradali)? Un traffico molto intenso che può provocare una serie di rallentamenti a catena sino allo stop delle auto. Se lo scenario vi fa venire i nervi a fior di pelle, vi capiamo. In effetti, non è per nulla simpatico ritrovarsi in situazioni simili, ma sapete cosa c’è? Esplodere di rabbia sarà inutile, perciò fate un bel respiro e provate a recupere la serenità.

Certo, sarebbe stato preferibile evitare complicazioni simili, ma, se vi può consolare (giusto un po’), siete in nutrita compagnia. Della serie, mal comune mezzo gaudio. Qualora abbiate con voi in macchina dei bambini il discorso si complica. Provate a escogitare qualche diversivo sul momento: a differenza di noi adulti, che spesso chiediamo la luna, loro riescono a essere meno esigenti, e ad apprezzare la semplicità.

Cosa le provoca

Comunque, torniamo all’argomento centrale: le “maledette” code in autostrada. Immaginiamo vi siate chiesti cosa le provochi, in assenza di eventi preoccupanti. A occhio, tutto vi sembra regolare. Più vi arrabattate nella ricerca di una spiegazione plausibile, più vi sembra lontana e lo sconforto è dietro l’angolo. Ma in che modo il fenomeno è possibile? La risposta all’amletico dubbio viene dalla fisica.

Quando aumenta la densità dei mezzi e diminuisce velocità si crea una sorta di onda che determina progressivamente un rallentamento delle vetture. Un concetto riprodotto in Giappone con un esperimento dove 22 veicoli dovevano percorrere un percorso circolare alla stessa velocità, nonostante ciò l’inserimento di alcune auto ha provocato l’effetto onda e i disagi di altre.

Immagina l’autostrada come un fiume, dove l’acqua scorre fluida finché non trova un ostacolo. Se il fiume si restringe, l’acqua rallenta per poi accelerare di nuovo, una volta superato lo stretto. Ecco, qualcosa di simile accade durante la guida in autostrada: una riduzione delle corsie, anche temporanea, obbliga i veicoli a decelerare, stabilendo una sorta di effetto catena che si propaga dietro.

Effetto farfalla

Cosa succede in assenza di ostacoli visibili? La soluzione dell’enigma consiste nella capacità della strada di gestire il flusso veicolare. Mentre le vetture sono numerose e occupano ciascuna delle corsie, è sufficiente una minima perturbazione a scatenare il caos. Una macchina che cambia corsia, un conducente distratto, un semplice rallentamento dettato dalla curiosità: tutto ciò è una potenziale causa di una reazione a catena, sulla falsariga di un’onda che si propaga sempre più piano fino ad arrestarsi.

Lo scenario appena descritto ricorda sotto diversi aspetti il cosiddetto effetto farfalla: una minima variazione iniziale, tipo il battito d’ali di una farfalla, è in grado di scatenare eventi di enorme portata, tipo un uragano dalla parte opposta del Pianeta. In autostrada, un piccolo intoppo rischia di innescare una coda chilometrica. Il rimedio appare semplice: mantenere un passo costante e una velocità adeguata. Ma la realtà si rivela più complessa. Difatti, ciascun guidatore ha uno stile peculiare al volante e reazioni diverse; inoltre, fattori esterni ne influenzano il comportamento. Infine, le distanze non vengono sempre osservate.