Candela

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Claudio Braglia

Giornalista professionista automotive

Frequentava ancora la facoltà di ingegneria quando ha iniziato la sua carriera giornalistica a Motosprint e Autosprint. Successivamente sono arrivate InMoto, Auto, SuperWHEELS, Moto World e alVolante, alcune delle quali ha anche concepito e diretto. La sua passione? Guidare soprattutto in pista e realizzare le prove più complete supportate da rigorosi rilevamenti strumentali.

Nei motori termici a benzina, è il dispositivo che genera la scintilla che dà il “la” alla combustione. Avvitata nella “testa” di ciascun cilindro, e realizzata con varie leghe metalliche e con un corpo isolante in ceramica (perché deve resistere fino a 1500 °C e a 60.000 V), ha il primario compito di accendere la miscela aria-carburante compressa all’interno della camera di scoppio. La corrente necessaria è generata dal motore stesso per mezzo della bobina d’accensione, che trasforma la corrente continua a bassa tensione in alternata ad alta tensione.

Quando va sostituita?

 La candela (attribuita a Karl Benz, che è anche considerato il vero inventore dell’automobile…) con la combustione della carica fresca può arrivare fino a temperature dell’ordine degli 850 °C: dunque è un organo molto sollecitato e va controllato spesso.

Anche se quelle moderne richiedono intervalli di manutenzione (e di sostituzione) più lunghi rispetto a quelle del passato, è buona norma controllarne spesso lo stato, tenendo presente che andrebbero comunque sostituite almeno ogni due anni o dopo 40-50.000 km.

Una semplice verifica che chiunque può effettuare    

Uno degli interventi di manutenzione più basici e facili (basta smontare le candele con una opportuna chiave “a tubo” di buona qualità) è il controllo degli elettrodi: la loro distanza (detta “gap”, indicata dal Costruttore nel libretto di uso e manutenzione) va misurata con uno spessimetro.

Se tale distanza risulta più contenuta di quella prescritta, la scintilla potrebbe risultare troppo “piccola” per incendiare la miscela aria-carburante, mentre se è troppo ampia si possono verificare delle difficoltà nel far scoccare la scintilla, con conseguenti riduzioni della potenza.

Attenzione al grado termico

Questo parametro indica la velocità alla quale una candela è capace di dissipare calore dalla camera di combustione, ed è definito dalle dimensioni e dalla conformazione dell’isolante. Se il grado termico è elevato si parla di candela “fredda” (che è più adatta ai motori ad alte prestazioni), mentre se il grado termico è basso, si parla di candela “calda” (indicata per i propulsori più “tranquilli”).

Ci dice anche come sta il motore

La candela si rivela anche un ottimo indicatore per conoscere lo stato di salute del propulsore: una sapiente “lettura” degli elettrodi mostra a colpo d’occhio se il rapporto stechiometrico (ossia la percentuale aria/benzina miscelata dai carburatori o dall’impianto di iniezione) sia corretto.

Una colorazione biancastra è indice di miscela troppo magra o di grado termico troppo basso (con seri rischi di surriscaldamento che possono portare anche al grippaggio del motore), mentre, al contrario, un colore nero e “fuligginoso” indica che la miscela è troppo ”grassa” (cioè entra un’eccessiva aliquota di benzina rispetto alla percentuale d’aria, il che peggiora consumi e prestazioni). Se gli elettrodi sono, invece, puliti e di un bel color nocciola, la carburazione risulta regolata correttamente.