GPL

Foto di Claudio Braglia

Claudio Braglia

Giornalista professionista automotive

Frequentava ancora la facoltà di ingegneria quando ha iniziato la sua carriera giornalistica a Motosprint e Autosprint. Successivamente sono arrivate InMoto, Auto, SuperWHEELS, Moto World e alVolante, alcune delle quali ha anche concepito e diretto. La sua passione? Guidare soprattutto in pista e realizzare le prove più complete supportate da rigorosi rilevamenti strumentali.

Gli automobilisti che hanno “passato i cinquanta” sanno bene che, nel secolo scorso, viaggiare a gas era una “scelta di vita”: gli impianti erano complessi, i rifornimenti non sempre rapidissimi, la diffusione delle colonnine limitata, e – per risparmiare qualche soldino – non ci si pensava due volte a immolare un bel po’ di brillantezza rispetto all’alimentazione a benzina. Oggi le cose sono decisamente cambiate: si va a GPL per convenienza ma anche per praticità, e non si rinuncia più alle prestazioni.

Anche se la guerra fra Russia e Ucraina ha fatto salire il prezzo dei carburanti (e soprattutto del metano) a livelli altissimi, fra i gas il GPL resta competitivo e molto più conveniente del gas naturale, per cui ha ripreso ad attirare le attenzioni degli automobilisti.

A vele spiegate col GPL

Oggi gli impianti a Gas di Petrolio Liquefatti sono più pratici e affidabili e possono essere utilizzati “senza rigetto” anche nei sistemi ibridi più recenti. Inoltre, con l’aiuto dell’elettronica le vetture bi-fuel rendono la vita meno complicata di prima. Praticamente tutte le auto possono essere convertite all’alimentazione a GPL: a seconda della cilindrata e della tipologia del veicolo, il prezzo per montare il relativo impianto oscilla da poco più di 1.000 a 2.000 euro.

Composizione del gas

La miscela di gas di petrolio liquefatti è formata da idrocarburi alcani (composti organici costituiti esclusivamente da carbonio e idrogeno), considerati sottoprodotti del processo di raffinazione del petrolio. Si tratta in gran parte di Butano (che ha un alto potere calorifico), di Propano (caratterizzato da un elevato numero di ottano, dunque con un’ottima resistenza alla detonazione) e di eventuali piccole aliquote di etano.

Questi gas vengono facilmente liquefatti se sottoposti alla pressione di qualche bar, o mantenuti sotto i -10 °C, il che consente di stivare agevolmente il GPL allo stato liquido in un serbatoio particolarmente robusto, toroidale (o a “ciambella”), che si installa al posto della ruota di scorta (che può essere sostituita da un kit gonfia&ripara) occupando così meno spazio.

Cosa offre di meglio

Oltre al risparmio economico garantito dal suo basso prezzo (costa meno della metà di un litro di benzina o gasolio, e poco più della metà di un kg di metano) ora offre prestazioni analoghe a quelle ottenibili a benzina. In aggiunta vanta un ridotto impatto ambientale: l’alimentazione a GPL inquina circa il 20% in meno di quella a benzina e non emette né zolfo né piombo (due degli elementi più dannosi prodotti dai veicoli a gasolio o a benzina verde).

Ma non è privo di difetti

Fra i nei, il consumo aumenta di circa il 15-20% rispetto a quello del motore funzionante a benzina, e le verifiche di manutenzione per valvole e sedi valvole devono essere più frequenti (anche se i motori più recenti ovviano al problema con una piccola iniezione di benzina “lubrificante” ai regimi più elevati…).

Inoltre, il serbatoio del gas va sostituito ogni 10 anni (con una spesa di circa 500 euro) e, per questioni di sicurezza (visto che dopo una fuoriuscita accidentale il GPL non si disperde nell’aria ma tende a concentrarsi ristagnando al suolo), è consentito parcheggiare solo al primo piano interrato dei garage sotterranei.

Infine, poiché sotto i 35 °C il riduttore o evaporatore (dispositivo che riporta il carburante liquido al suo stato gassoso) non lavora bene, nelle giornate molto fredde il motore fatica a partire a GPL, per cui la luce del commutatore può rimanere fissa per un po’ di tempo sull’alimentazione a benzina