Isofix

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Claudio Braglia

Giornalista professionista automotive

Frequentava ancora la facoltà di ingegneria quando ha iniziato la sua carriera giornalistica a Motosprint e Autosprint. Successivamente sono arrivate InMoto, Auto, SuperWHEELS, Moto World e alVolante, alcune delle quali ha anche concepito e diretto. La sua passione? Guidare soprattutto in pista e realizzare le prove più complete supportate da rigorosi rilevamenti strumentali.

Da quando esiste l’automobile, il trasporto di bambini a bordo impone di valutare con attenzione le problematiche relative alla loro sicurezza. Per trovare una soluzione, nel 1991 un gruppo di studio svedese propose all’ISO (International Standard Organization, cioè Organizzazione Internazionale per la Normazione) lo sviluppo di un sistema di ancoraggio universale per i seggiolini dei bimbi.

Fino a quel momento, infatti, i citati seggiolini si fissavano alla vettura semplicemente sfruttando le cinture nell’abitacolo: una soluzione non sempre sicura, visto che si osservò che l’operazione avveniva (statisticamente) in modo non corretto nell’80% dei casi, dunque con pesanti rischi per l’incolumità dei piccoli…

Aggancio rapido e sicuro

Aderendo alla proposta svedese, nel 1992 in Inghilterra un team di tecnici iniziò a lavorare al progetto, e nel 1999 vide la luce la prima versione del sistema di ancoraggio, con quattro barrette di attacco nei sedili della vettura: due celate dentro lo schienale e due nella parte anteriore del cuscino del sedile. Nacque così il Sistema Isofix. Nel dicembre del 2004 venne presentata la seconda edizione che manteneva due attacchi bassi, con l’aggiunta di un terzo punto di collegamento nella parte alta del sedile. Questo tipo di aggancio venne denominato Isofix universale per distinguerlo dalla versione precedente (definita Isofix semi-universale).

Tutti d’accordo sulla sicurezza

Per evitare qualsiasi movimento rotatorio, il terzo punto di ancoraggio, detto antiribaltamento, aveva (e ha) le forme della cinghia di stabilizzazione Top Tether (che va agganciata nello schienale del sedile della vettura), oppure del cosiddetto “piede di supporto” (una sorta di “gamba” fissata perpendicolarmente al pavimento tra il sedile anteriore e quello posteriore o tra il sedile anteriore e la plancia).

Il sistema, che ha imposto l’accordo fra tutti i costruttori automobilistici (ed è diventato obbligatorio alla fine del 2012), definisce i punti di attacco standard che devono essere inclusi nelle autovetture. Così risulta più agevole agganciare saldamente il seggiolino e quasi impossibile farlo in un modo non corretto, come poteva invece succedere utilizzando le normali cinture di sicurezza in dotazione alla vettura.

Come si installano?

La procedura di fissaggio della versione più recente del sistema è piuttosto semplice. Dopo avere inserito i connettori Isofix del seggiolino negli appositi punti di ancoraggio situati tra la seduta e lo schienale del sedile dell’auto, un indicatore visivo diventa verde per confermare che il seggiolino è agganciato correttamente.

Subito dopo, a seconda della versione del sistema Isofix di cui si dispone, bisogna abbassare la “gamba di supporto” o agganciare il Top Tether. Alla fine, è necessario controllare che tutti gli indicatori visivi siano verdi e che il seggiolino sia ben stabile e definitivamente ancorato al sedile dell’auto.

Le normative vigenti

Oggi sul mercato esistono seggiolini Isofix omologati con due normative: ECE R44 (che stabiliva che le auto prodotte a partire dal 2006 dovevano essere dotate di attacchi Isofix) e, la più recente, ECE R129. Solo quest’ultima, però, è attualmente in vigore: a partire dal 1° settembre 2024, infatti, è consentita la produzione da parte delle aziende e la vendita di seggiolini auto omologati solo secondo la normativa ECE R129/i-Size (introdotta nel 2014) che ha anche stabilito l’obbligo degli attacchi Isofix per i seggiolini dedicati ai bambini da 40 a 105 cm di altezza.

Tuttavia, se acquistato entro agosto 2024, un seggiolino omologato con la precedente normativa ECE R44 può comunque continuare a essere utilizzato.