Cambio automatico, come funziona e come si usa

Come funziona il cambio automatico e come migliora il comfort di guida in città. Le varie tipologie in commercio con pro e contro di ognuna

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Francesco Menna

ingegnere meccanico

Laureato in Ingegneria Meccanica, sono un appassionato di motori e musica. Quando non scrivo, suono la chitarra. Il mio sogno? Lavorare nel mondo automotive.

Pubblicato: 17 Luglio 2024 09:30

Il cambio automatico rappresenta una delle più significative innovazioni nel mondo automobilistico, offrendo una soluzione pratica e confortevole alla guida moderna. Questa tecnologia, sviluppata e perfezionata nel corso dei decenni, elimina la necessità di cambiare manualmente le marce, rendendo la guida più fluida e meno stressante, soprattutto nel traffico cittadino o durante lunghi viaggi.

A differenza di quello manuale, dove il conducente deve coordinare l’uso del pedale della frizione e della leva del cambio per selezionare la marcia appropriata, il cambio automatico gestisce autonomamente la selezione delle marce in base a vari parametri come la velocità del veicolo, il regime del motore e le condizioni di carico. Questo sistema utilizza una combinazione di sensori, attuatori e una centralina elettronica per ottimizzare le prestazioni e l’efficienza del veicolo.

Andremo a capire i principi di funzionamento del cambio automatico, le diverse tipologie disponibili sul mercato, i vantaggi che offrono e le modalità di utilizzo. Dalla storica trasmissione automatica con convertitore di coppia alle più recenti con doppia frizione e CVT (Continuously Variable Transmission), capiremo come questa tecnologia abbia rivoluzionato il modo di guidare, rendendo i veicoli non solo più facili da condurre, ma anche più sicuri ed efficienti.

I componenti principali

Il cambio automatico è un complesso sistema meccanico ed elettronico che utilizza una serie di componenti per gestire autonomamente la selezione delle marce. I principali componenti del sistema di trasmissione possono essere sintetizzati come segue:

  • convertitore di coppia: è l’elemento che sostituisce la frizione nei cambi manuali. Connette il motore alla trasmissione e utilizza un fluido per trasferire la potenza dal propulsore alle ruote, permettendo un’accelerazione più fluida;
  • ingranaggi planetari: questo è il cuore del sistema. Permettono di ottenere diversi rapporti di marcia tramite la combinazione di ingranaggi solari, satelliti e anelli. La loro disposizione e la ruota dentata in uso determinano il rapporto di trasmissione;
  • frizioni e freni a nastro: utilizzati per bloccare o permettere il movimento di determinate parti dell’ingranaggio planetario, queste componenti aiutano a selezionare le marce appropriate. Le frizioni collegano e scollegano vari ingranaggi, mentre i freni a nastro bloccano le ruote dentate specifiche per cambiare il rapporto;
  • valvole e solenoidi: questi componenti idraulici ed elettrici regolano il flusso di fluido all’interno della trasmissione per attivare le frizioni e i freni a nastro. Le valvole controllano il passaggio del fluido, mentre i solenoidi, gestiti da una centralina elettronica, determinano quando e come le valvole devono essere azionate;
  • centralina elettronica (TCU): la Transmission Control Unit è il cervello del cambio automatico. Analizza vari dati, come la velocità del veicolo, il regime del motore e la posizione dell’acceleratore, per determinare il momento ottimale per cambiare marcia;
  • pompa dell’olio: fornisce la pressione idraulica necessaria per il funzionamento del sistema di trasmissione. È essenziale per garantire che il fluido possa circolare correttamente e attivare le frizioni e i freni a nastro.

Funzionamento del cambio automatico

Ora che abbiamo compreso com’è fatto dal punto di vista teorico un cambio automatico, analizziamone il funzionamento. Quando l’auto si avvia, il convertitore di coppia trasmette la potenza dal motore alla trasmissione. Il fluido all’interno del convertitore permette al veicolo di stare fermo al minimo, mentre aumenta la potenza trasmessa con l’accelerazione.

La TCU analizza continuamente i dati del veicolo per determinare la marcia ottimale. Utilizzando i solenoidi, la centralina regola le valvole che dirigono il fluido verso le frizioni e i freni a nastro appropriati. Quando è necessario cambiare marcia, la TCU attiva i solenoidi corrispondenti per regolare le valvole. Questo permette al fluido di raggiungere le frizioni o i freni a nastro, attivandoli e cambiando il rapporto degli ingranaggi planetari. Questo processo avviene in modo fluido e continuo, senza interruzioni percepibili dal conducente.

Durante la guida, la centralina elettronica continua a monitorare le condizioni del veicolo e ad effettuare i cambi di marcia necessari per ottimizzare l’efficienza del carburante e le prestazioni. Quando l’auto rallenta o si ferma, il convertitore di coppia permette al motore di rimanere acceso senza trasferire troppa potenza alla trasmissione. Questo facilita le partenze e le fermate senza richiedere l’uso della frizione da parte del conducente.

I sistemi moderni di cambio automatico possono adattarsi allo stile di guida del conducente e alle condizioni stradali. Alcune trasmissioni dispongono di modalità sportive o economiche, che regolano la strategia di cambio delle marce per offrire prestazioni migliorate o maggiore efficienza del carburante.

Tipologie di cambio automatico

In commercio esistono varie tipologie di cambio automatico. Il più comune è quello con convertitore di coppia. Come già anticipato, quest’ultimo sostituisce la frizione utilizzata nei cambi manuali e utilizza un fluido per trasferire la potenza dal motore alla trasmissione. È un po’ il meccanismo descritto alcune righe più sopra. I vantaggi di questa soluzione sono facilità d’uso e comfort di guida, transizioni fluide tra le marce e adattabilità a diverse condizioni di guida. Di contro, però, è il meno efficiente fra tutti e pesa più degli altri.

Un’altra tipologia è il cambio automatico a doppia frizione. Combina le caratteristiche dei cambi manuali e automatici per ottenere prestazioni superiori. Utilizza due frizioni separate per gestire le marce pari e dispari, permettendo innesti quasi istantanei. Quando una marcia è in uso, la successiva è già preselezionata. I vantaggi sono prestazionali: cambi marcia veloci e senza interruzioni, maggiore efficienza nei consumi rispetto ai cambi con convertitore di coppia, prestazioni generali superiori. Di contro, però, sono più complessi e dunque più costosi.

Il CVT, invece, non utilizza ingranaggi fissi, ma una coppia di pulegge con diametro variabile connesse da una cinghia o una catena. Questo permette una variazione continua del rapporto di trasmissione. Le pulegge possono variare il loro diametro attivo, permettendo alla cinghia o alla catena di muoversi lungo di esse, cambiando continuamente il rapporto di trasmissione. Un sistema elettronico gestisce la posizione delle pulegge per ottimizzare il rapporto di trasmissione in base alla velocità del veicolo e alla richiesta di potenza. Il vantaggio è che non si percepisce alcun cambio di marcia, migliorando il comfort. Di contro, però, è limitato dal punto di vista delle prestazioni.

Per ultimo, ma non meno importante, c’è il cambio automatico robotizzato. Utilizza una trasmissione manuale standard, ma con attuatori elettronici che gestiscono la frizione e la selezione delle marce. È una sorta di ibrido tra cambio manuale e automatico. Tramite paddle al volante, dà la possibilità di un azionamento manuale da parte del conducente.

Ogni tipologia di cambio automatico offre vantaggi e svantaggi specifici, rendendola più adatta a particolari stili di guida e condizioni di utilizzo. Il cambio con convertitore di coppia è ideale per chi cerca comfort e semplicità, mentre il DCT è preferito per le sue prestazioni sportive. Il CVT si distingue per la sua efficienza nei consumi, e il cambio automatico robotizzato offre una soluzione economica e pratica. Con il continuo sviluppo tecnologico, questi sistemi continuano a evolversi, migliorando le prestazioni, l’efficienza e il comfort di guida.