Nel mondo motociclistico pochi elementi sono così centrali e vitali come il cambio. Questo dispositivo, apparentemente semplice ma incredibilmente utile, svolge un ruolo cruciale nella gestione della coppia e della velocità della moto. Ha il compito di regolare il flusso della coppia dal motore alla ruota posteriore, consentendo al motociclista di adattarsi alle mutevoli condizioni stradali e alle proprie esigenze di guida.
Indice
Cambio della moto: com’è fatto
Prima di capire il funzionamento di un cambio sequenziale moderno, cerchiamo di vedere da quali componenti è formato:
- tamburo selettore: è un cilindro con scanalature longitudinali e fori radiali che determinano la marcia innestata. Le prime corrispondono alle diverse marce, mentre i secondi fungono da sedi per i perni delle forcelle d’innesto. La rotazione del tamburo selettore determina la marcia innestata;
- forcelle d’innesto: scorrono lungo le scanalature del tamburo e agganciano le ruote dentate per cambiare marcia. Ad ogni forcella è associata una marcia specifica. Quando il pilota aziona la leva del cambio, il tamburo selettore ruota e la forcella corrispondente alla marcia desiderata viene spinta verso l’esterno, agganciando la relativa ruota dentata;
- albero primario: riceve la rotazione dal motore e la trasmette al cambio. Sulla sua superficie sono montate le ruote dentate fisse del cambio. Ruota alla stessa velocità del motore;
- contralbero: è un albero rotante che riceve la rotazione dal primario tramite un sistema di ingranaggi. Sulla sua superficie sono montate le ruote dentate folli del cambio. Il contralbero ruota a una velocità diversa dall’albero primario, in base al rapporto di cambio selezionato;
- albero secondario: riceve la rotazione dal contralbero tramite ruote dentate. Sulla sua superficie è montato il pignone della catena. Grazie a quest’ultima, l’albero secondario trasmette la rotazione alla ruota posteriore;
- ruote dentate: sono degli ingranaggi a denti cilindrici che si innestano l’uno con l’altro per trasmettere la rotazione. Sono di due tipi: fisse e folli. Le prime sono montate sull’albero primario e ruotano sempre alla sua stessa velocità. Le seconde montate sul contralbero e possono ruotare liberamente. Il rapporto di trasmissione è determinato dalla dimensione relativa delle ruote dentate innestate;
- leve del cambio: sono azionate con il piede o la mano per cambiare marcia. Sono collegate al tamburo selettore tramite un sistema di cavi o leveraggi. Azionandola, il pilota provoca la rotazione del tamburo selettore, innestando la marcia desiderata;
- frizione: è un componente che permette di disconnettere l’albero primario dal motore, facilitando il cambio marcia;
- cambio elettronico: è un sistema che permette di cambiare marcia senza azionare la leva del cambio;
- sensori e attuatori: i primi rilevano la posizione del tamburo selettore e la velocità della moto, mentre i secondi comandano l’innesto delle marce.
Il funzionamento
Dato un primo sguardo ai componenti principali del sistema di trasmissione, possiamo approfondire il funzionamento. Questo aspetto è fondamentale, in quanto aiuta a comprendere la logica con cui deve avvenire un cambio marcia. Il motociclista aziona la leva del cambio con il piede sinistro o la mano destra (a seconda del modello di moto) che, a sua volta, agisce su un sistema di leveraggi o cavi che fa ruotare il selettore.
Quest’ultimo, successivamente, determina lo spostamento delle forcelle d’innesto lungo le scanalature del tamburo selettore. La forcella d’innesto della marcia innestata viene spinta verso l’interno, disinnestando la relativa ruota dentata. In una frazione di secondo, quella della nuova marcia desiderata viene spinta verso l’esterno, agganciando il relativo ingranaggio. La rotazione dell’albero primario viene trasmessa alla ruota dentata innestata, tramite ingranaggi, sull’albero secondario. La rotazione di quest’ultimo viene trasmessa al pignone della catena, che a sua volta la trasferisce alla ruota posteriore.
I meccanismi di innesto marcia sono principalmente due:
- arpionismo: è il più comune sulle moto e utilizza degli arpioni che ruotano su perni del tamburo selettore. Quando il motociclista aziona la leva del cambio, gli arpioni spingono sul tamburo facendolo ruotare;
- sistemi a rotolamento: sfruttano la rotazione di camme e rulli per spostare le forcelle d’innesto. Questi sistemi sono generalmente più silenziosi e fluidi rispetto al primo.
Tecnica di cambio marcia corretta
Cambiare marcia in modo fluido e sicuro è fondamentale per una guida piacevole e performante, oltre che per preservare la salute del cambio e del motore della moto. Bisogna innanzitutto capire il momento giusto per ingranare il rapporto successivo. Prestare attenzione al suono del motore aiuta a capire il tempismo perfetto. Se il modello è dotato di un contagiri, è possibile utilizzarlo per monitorare il regime di rotazione e cambiare marcia di conseguenza.
Guidare a regimi troppo bassi può causare vibrazioni e usura eccessiva del motore, mentre a regimi troppo alti può portare a consumi elevati e surriscaldamento. Definito ciò, bisogna tirare la frizione. Assicurarsi di tirarla completamente prima di innestare un nuovo rapporto. Non rilasciare la frizione parzialmente, in quanto ciò provocherebbe dei danni da usura delle ruote dentate. Una volta innestata la marcia desiderata, rilasciare la leva della frizione con gradualità e con un movimento fluido. È importante non rilasciarla di colpo, in quanto ciò può causare un “grattamento” o uno “strappo” nella trasmissione.
Quest’ultimo si verifica quando le marce non sono correttamente allineate. Questo può causare usura e danni al cambio e alla frizione. Anche in questo caso, è importante tirare la frizione completamente, effettuare la cambiata con decisione e poi rilasciarla gradualmente. Se si avverte un rumore simile ad una grattata, interrompere l’operazione e ripeterla nuovamente.