Cosa succede se l’autovelox fotografa più volte la stessa auto che infrange i limiti

Il Codice della Strada prevede che quando una stessa condotta illecita viene reiterata in un arco temporale ristretto si applichi solo la sanzione più grave

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 24 Giugno 2025 06:00

Può capitare che un automobilista venga fotografato più volte da uno o più autovelox nell’arco dello stesso tragitto o nell’arco di poche decine di minuti. Inevitabile chiedersi se possano essere ricevute più multe consecutive per lo stesso tipo di infrazione oppure se esiste un meccanismo normativo che tuteli il conducente dall’eccessiva moltiplicazione delle sanzioni per la stessa infrazione? La risposta si articola su diversi livelli giuridici e interpretativi, ma ruota attorno al concetto del cumulo giuridico delle sanzioni.

Il cumulo giuridico, la protezione contro le sanzioni a raffica

Il Codice della Strada prevede che quando una stessa condotta illecita viene reiterata in un arco temporale ristretto, e sempre all’interno di un contesto simile – ad esempio sullo stesso tratto autostradale o extraurbano – si applichi una sola sanzione, quella più grave, con un aumento che può arrivare fino al triplo dell’importo originario.

Si tratta di una norma ispirata al buon senso: evitare che un comportamento non pienamente consapevole o episodico si trasformi in una sequenza punitiva sproporzionata. L’articolo 198 del Codice chiarisce infatti che, in caso di più infrazioni accertate contestualmente, si può procedere con una contestazione cumulativa, purché le violazioni siano ricollegabili a un comportamento unitario e non interrotto.

Quando scatta la sanzione unica

A determinare se le multe multiple debbano essere considerate un’unica infrazione aggravata oppure una serie distinta di violazioni è innanzitutto il fattore temporale. Se i rilevamenti avvengono a distanza di pochi minuti, o comunque in un tempo oggettivamente breve e all’interno di una stessa situazione di marcia, i giudici tendono a interpretare la condotta come continuativa.

Il secondo parametro riguarda la contiguità spaziale: se le postazioni di rilevamento si trovano sullo stesso tratto stradale, magari distanziate di pochi chilometri, l’ipotesi del cumulo viene considerata fondata.

Il terzo elemento è la riconducibilità amministrativa delle sanzioni a un unico ente gestore. Se le infrazioni vengono notificate da differenti enti accertatori tra amministrazioni comunali o provinciali, anche se vicine geograficamente, ciascuna sarà considerata autonoma.

Non tutti gli autovelox operano con le stesse modalità, e questo può incidere sulla validità delle sanzioni multiple. I dispositivi fissi, installati su pali o box stradali, sono tarati per funzionare in modo continuativo, spesso senza presidio umano.

Gli autovelox mobili richiedono la presenza della polizia e una verbalizzazione contestuale o differita. Infine, gli strumenti semi-fissi funzionano a cavallo tra queste due tipologie.

Come si è espressa la giurisprudenza

Molte sentenze hanno chiarito che non si può punire più volte un comportamento che nella sostanza è unico. La Corte di Cassazione ha ribadito in più occasioni come l’abuso dei rilevatori automatici si traduca in una pratica vessatoria, soprattutto se le sanzioni vengono notificate tutte in blocco settimane dopo l’evento.

In questi casi è stato riconosciuto il diritto del cittadino a vedersi applicata una sola sanzione maggiorata, soprattutto quando è evidente che non vi è stata volontà di reiterare l’illecito, ma solo una mancata conoscenza dell’infrazione originaria. La ratio è che non si può impedire al cittadino di correggere il proprio comportamento se non è stato previamente informato della violazione.

Punti sulla patente e sospensioni tra ricorso e autotutela

Anche quando si applica il principio del cumulo giuridico sul piano pecuniario, resta aperto il problema della decurtazione dei punti dalla patente. In teoria, ogni singola infrazione prevede una perdita punti, e quando le violazioni sono considerate autonome, anche se ravvicinate, il rischio è di azzerare il saldo disponibile in pochi chilometri.

Se il numero di infrazione è eccessivo scatta anche la sospensione della patente con tempi che variano da uno a tre mesi o più, a seconda della gravità complessiva delle violazioni.

Se il conducente ritiene che le multe ricevute siano il risultato di un’unica condotta e che si applichi il cumulo giuridico, può presentare ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace, allegando la documentazione relativa alle sanzioni, la tempistica precisa e le mappe del tracciato interessato.

In alternativa, può rivolgersi all’amministrazione emittente richiedendo l’applicazione in via di autotutela del principio di cumulo. Gli enti accolgono la richiesta se supportata da dati oggettivi. Attenzione comunque ai termini previsti dalla legge – 30 giorni per il Prefetto, 60 per il Giudice di Pace – e a conservare tutte le notifiche ricevute.

Soprattutto nei tribunali di prossimità è stato riconosciuto che il cittadino non può essere punito ripetutamente se ignaro della prima infrazione. I giudici sottolineano come la funzione delle sanzioni debba essere preventiva e rieducativa, non meramente punitiva. In questo contesto, il cumulo giuridico viene interpretato in modo estensivo, a tutela del principio di proporzionalità e del diritto alla difesa effettiva.

Nonostante l’affidabilità elevata delle apparecchiature moderne, restano margini di errore nelle misurazioni. Interferenze meteorologiche, riflessi, posizionamenti errati, mancata taratura entro i termini di legge sono tutte condizioni che possono invalidare i rilevamenti.

Se più multe sono state rilevate in condizioni dubbie dallo stesso dispositivo, l’automobilista può chiedere la verifica della taratura e il controllo dei registri tecnici. In alcuni casi, i giudici hanno annullato intere serie di multe, riconoscendo che l’amministrazione non aveva dimostrato in modo inequivocabile la correttezza e regolarità del funzionamento dell’autovelox.

I casi Tutor e Vergilius

Nel caso dei sistemi di rilevamento della velocità media, come il Tutor o il Vergilius, il principio applicato è univoco: si calcola la media tra due punti e si emette una sola sanzione in caso di superamento. Se in uno stesso tratto sono presenti più segmenti indipendenti gestiti da diversi enti, o se l’intervallo temporale tra due rilevazioni è elevato si può incorrere in multe plurime.

Uno dei concetti più delicati dal punto di vista giuridico riguarda la distinzione tra infrazione continuata e infrazione reiterata. Nel primo caso si ha a che fare con un unico comportamento illecito che si prolunga nel tempo, come ad esempio guidare costantemente oltre il limite in un tratto uniforme. Nel secondo caso ogni episodio è considerato autonomo perché separato da una consapevolezza dell’illiceità del gesto e da un intervallo sufficiente per interrompere la condotta.

È questo discrimine ad alimentare molti contenziosi, perché stabilire se il comportamento sia frutto di una condotta unica e non interrotta, oppure di ripetuti atti consapevoli, incide sull’entità delle sanzioni.