Moto radiata per esportazione: significato e conseguenze

La dicitura radiata per esportazione sul libretto moto indica che il veicolo è stato cancellato dai registri italiani per essere reimmatricolato all'estero

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 17 Settembre 2024 17:05

Quando sul libretto di una moto appare la dicitura radiata per esportazione significa che il veicolo è stato cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico italiano con l’intento di essere esportato in un altro Paese. In pratica, la moto viene tolta dal sistema di circolazione italiano e non può più circolare sul territorio nazionale, poiché non è più registrata come veicolo attivo. Questa operazione è richiesta quando si intende trasferire definitivamente la moto all’estero, dove sarà reimmatricolata nel sistema automobilistico locale.

Radiazione per esportazione: cosa significa e come funziona

La radiazione per esportazione è disciplinata dall’articolo 103 del Codice della Strada, che specifica le condizioni per cui un veicolo viene cancellato dal PRA. La procedura deve essere completata prima dell’esportazione effettiva del veicolo. Il proprietario della moto ha la responsabilità di presentare la richiesta, di solito tramite uno Sportello telematico dell’automobilista o un’agenzia di pratiche auto.

Una volta che il veicolo è stato radiato, il proprietario riceve un documento che certifica l’avvenuta cancellazione dal PRA. Da quel momento, la moto non è più autorizzata a circolare in Italia e deve essere nuovamente immatricolata all’estero, nel Paese in cui verrà utilizzata.

Per radiare una moto per esportazione, il proprietario deve fornire una serie di documenti:

  • certificato di proprietà o documento unico di circolazione;
  • carta di circolazione (libretto);
  • targhe del veicolo;
  • documento di identità e codice fiscale del proprietario.

Una volta completata la pratica, le targhe italiane sono restituite e il libretto di circolazione viene annullato. Questi passaggi sono richiesti perché, in caso di esportazione, il veicolo non può mantenere la stessa immatricolazione italiana nel Paese di destinazione, dove deve essere immatricolato ex novo secondo le leggi locali.

Le conseguenze della radiazione per il mercato italiano delle moto

La radiazione per esportazione ha anche un impatto sul mercato motociclistico italiano poiché una moto radiata non può più essere utilizzata, venduta o riacquistata senza una nuova immatricolazione. Le moto radiate per esportazione sono in genere meno appetibili per chi intende rivenderle o reimportarle in Italia. Chi vuole vendere una moto all’estero dovrebbe essere consapevole che, una volta completata la radiazione, non potrà più rientrare nel mercato italiano senza passare attraverso una procedura di reimmatricolazione.

Un’altra conseguenza è la perdita della storicità del veicolo in Italia. Ad esempio, per le moto d’epoca, il processo di radiazione potrebbe far perdere il riconoscimento come veicolo storico presso il PRA. In questo modo diventa più difficile il recupero di eventuali certificati storici in futuro.

Costi e tempistiche

La procedura di radiazione della moto per esportazione comporta il pagamento di una serie di spese:

  • 13,50 euro per emolumenti Aci;
  • 32 euro per l’imposta di bollo;
  • 10,20 euro per i diritti DTT (solo per la radiazione per esportazione).

In termini di tempistiche, il processo di radiazione viene gestito rapidamente, e in molti casi può essere completato in pochi giorni, a seconda della disponibilità dello Sportello telematico dell’automobilista.

Quando non è possibile radiare per esportazione una moto

Ci sono alcuni casi in cui il proprietario di una moto non può richiedere la radiazione per esportazione. Ad esempio, se la moto è soggetta a fermo amministrativo, deve prima essere liberata da qualsiasi vincolo legale. Il fermo amministrativo è un blocco imposto dal fisco o da altre autorità per debiti non pagati, come tasse automobilistiche o multe. In questo caso, il proprietario non può vendere, esportare o radiare la moto fino a quando il debito non è stato saldato e il fermo rimosso.

Un altro vincolo riguarda le moto che hanno ipoteche o altre garanzie legali in corso, come leasing o finanziamenti non ancora estinti. In questi casi, la radiazione non può essere eseguita finché non vengono estinte tutte le obbligazioni contrattuali. La radiazione è anche impedita in caso di sequestro del veicolo da parte delle autorità per ragioni penali o amministrative. Di conseguenza, prima di procedere con la richiesta di radiazione per esportazione, è essenziale che il proprietario verifichi che il veicolo sia libero da vincoli legali.

Cosa fare dopo la radiazione della moto

Una volta che la moto è stata radiata per esportazione, il proprietario può esportarla nel Paese di destinazione, dove deve seguire la procedura di immatricolazione secondo le normative locali. In molti Paesi, questo processo richiede la presentazione del certificato di radiazione rilasciato dal PRA italiano, oltre a eventuali controlli tecnici e di conformità ambientale previsti dalla legislazione locale.

Se la moto viene in seguito riportata in Italia, bisogna reimmatricolarla, seguendo la procedura di registrazione di un veicolo importato dall’estero. Significa in termini pratici nuovi controlli tecnici, la richiesta di nuove targhe italiane e la registrazione al Pubblico Registro Automobilistico italiano.

Reimmatricolazione della moto all’estero

Dopo aver completato la radiazione per esportazione, il passo seguente per utilizzare la moto nel Paese di destinazione è la reimmatricolazione secondo le norme delle autorità locali. Ogni nazione ha procedure diverse, ma in genere è richiesto il certificato di radiazione italiano che attesta che il veicolo non è più registrato in Italia e che può essere registrato nel nuovo Paese.

La procedura prevede la verifica tecnica del veicolo, per accertarsi che rispetti le normative locali in termini di emissioni e sicurezza. Quindi il pagamento delle tasse di immatricolazione e, in alcuni Paesi, una tassa di importazione. Infine, la nuova registrazione del veicolo all’autorità automobilistica locale che fornisce una nuova targa e un libretto di circolazione valido nel Paese di destinazione.

La radiazione per esportazione consente quindi di semplificare il processo di immatricolazione all’estero, assicurando che il veicolo non abbia vincoli legali in Italia e sia libero di essere registrato altrove.

Radiazione per esportazione: cosa considerare

Decidere di radiare una moto per esportazione presenta alcuni vantaggi per chi vuole trasferirla e immatricolarla all’estero. Uno dei principali benefici è la semplificazione burocratica: una volta completata la radiazione, il veicolo risulta ufficialmente cancellato dal sistema italiano e può essere immatricolato all’estero senza alcun legame con le normative italiane. Questo rende il trasferimento più lineare per chi, ad esempio, ha deciso di trasferirsi in un altro Paese o di vendere il veicolo all’estero. Un altro vantaggio è il risparmio fiscale: una volta radiata, il proprietario non è più tenuto a pagare il bollo o altre tasse automobilistiche in Italia, poiché il veicolo non è più registrato nel territorio nazionale

Ci sono però anche altri aspetti da considerare. Come accennato, la radiazione è irreversibile in Italia, a meno che la moto non venga nuovamente reimmatricolata come veicolo importato. Può rivelarsi un problema nel caso in cui il proprietario decida in seguito di riportare il veicolo in Italia, poiché dovrà affrontare costi e pratiche burocratiche simili a quelli per un veicolo importato da un altro Paese. La vendita all’estero non è poi sempre semplice: il mercato internazionale può avere richieste diverse da quelle italiane, e il valore di una moto radiata potrebbe risultare inferiore rispetto a quello di una venduta nel mercato domestico.