Demolire un motorino: come procedere

Qual è la procedura corretta per demolire un motociclo e un ciclomotore in conformità con le leggi vigenti? I passi da seguire e i vari costi da affrontare

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 14 Giugno 2024 19:18

Decidere di rottamare una moto o uno scooter può essere dettato da vari motivi, sia che si tratti di disfarsi di un veicolo incidentato e non più funzionante, sia che si voglia smantellare un esemplare per venderlo a pezzi. In tutti i casi è importante sapere quali sono le modalità per adempiere agli obblighi legislativi.

Uno dei cambiamenti normativi recenti è l’impossibilità di evitare il pagamento del bollo attraverso la radiazione per esportazione per i veicoli non più utilizzati su strada.

Al netto da eccezioni, case particolari o disponibilità di incentivi statali o promozioni specifiche offerte dai produttori, una moto intera generalmente ha un valore di mercato superiore rispetto alla somma ricavabile dalla vendita dei singoli componenti. Il telaio del veicolo, una volta demolito, non può essere venduto separatamente. Va infatti consegnato al centro di demolizione insieme alla targa del veicolo e ai documenti pertinenti.

Quale differenza tra rottamazione con o senza acquisto

La rottamazione di una moto o di un ciclomotore è il processo attraverso il quale è possibile procedere alla demolizione definitiva del veicolo in uno dei centri autorizzati, comunemente noti come sfasciacarrozze. Questa operazione richiede il rispetto di un preciso iter burocratico che varia a seconda delle circostanze.

Nel caso in cui la rottamazione avvenga contestualmente all’acquisto di un nuovo mezzo, il processo è in genere facilitato dal venditore. Quest’ultimo si occupa infatti di ritirare la vecchia moto, gestire tutte le pratiche necessarie e rilasciare al cliente il certificato di rottamazione. Questa opzione è la soluzione più comoda per il motociclista, che si libera del vecchio mezzo senza preoccupazioni aggiuntive.

Se invece la rottamazione avviene senza l’acquisto di un nuovo veicolo, il proprietario deve intraprendere personalmente le procedure richieste, rivolgendosi a un centro di rottamazione autorizzato. La procedura differisce a seconda del tipo di veicolo: i motocicli, con una cilindrata superiore ai 50 centimetri cubici, e i ciclomotori, la cui cilindrata è inferiore ai 50 centimetri cubici, seguono normative leggermente diverse.

Perché bisogna distinguere tra motociclo e ciclomotore

Chi intende procedere alla rottamazione di uno scooter deve innanzitutto distinguere il tipo di veicolo poiché variano la normativa e i costi. Se lo scooter è classificato come motociclo, con una cilindrata superiore a 50 cm³ e una velocità massima oltre 45 km/h, o come ciclomotore, con cilindrata non superiore a 50 cm³ e velocità massima entro 45 km/h.

I ciclomotori, a differenza dei motocicli, non sono registrati al Pubblico registro automobilistico e di conseguenza godono di una procedura di rottamazione più semplice e meno costosa. Questo dettaglio semplifica il processo burocratico per i proprietari e rende anche la rottamazione più accessibile sotto il profilo economico.

Nel dettaglio, il procedimento per la rottamazione di uno scooter con una cilindrata superiore ai 50 cm³ richiede passaggi più complessi e spesso maggiore documentazione, data la loro registrazione al PRA.

Come procedere con la rottamazione di un motociclo

Lo scooter deve essere consegnato a un centro di demolizione autorizzato o, in alternativa, a un rivenditore o concessionario, soprattutto se la rottamazione è parte integrante dell’acquisto di un nuovo veicolo.

Al momento della consegna bisogna presentare anche le targhe, la carta di circolazione e il certificato di proprietà, sia esso in formato cartaceo o digitale, come il documento unico di circolazione. Una volta che lo scooter è stato preso in carico, il centro di demolizione o il concessionario fornisce al proprietario il certificato di rottamazione. Questo documento solleva l’ex proprietario da ogni responsabilità futura riguardante il veicolo.

Entro 30 giorni dalla consegna, il gestore deve procedere con la richiesta di cessazione della circolazione per demolizione al Pubblico registro automobilistico. Si tratta della formalizzazione vera e propria della demolizione del veicolo. Se lo scooter è soggetto a fermo amministrativo bisogna saldare gli importi dovuti prima di poter procedere con la rottamazione.

Completata la radiazione del veicolo dal PRA, cessa automaticamente l’obbligo del pagamento del bollo, alleggerendo gli oneri per l’ex proprietario.

Come procedere con la rottamazione di un ciclomotore

Per procedere alla rottamazione di un ciclomotore, classificato con una cilindrata non superiore a 50 cc e una velocità massima di 45 km/h, bisogna seguire alcuni passaggi. Gli interessati devono innanzitutto compilare e presentare il modello TT 2118 alla Motorizzazione Civile, scaricabile direttamente online.

Alla domanda di radiazione per demolizione devono essere allegati diversi documenti: una copia del documento di identità e del codice fiscale del richiedente. Nel caso di una società, è necessaria un’autocertificazione che includa il numero di iscrizione alla Camera di Commercio. Viene richiesto il certificato di circolazione originale e la documentazione fornita dal centro di demolizione o dal rivenditore, accompagnati dalla ricevuta del versamento di 42,20 euro effettuato tramite il sistema PagoPA.

Se il richiedente è minorenne, la procedura richiede anche la firma di un genitore o tutore legale, oltre a una copia di un loro documento di riconoscimento. Dato che la targa dei ciclomotori è personale e rimane registrata a nome del proprietario, può essere riassegnata a un altro ciclomotore del medesimo proprietario. In alternativa, se non c’è intenzione di riutilizzarla, può essere restituita alla Motorizzazione civile.

Quanto costa demolire uno scooter

Prima di tutto è previsto il pagamento di emolumenti Aci che ammontano a 13,50 euro. Le spese possono variare a seconda della modalità di presentazione del certificato di proprietà: utilizzando il certificato in formato cartaceo o digitale come nota di presentazione, l’imposta di bollo è di 32 euro. Se invece si opta per l’utilizzo del modello NP3B, l’imposta di bollo sale a 48 euro.

Vanno messe in conto anche le spese aggiuntive che possono sorgere, come quelle per il trasporto dello scooter al centro di demolizione o al concessionario, particolarmente nel caso in cui il veicolo non sia più in grado di circolare autonomamente. Questi costi possono variare a seconda della distanza e delle condizioni specifiche del trasporto richiesto.

La gestione di bollo e assicurazione

Dopo aver completato il processo di rottamazione e ottenuto il certificato di rottamazione, i proprietari di motocicli e ciclomotori possono beneficiare di alcune agevolazioni. Una delle principali è l’esenzione dal pagamento del bollo auto. Questa cessazione di pagamento è un risparmio annuale che viene attivato automaticamente con la conferma della rottamazione del veicolo.

In termini di assicurazione, se il proprietario decide di non sostituire il veicolo rottamato con un nuovo motociclo o ciclomotore, ha il diritto di richiedere alla sua compagnia assicurativa un rimborso per la porzione del premio che aveva pagato ma che non sarà utilizzato. Il rimborso viene calcolato al netto delle imposte, permettendo al motociclista di recuperare una parte delle spese già sostenute.