I tutor autostradali sono uno dei dispositivi di controllo della velocità più temuti dagli automobilisti. Questi sistemi rilevano la velocità media lungo un tratto stradale, rendendo poco utile qualsiasi tentativo di rallentare all’ultimo momento per evitare la multa. La segnalazione della loro presenza deve essere indicata tramite cartelli, in ottemperanza alla normativa sulla trasparenza amministrativa.
Diversamente dalle multe emesse immediatamente dalle Forze dell’ordine, le contestazioni dei tutor non sono immediate. Di conseguenza i conducenti possono ricevere multe inaspettate a distanza di diversi giorni dalla percorrenza del tratto stradale. E non va sottovalutato il timore di ricevere multiple sanzioni nello stesso giorno se lo stesso tratto di strada è stato percorso più volte senza essere a conoscenza delle regole.
Tutor autostrada, quando scattano le sanzioni
I tutor in autostrada sono dispositivi avanzati che monitorano la velocità media dei veicoli su tratti stradali di lunghezza compresa tra 10 e 15 km. Diversamente dagli autovelox, che rilevano la velocità istantanea, i tutor calcolano la velocità media, rendendo inefficaci e pericolose le frenate improvvise. Questo sistema si rivela quindi efficace per la sicurezza stradale e per favorire alla guida regolare, contribuendo a una riduzione degli incidenti del 70%, secondo Autostrade per l’Italia.
I tutor rilevano la velocità media di ogni veicolo e inviano i dati alle autorità solo se questa supera il limite massimo consentito per quel tratto stradale. Le sanzioni per il superamento dei limiti di velocità sono regolate dall’articolo 142 del Codice della Strada e variano in base all’entità dell’infrazione. Le multe variano a seconda della velocità rilevata:
- fino a 10 km/h oltre il limite: multa di 41 euro;
- tra 10 km/h e 40 km/h oltre il limite: multa di 169 euro e decurtazione di 3 punti dalla patente;
- tra 40 km/h e 60 km/h oltre il limite: multa di 532 euro, decurtazione di 6 punti e sospensione della patente da 1 a 3 mesi;
- oltre 60 km/h oltre il limite: multa di 829 euro, decurtazione di 10 punti e sospensione della patente da 6 a 12 mesi.
In ogni caso viene applicata una tolleranza strumentale del 5%, che consente l’annullamento della sanzione se la velocità eccede il limite di meno del 5%.
Tra margine di tolleranza e contestazione
Per gli autovelox, una tolleranza del 5% significa che se il limite di velocità su una strada è di 100 km/h, una velocità fino a 105 km/h non comporta una multa. Per i tutor autostradali, la situazione è diversa. Secondo una sentenza del giudice di pace di Savona, la tolleranza applicata ai tutor deve essere maggiore del 5%.
Le norme stabiliscono che sui tratti autostradali con limite di velocità compreso tra 70 e 130 km/h, la tolleranza deve essere del 10%. Se il limite di velocità supera i 130 km/h, la tolleranza aumenta al 15%. Significa che, in autostrada, non si può essere multati se si viaggia a una velocità fino a 140 km/h, considerando un limite di 130 km/h.
Le multe rilevate dai tutor devono essere notificate al proprietario del veicolo entro 90 giorni dalla data dell’infrazione. Se la notifica non avviene entro questo periodo, la multa può essere contestata. Se nei successivi 5 anni non si riceve un’altra comunicazione, la multa è considerata prescritta e non è più dovuta.
Se si riceve una cartella esattoriale per una contravvenzione non pagata oltre il termine di prescrizione è possibile fare ricorso al Giudice di pace per cancellare il debito. L’opposizione deve essere presentata con prove documentali che dimostrino il mancato rispetto dei tempi di notifica previsti dalla legge.
Tempi notifiche multe tutor autostradali, quali sono
Quando il tutor rileva una velocità superiore al limite consentito, i dati relativi alla velocità e al veicolo vengono inviati alle autorità competenti per la contestazione. La polizia riceve il verbale, tiene conto dei margini di tolleranza e invia la multa al trasgressore. Secondo la legge, le multe elevate dai tutor devono essere notificate entro 90 giorni dalla rilevazione dell’infrazione.
Il periodo di 90 giorni inizia a decorrere dal momento stesso dell’infrazione, non dalla data in cui la polizia elabora effettivamente il verbale. Il termine dei 90 giorni viene considerato rispettato quando la notifica arriva presso l’ufficio postale per la spedizione, non quando il guidatore riceve la multa a casa. In pratica se la multa viene notificata oltre i 90 giorni può essere contestata per il ritardo.
Se si riceve una multa notificata oltre i termini si può presentare ricorso al Giudice di pace o al Prefetto. Si hanno 30 giorni di tempo dalla ricezione della contestazione per presentare il ricorso al Giudice di pace e 60 giorni per impugnare la multa davanti al Prefetto.
Con il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 3 agosto 2022 è stato vietato l’uso di multe multiple per la stessa infrazione rilevata dai tutor in autostrada. Prima di questa normativa, era comune ricevere più multe per tratte di andata e ritorno sullo stesso percorso autostradale. Questo tipo di contestazione è stato considerato eccessivo e inefficace per la sicurezza stradale.
La Cassazione sul tutor autostradale
Come ogni dispositivo elettronico di misurazione della velocità, anche il tutor autostradale deve essere segnalato in anticipo con un cartello posizionato a una distanza adeguata dalla postazione di rilevamento. Sebbene la legge non specifichi la distanza esatta tra la segnaletica e il dispositivo, l’automobilista deve avere il tempo di rallentare gradualmente ed evitare frenate brusche che potrebbero costituire un pericolo per la circolazione.
La Cassazione ha stabilito che il cartello del tutor deve indicare che il controllo avviene sulla velocità media tra due punti, e non sulla velocità istantanea in un punto specifico. Questo dettaglio è fondamentale per evitare confusione con gli autovelox. Il cartello deve recitare esplicitamente: “Attenzione, controllo elettronico della velocità media”. In assenza della parola “media”, la multa può essere considerata nulla.
La questione della taratura del tutor autostradale
Come per gli autovelox, anche i tutor autostradali devono essere sottoposti a taratura almeno una volta all’anno. La Corte di cassazione ha stabilito che sulle multe deve essere indicata chiaramente la data dell’ultima taratura. Se questa informazione manca, il verbale può essere considerato nullo e contestato davanti al Giudice di pace.
La taratura annuale dei tutor è fondamentale per garantire l’accuratezza delle rilevazioni di velocità. Questo processo certifica che i dispositivi funzionano correttamente e rispettano gli standard di legge. L’assenza dell’indicazione della data di taratura sul verbale di multa rende la sanzione contestabile.
Oltre alla data di taratura, la multa deve riportare anche la data di prima omologazione e la matricola delle apparecchiature utilizzate.