È legale guidare la moto di qualcun altro? Rischi e accorgimenti

Conoscere le regole sulla moto prestata e agire con cautela può prevenire molte complicazioni e garantire una maggiore sicurezza per tutte le parti coinvolte

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 30 Agosto 2024 12:39

Guidare la moto di un’altra persona è una pratica comune, ma comporta una serie di obblighi e rischi che è importante conoscere per evitare problemi legali e sanzioni. Ecco una panoramica dettagliata su cosa considerare se ci si trova a guidare una moto non intestata a se stessi.

Cosa devi sapere prima di guidare la moto di un amico

Secondo la normativa italiana è lecito guidare una moto intestata a un’altra persona, purché si abbia il permesso del proprietario. Ci sono però delle differenze importanti a seconda che il proprietario sia un familiare convivente o una persona esterna al nucleo familiare.

Se la moto è intestata a un familiare convivente, come un coniuge o un genitore, non è richiesta alcuna formalità aggiuntiva. In pratica è possibile guidare la moto senza limiti di tempo. Se il mezzo appartiene a una persona non convivente, è possibile utilizzarla per un massimo di 30 giorni consecutivi. Oltre questo periodo, la legge richiede che il nome venga annotato sul libretto di circolazione come utilizzatore abituale del mezzo. In caso contrario si va incontro a una multa che può variare tra 728 e 3.636 euro.

Guidare la moto di un altro, i rischi in caso di incidente

Guidare una moto di proprietà altrui può sembrare scontato, ma in caso di incidente, le conseguenze possono essere complesse e dispendiose sia per il conducente sia per il proprietario del veicolo. Da qui l’importanza di conoscere i rischi e le responsabilità che derivano dall’uso di un veicolo non intestato a se stessi. Quando si verifica un incidente in cui si è alla guida di una moto non propria, la responsabilità civile e penale può infatti ricadere su diverse persone.

Il conducente è tenuto a risarcire i danni causati a terzi, siano essi danni materiali o fisici. Se l’incidente è stato provocato dalla sua condotta, la copertura assicurativa della moto coprirà i danni ai terzi, ma i danni materiali subiti dalla moto stessa dovranno essere risarciti dal conducente al proprietario. Il sistema bonus malus può penalizzare il proprietario, aumentando il premio assicurativo nelle annualità successive.

Se l’incidente provoca lesioni gravi o la morte di una persona, il conducente potrebbe essere chiamato a rispondere penalmente. In questi casi le conseguenze legali possono essere molto severe, incluse pene detentive, soprattutto se si dimostra una condotta imprudente o negligente.

Una conseguenza immediata per il proprietario della moto, in caso di incidente con colpa del conducente, è l’aumento del premio assicurativo. Avviene per effetto del sistema bonus malus, che penalizza il proprietario del veicolo per ogni sinistro causato, indipendentemente da chi fosse alla guida al momento dell’incidente. In pratica, il proprietario si troverà a pagare di più nelle annualità successive, anche se non è stato lui a causare l’incidente.

Il proprietario della moto, per evitare l’aggravio dei costi assicurativi, può esercitare il diritto di rivalsa nei confronti del conducente, chiedendogli di coprire l’aumento del premio o risarcendogli i danni subiti a causa del sinistro.

Non tutte le polizze assicurative coprono automaticamente chiunque guidi la moto. Alcune polizze potrebbero prevedere limitazioni, come la guida esclusiva o guida esperta, clausole che specificano che solo determinati conducenti, nominativamente indicati o con una certa esperienza di guida, possono essere coperti dalla polizza. Se queste clausole non vengono rispettate e si verifica un incidente, l’assicurazione potrebbe rifiutarsi di coprire i danni, lasciando il conducente (o il proprietario) a rispondere personalmente di tutti i costi.

Se il proprietario del veicolo ritiene di aver subito un danno economico a causa di un incidente o di un’infrazione commessa dal conducente, potrebbe decidere di intraprendere un’azione legale. Comprende le richieste di risarcimento per danni materiali, per l’aumento del premio assicurativo, o per altre perdite economiche subite in conseguenza dell’uso improprio o imprudente della moto.

Il caso delle multe

Nel caso in cui si commetta un’infrazione al Codice della Strada mentre si è alla guida di una moto non propria, ecco che si pone il problema delle multe.

Se l’infrazione viene contestata sul posto dalle autorità, il conducente riceve direttamente il verbale e deve pagare la multa. La questione si chiude, salvo eventuali decurtazioni di punti dalla patente del conducente.

Se l’infrazione viene rilevata attraverso dispositivi elettronici (come autovelox o telecamere) e non c’è contestazione immediata, la multa viene inviata al proprietario della moto. Il proprietario deve quindi comunicare alle autorità i dati del conducente effettivo entro 60 giorni, altrimenti rischia di dover pagare personalmente la multa o di vedersi decurtare i punti dalla propria patente.

Guidare una moto non tua: consigli utili e potenziali insidie

Guidare una moto non propria è una situazione che può capitare di frequente, che si tratti di prendere in prestito la moto di un amico per un breve viaggio o di utilizzare un veicolo condiviso all’interno della famiglia.

Il primo fondamentale passo è assicurarsi di avere il permesso esplicito del proprietario della moto. Non solo è una questione di rispetto, ma anche di legalità. Guidare un veicolo senza l’autorizzazione del proprietario può avere gravi conseguenze legali, inclusa l’accusa di appropriazione indebita.

Ogni moto ha caratteristiche che vanno dalla potenza del motore al sistema frenante, fino alla manovrabilità. Prima di mettersi in sella, prendersi il tempo per familiarizzare con il mezzo. Chiedere al proprietario di spiegare come funziona e fare un breve giro di prova in un’area sicura per prendere confidenza.

Prima di partire, assicurarsi che la polizza assicurativa della moto copra anche altri conducenti. Alcune polizze potrebbero limitare la copertura ai soli membri della famiglia o a conducenti designati mentre altre potrebbero prevedere clausole specifiche come la guida esclusiva o la guida esperta. Se si guida la moto e si è coinvolti in un incidente senza essere coperto dall’assicurazione, le conseguenze economiche possono essere molto rilevanti e si potrebbe dover risarcire personalmente i danni.

Quando si guida la moto di un’altra persona, adottare uno stile di guida prudente. Si sta usando un mezzo che non si conosce perfettamente e ogni incidente potrebbe avere ripercussioni non solo per sé, ma anche per il proprietario della moto. Rispettare i limiti di velocità, mantenere una distanza di sicurezza adeguata dagli altri veicoli e prestare attenzione alle condizioni della strada sono buone pratiche sempre, ma diventano ancora più importanti in questo contesto.