Sono tempi in cui sempre più spesso si sente parlare di transizione energetica e di tutte le nuove soluzioni degli attori del mercato automobilistico, volte a creare motorizzazioni e vetture innovative, che possano ridurre le emissioni inquinanti nell’ambiente. Si discute sull’elettrico, ma anche su carburanti di nuova generazione e più “green”.
Fa molto discutere la decisione dell’Europa di eliminare tutti i veicoli con motore endotermico a partire dal 2035, un tema che affrontato più volte qualche anno fa, e che ovviamente cambia parecchio le carte in tavola per i produttori di auto e altri veicoli. Ancora la questione non è chiara al 100%, lo sappiamo, ma dei cambiamenti importanti avverranno senza dubbio. E in quest’ottica, ovviamente, c’è chi sostiene che i tempi non siano abbastanza maturi per pensare a una conversione 100% elettrica e propone quindi delle alternative. Tra queste realtà c’è anche Eni, con il nuovo carburante sostenibile per il futuro.
L’HVO, tuttavia, è differente rispetto al biodiesel tradizionale, in particolare per quanto riguarda il processo di produzione. Il primo è prodotto mediante idrotrattamento, un processo che utilizza idrogeno per rimuovere l’ossigeno dagli oli vegetali o dai grassi animali. Questo trattamento trasforma gli acidi grassi in un combustibile che ha una composizione chimica molto simile a quella del Diesel fossile. Al contrario, il biodiesel tradizionale è ottenuto tramite transesterificazione, un processo che converte oli vegetali o grassi animali in esteri metilici di acidi grassi (FAME) e glicerina utilizzando metanolo e un catalizzatore.
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La proposta di Eni si chiama HVO
Si chiama HVO, Hydrotreated Vegetable Oil. È il nuovo carburante sostenibile di Eni per motori Diesel Euro 5 ed Euro 6. È l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, a entrare nel dibattito aperto sulle nuove disposizione dell’UE – che vuole bandire i motori endotermici dal 2035 –parlando di questa nuova soluzione, un carburante differente, per la sua componente biogenica.
L’AD ha voluto dire la sua, e pone l’attenzione su quello che dovrebbe essere un approccio tecnologicamente neutrale, per lavorare sul destino dei motori a combustione nei prossimi anni. Descalzi ha spiegato che il nuovo carburante bio HVO viene prodotto usando materie prime di scarto e residui o rifiuti che derivano da processi di trasformazione di prodotti vegetali o da colture (senza intaccare la filiera alimentare).
Come potrà essere usato l’HVO
Secondo l’amministratore delegato di Eni, il nuovo carburante ecologico potrebbe essere usato nei propulsori Diesel Euro 5 ed Euro 6, e potrebbe ridurre le emissioni fino al 90%. L’unica certezza è che tutti si stanno approcciando alla nuova generazione di veicoli elettrici e ibridi, ma il Diesel non sparirà da un momento all’altro.
Anche Descalzi sostiene: “Lavoriamo anche sull’elettrico, che ha una penetrazione molto bassa, ma non possiamo pensare che il Diesel possa sparire, non è così. Il biocarburante permette all’industria attuale di andare avanti con la sua componentistica e dare competitività a un’industria fondamentale per l’Italia, non solo per l’Europa e la Lombardia”.
Non è la prima volta che parliamo di biocarburanti. Nel corso degli anni ne sono stati visti differenti esempi e, nel prossimo futuro, potranno essere una valida alternativa per ridurre le emissioni dei veicoli e rispettare le sempre più severe normative imposte dall’Unione Europea. Si tratta di soluzioni che possono essere usate per contribuire alla riduzione delle emissioni dei motori Diesel ma anche per salvaguardare il settore dell’industria che lavora sui propulsori. Eni non manca di sottolineare che tra i suoi più grandi piani e obiettivi c’è quello di pensare e realizzare dei progetti che possano portare allo sviluppo di tecnologie proprietarie, proprio come l’HVO.