Quanto manca ancora all’approdo dell’intelligenza artificiale nel settore auto? È una di quelle domande che in tanti, addetti ai lavori e appassionati del mondo dell’automotive, si pongono dopo il boom dell’IA negli ultimi mesi, con le quattro ruote che in un certo senso potrebbero cambiare e uscirne rivoluzionate dall’avvento della tecnologia su quattro ruote. Uno strumento che molti vorrebbero, altri temono o guardano con sospetto. Ma di certo uno di quelli che, se correttamente utilizzato e con applicazione o limiti chiari, può essere una svolta per l’esperienza al volante di ognuno di noi. Ma come cambierebbero le auto con l’IA e quali sarebbero i pro e i contro?
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L’intelligenza artificiale applicata alle auto
Nel lontano 1940 Henry Ford era quasi certo del futuro del settore dell’automotive, con parole che hanno fatto la storia. “Può sembrare assurdo, ma un giorno il mondo delle automobili e degli aeroplani si uniranno e le auto voleranno” aveva detto più di 80 anni fa, sottolineando che un’auto sarebbe stata guidata in futuro anche da un cieco. Oggi, sentendo e leggendo le parole del papà della Casa americana, ci sentiamo di rispondere con un “quasi”, perché l’applicazione dell’intelligenza artificiale sulle auto potrebbe portare all’avversarsi di alcuni dei passaggi della “profezia fordiana”.
Di auto che volano se n’è parlato, e un esempio può essere l’AirCar, ma vetture che possono essere guidate da persone affette da cecità, in un certo senso, ne siamo quasi forniti. E l’intelligenza artificiale può aiutare ancor di più. Uno degli ambiti d’applicazione dell’IA, infatti, è quella della guida autonoma, strumento presente a livello 3 (gestione di sterzo, freno e acceleratore autonomo) su alcuni modelli. L’intelligenza artificiale potrebbe presto portare a vedere in strada auto capaci di guidarsi da sole, grazie a sensori e applicativi che permettono di elaborare dati in tempo reale per prendere decisioni in base agli scenari differenti.
Un’auto capace di fare da sé, anche per evitare ostacoli e perdite di tempo, ma anche per risolvere problemi. L’intelligenza artificiale applicata alle quattro ruote, infatti, potrebbe portare a percorsi di navigazione più accurati, col ricalcolo in tempo reale del percorso di guida in caso di traffico, meteo avverso o stile di guida, ma anche aiutare nel costante controllo dello stato di salute dell’auto, con check-up completi in grado di prevenire per tempo eventuali malfunzionamenti.
Senza dimenticare poi aspetti di comodità come l’infotainment o l’essere sempre connessi. L’IA, infatti, potrebbe portare a software con sistemi di assistenti vocali evoluti, così come creare una rete in connessione costante capace di comunicare in tempo reale qualsiasi problema, ostacolo o incidente.
Non solo pro, l’IA ha dei contro
Ma non è tutto oro quel che luccica. Se è vero che vista in questo modo l’IA sembra una svolta fatta di tante comodità e occasioni al volante, nasconde anche tanti, forse troppi, rischi. Non parliamo di certo della rivolta delle macchine dal sentore di film fantascientifico, ma qualche contro può esserci.
In primis, parlando di auto a guida assistita o guida autonoma, ci sarebbe da risolvere il problema sulle responsabilità in caso di incidente e sulle scelte che l’IA dovrà prendere in caso di pericolo. Ma non solo.
Il timore più grande è quello legato alla sicurezza, anzi alla cybersicurezza. Affidarsi a software sempre più complessi, infatti, non sempre risolve problemi e volte li crea, perché miliardi di dati che viaggiano in rete devono essere blindati e a prova di hacker. Il rischio, infatti, non è solo quello di vedere i propri dati personali finire nelle mani di malintenzionati, ma subire il furto del veicolo o perderne il controllo perché qualcuno da remoto è riuscito a entrare nel sistema per gestire sterzo, acceleratore e freno. Insomma, scenari di rischio di non poco conto.