Se ci pensiamo oggi fa una certa impressione. Eppure, c’era un tempo in cui l’aria condizionata dell’auto rappresentava un optional, disponibile oltretutto su poche vetture. Chi è ancora giovane ne rimarrà probabilmente stupito, dato quanto la utilizziamo negli spostamenti, sia durante la fredda che la calda stagione. Nel momento in cui smette di funzionare correttamente, capita di andare in tilt, di lasciarsi travolgere dalle emozioni negative. Si pensa già alla spesa da sostenere in officina, dove un professionista provvederà a risolvere il problema. Di necessità occorre, però, fare virtù e rassegnarsi a pagare un operatore può essere un gran peccato, specie se i risparmi scarseggiano (cosa, peraltro, probabile con l’inflazione). Qualora la tua vettura ti dia questo tipo di disagi, sarai forse lieto di apprendere che è possibile occuparsene in totale autonomia: è una questione di conoscenza e degli strumenti giusti.
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Si parte dalle basi
Prima di metterti all’opera, assicurati di lavorare in un ambiente ventilato a sufficienza e con il motore spento. Consulta il manuale dell’utente del tuo veicolo per individuare la posizione dei componenti specifici del sistema di climatizzazione. Procurati il kit essenziale: cacciaviti, chiavi inglesi, pinze e, laddove serva, un manometro inerente alla pressione del refrigerante (la cui vaschetta va lavata periodicamente). Se ne hai l’esigenza, acquista i ricambi originali per la tua “bambina”, come filtri, fusibili o valvole.
Entriamo nel vivo dell’azione. In via preliminare, individua il fusibile dell’aria condizionata nel quadro elettrico dell’auto e controllane lo stato. È bruciato? Sostituiscilo con uno nuovo del medesimo amperaggio. Prendi nota dell’ubicazione delle valvole di servizio del sistema di climatizzazione: le trovi nel manuale dell’utente. Ricorri a un manometro per verificare la pressione del refrigerante: se troppo bassa, potrebbe esserci una perdita. Getta uno sguardo su tubi, fili o componenti dell’impianto di climatizzazione, appurando se ci sono segni visibili di danni o usura.
Filtri intasati
Spesso le difficoltà dell’aria condizionata dipendono dai suoi filtri intasati, rei di ridurre in modo significativo il flusso e l’efficienza dell’impianto. Ciò è talvolta accompagnato da odori sgradevoli all’interno dell’abitacolo. Ecco perché è cosa buona sostituire i filtri in maniera regolare, a seconda delle indicazioni riportate sul manuale dell’utente. La frequenza di sostituzione può cambiare a seconda di diversi fattori, tra le cui condizioni di guida e la quantità di polvere, nonché di inquinamento presente nell’aria. In linea di massima, si consiglia di cambiare i filtri ogni 15.000-20.000 km o a cadenza annuale.
Nel caso in cui smetta di uscire l’aria fredda, forse è da attribuire alla perdita di refrigerante, un gas essenziale per il funzionamento complessivo, e la sua mancanza ne compromette l’efficienza. I sintomi possono, però, anche essere differenti, inclusi i rumori insoliti provenienti dal compressore, la presenza di ghiaccio su di esso e l’indicatore di pressione del refrigerante basso. Al contrario dei filtri, qui ti conviene interpellare un professionista qualificato poiché sussistono dei rischi rilevanti inerenti alla sicurezza, se sprovvisti di attrezzature e competenze specifiche. I test non hanno accertato dei problemi a filtri o refrigerante? Magari è guasto un componente del sistema, come il compressore (in commercio ci sono anche quelli portatili), la valvola di espansione o il condensatore. Qualunque sia, interpella un esperto.